Guerra ai predatori del Po. A dichiararla nove Polizie Provinciali (Vicenza, Mantova, Verona, Padova, Rovigo, Modena, Piacenza, Ravenna e Ferrara) riunitesi, assieme al Corpo Forestale dello Stato di Ravenna e Ferrara, mercoledì scorso nel capoluogo estense per porre le basi di una collaborazione più stretta ed articolato contro il fenomeno predatorio attuato nei confronti della fauna ittica lungo il padre dei nostri fiumi.
“E’ stato – osserva l’ispettore Francesco Nassi, intervenuto in rappresentanza del Comandante di Vicenza Claudio Meggiolaro – un primo scambio di informazioni sulle modalità con le quali operano questi pescatori abusivi. Che non sono dei poveracci che lo fanno per sfamarsi, ma veri e propri criminali che operano un prelievo pesante ed indiscriminato depauperando il Po e di contro dando vita ad un mercato illegale e clandestino di milioni di euro. I nostri colleghi hanno stimato che nell’ultimo decennio c’è stato un prelievo pari ad un terzo della fauna. Del resto è successo spesso che abbiano fermato e sequestrato barche, camioncini, mezzi carichi di diverse tonnellate di pesce”.
Dunque, parola d’ordine sinergia, perché il Po è più vicino di quanto non dica la geografia. “Come è stato dimostrato dall’operazione svolta con i Carabinieri di Arzignano – continua Nassi – anche la nostra provincia non è indenne dalla presenza di questi delinquenti, che cercano di espandere i loro traffici anche qui. Per ora si tratta di contaminazioni nel sud e nell’ovest del Vicentino, ma la vendita potrebbe espandersi a macchia d’olio visto che nella cultura culinaria ittica di Paesi carpe e siluri sono molto ricercati”. L’incontro, primo, importante passo per ristabilire la legalità anche in questo contesto, ha posto le basi per una serie di iniziative congiunte, partendo dalla necessità di reciproche e tempestive consultazioni al fine di conoscere innanzitutto, ed in tempo reale, se queste persone sono pescatori di mestiere, che magari hanno ottenuto la licenza nel Rodigino ma stanno pescando di notte nel Mantovano. “Questo controllo incrociato diventa così strategico, essendo il modo certamente più efficace per affrontare un fenomeno ormai dilagante”.
Al termine dell’incontro, il Presidente della Provincia di Rovigo Marco Trombini ha auspicato la possibilità di protocolli interregionali che consentano in alcuni casi di superare i confini provinciali, che spesso limitano l’operatività delle Polizie Provinciali. Palude all’iniziativa anche il Presidente della Provincia di Vicenza Achille Variati: “I bracconieri della pesca non sono meno pericolosi e criminali di quelli con il fucile. Avvolti nel silenzio, si muovono da una provincia all’altra quasi sempre di notte. Sono convinto che una collaborazione siffatta fra diverse forze presenti nelle nostre terre consentirà di avere risultati importantissimo già sotto il profilo ambientale. Credo che a livello di opinione pubblica il fenomeno criminale e criminoso della pesca di frodo sia ancora troppo sottovalutato, dobbiamo aumentare la conoscenza perché anche così rafforzeremo la coscienza critica e il senso civico dei cittadini, stroncando un’attività che non ha nulla di diverso da quella delle mafie e delle cosche”.
16 febbraio 2016