Evitare a tutti i costi il secondo pareggio consecutivo sul federalismo. È l’obiettivo che il governo proverà a raggiungere entro domani su fisco regionale e costi standard sanitari per non ripetere il 15 a 15 di un mese e mezzo fa sul municipale.
Ed è in quest’ottica – dopo il rinvio di 24 ore del voto in bicamerale – che potrebbe aprire ad alcune proposte dell’opposizione, come l’attribuzione alle autonomie di una quota dell’accisa sui tabacchi cara all’Idv e l’introduzione di una “clausola di salvaguardia” sui tagli che risponderebbe alla richiesta di fondo del Pd.
Tutta da giocare in queste ore è anche la partita parlamentare. Nonostante le modifiche già incassate, l’ultima ieri con la previsione di una perequazione più solidale anche per le funzioni diverse da sanità, scuola e assistenza, il Pd deve ancora decidere come schierarsi domani al momento del voto finale sul decreto. Attualmente continua a prevalere il no.
Fondamentale potrebbe essere un’ulteriore apertura del governo sulla clausola di salvaguardia da valutare in un tavolo istituzionale per interrompere dal 2013, in coincidenza con l’addio ai trasferimenti statali e l’avvio della perequazione, i tagli a regioni ed enti locali. Altrimenti, sostiene il Pd, sarebbe automatico l’aumento della pressione fiscale. Pur respingendo la formulazione proposta dai democratici, il relatore di maggioranza Massimo Corsaro (Pdl) si è detto pronto a una «terza via» di mediazione. Un annuncio apprezzato dal relatore di minoranza Francesco Boccia (Pd). Se questa modifica andasse in porto l’assemblea dei parlamentari del Pd potrebbe anche optare per l’astensione.
Sempre nell’intento di scongiurare il rischio di un nuovo 15 a 15, l’esecutivo sta valutando se venire incontro anche alle altre forze di opposizione. Dei 51 emendamenti presentati ieri almeno un paio potrebbero essere accolti. In primis la proposta dell’Idv di aggiungere una quota dell’accisa sui tabacchi all’addizionale Irpef tra le future fonti di gettito delle regioni. Sul tavolo ci sono anche le modifiche invocate dal terzo polo, che comunque resta fermo sul no al decreto. Sotto osservazione c’è soprattutto la proposta di una stretta sulla spesa farmaceutica, limitandone la concessione alle dosi e al periodo prescritto dai medici.
ilsole24ore.com – 23 marzo 2011