La Fao ha comunicato che è stata rilevata in Ucraina la peste suina africana, causata con ogni probabilità dalle attività umane, tra cui la somministrazione al bestiame di rifiuti alimentari. Le misure di controllo sembrano aver temporaneamente fermato la diffusione della malattia, anche se permane un rischio di contagio per le zone limitrofe.
Tra l’altro numerosi paesi vicini all’Ucraina quali Moldavia, Kazakistan e Lettonia, in cui sono presenti importanti allevamenti suini allevati in aziende a conduzione familiare, spesso con protocolli di “bio-sicurezza” inadeguati, sono ad alto rischio di introduzione della malattia. “Le autorità nazionali e locali della regione dovrebbero intensificare le misure di prevenzione ed essere pronti a reagire in caso di nuovi focolai“, ha detto Juan Lubroth, Direttore Veterinario della FAO.
“Questo potrebbe essere il primo di numerosi focolai che si potranno verificare nel prossimo futuro, secondo la nostra analisi della malattia.” La peste suina africana (ASF) non colpisce l’uomo, ma la mortalità nei suini domestici può essere estremamente elevata. Nel 2011, infatti, sono morti o sono stati abbattuti circa 300 000 suini a causa di focolai di ASF nella Federazione Russa, causando perdite economiche stimate in 240 milioni di dollari. “L’Ucraina comunque ha risposto rapidamente, con l’applicazione di misure sanitarie idonee, abbattendo i maiali colpiti dal virus e imponendo una zona di quarantena per i villaggi in cui i focolai si sono verificati”, ha riferito il Direttore Veterinario della FAO.
Inoltre l’Ucraina ha anche versato un risarcimento agli allevatori che sono stati costretti a disfarsi dei suini con il virus, al fine di non arrecare ulteriori danni economici alle famiglie che vivono grazie agli allevamenti di suini. “Tutti i paesi a rischio dovrebbero essere preparati per qualsiasi focolaio di peste suina e, non appena questa si verifica, devono prontamente rispondere”, ha avvertito la FAO. La peste suina è causata da un virus altamente infettivo che colpisce i suini domestici ed alcune specie di suini selvatici.
Gli esseri umani spesso contribuiscono alla sua diffusione, anche attraverso quello che potrebbe sembrare un innocuo panino scartato. I maiali possono essere esposti mangiando rifiuti alimentari contaminati, che contenga il virus. La peste suine prima di colpire il Caucaso nel 2007, era stata individuata per decenni nel continente africano ed anche in Sardegna. Oggi, però, è considerata endemica in alcune parti della Federazione russa e in alcuni paesi del Caucaso, la Georgia e l’Armenia.
La malattia è stata eradicata dalla penisola iberica a metà degli anni 1990, dopo decenni di servizi veterinari e dei produttori di suini. La FAO ha sempre raccomandato un divieto assoluto di “somministrare rifiuti alimentari“, in cui vengono alimentati avanzi di cibo e gli avanzi vari come un mix di alimenti liquidi e solidi a favore dei suini domestici. Alcuni studi della FAO sul virus nella Federazione Russa hanno indicano che la somministrazione rifiuti alimentari è responsabile per il 97% di tutte le nuove infezioni nei suini domestici. Il divieto di somministrare rifiuti alimentari può essere difficile da applicare in contesti poveri di risorse, dove somministrare rifiuti alimentari è un opzione a basso costo per l’alimentazione dei suini.
Ansa – 26 agosto 2012