Dall’Osservatorio sulle imprese a capitale italiano, Nomisma ha analizzato i fattori che stanno dietro la crescita delle cosiddette “Fab 13”: Alfasigma, Abiogen pharma, Angelini pharma, Chiesi farmaceutici, Dompé farmaceutici, Ibn Savio, Italfarmaco, Kedrion, Menarini, Molteni, Mediolanum farmaceutici, Recordati e Zambon. Aziende molto radicate sul territorio dove sono nate, si sono sviluppate, continuano a creare occupazione molto qualificata e mantengono i centri di ricerca. Basti pensare a cosa significa Menarini per Firenze, Chiesi per Parma, Alfasigma per Bologna, Dompé per Milano, Zambon per Bresso, solo per citare alcuni nomi. Sono però aziende sempre più esposte alle esportazioni da cui ormai dipende la quota maggioritaria dei ricavi: il mercato estero pesa per il 72,6% ed è molto al di sopra della media manifatturiera (40%).
La presenza internazionale delle Fab 13 è dovuta in parte alle esportazioni, ma in parte anche a investimenti e nuove acquisizioni. È un esempio quella della Stemline therapeutics negli Stati Uniti da parte di Menarini che conta così di fare molti passi avanti in oncologia, soprattutto dopo l’approvazione da parte della Fda di un farmaco antitumorale, considerato un blockbuster, ovvero un farmaco che può superare il miliardo di euro di vendite all’anno. Un’altra storia, questa volta nell’ambito delle malattie rare e ultra rare, è l’acquisizione della Amryt pharma da parte di Chiesi farmaceutici che così si rafforzerà nell’area di maggiore sviluppo.
Se allarghiamo il focus all’intero comparto, le avvisaglie che arrivano dai dati Istat sulla produzione industriale confermano che è quello che si distingue per la crescita tendenziale più elevata. E la forte vocazione all’export. Nei giorni scorsi (si veda il Sole 24 Ore di sabato 22 aprile) all’auditorium Dompé a L’Aquila, durante uno dei roadshow di Farmindustria, il presidente Marcello Cattani, ha ricordato che con «47,6 miliardi di euro di export e 49 di produzione nel 2022, l’industria farmaceutica italiana si conferma leader in Europa e un importante asset hi-tech dell’economia made in Italy. Nel 2022 l’export è infatti cresciuto del +43% con un saldo estero di oltre 9 miliardi, soprattutto per l’incremento delle produzioni di medicinali contro il Covid-19». Il settore si trova però in una fase cruciale, in cui è necessario rendere il Paese più attrattivo per gli investimenti, anche internazionali, e garantire un quadro regolatorio meno complesso. Nell’interesse dell’economia italiana.
Del resto gli effetti che possono portare sul territorio gli investimenti nella farmaceutica si sono visti molto chiaramente in una regione come le Marche, dove la provincia di Ascoli Piceno, grazie alla scelta di Pfizer di investire e produrre lì il farmaco antivirale per il Covid, Paxlovid, è diventata tra le prime produttrici di farmaci. O l’Abruzzo che è oggi tra i poli produttivi più importanti in Italia, e, oltre a multinazionali come Sanofi, vede la presenza dei grandi campioni italiani, tra cui Alfasigma, Menarini e Dompé. Quest’ultima in pochi anni arriverà quasi a quadruplicare i ricavi. È infatti passata dai 260 milioni di fatturato del 2018, ai 776 del 2022 e per quest’anno punta ad avvicinarsi al miliardo. Dietro la crescita ci sono diverse leve, ma tra tutte le più importanti sono il biotech, i farmaci innovativi e la ricerca dove gli investimenti sono il 17% dei ricavi, circa 100 milioni all’anno, che nel 2023 saliranno a 150.
L’elevato livello di investimenti è una delle caratteristiche delle farmaceutiche a capitale italiano. Prendendo un altro caso, Chiesi, gli investimenti nel 2022 hanno segnato un nuovo record, a 589 milioni di euro, pari al 21,4% del fatturato, in crescita rispetto all’anno precedente quando erano stati 478,8 milioni di euro. Secondo Nomisma sia nel breve che nel medio e lungo termine è negli investimenti e nei risultati ottenuti nella ricerca uno dei fattori di maggiore competitività del comparto che ha raddoppiato l’ammontare in Ricerca e sviluppo, portandolo da una media di 723 milioni all’anno tra 2010 e 2019, ai 1.404 milioni del 2022.