Sicurezza alimentare, operazione dei Nas di Napoli che hanno arrestato 13 persone, di cui 7 funzionari e dipendenti delle Asl Nord e Centro e titolari di laboratori e centri di formazione per false certificazioni nei piani di autocontrollo alimentare. I funzionari Asl avrebbero effettuato pressioni per indirizzare esercenti del settore alimentare a rivolgersi a determinati centri di formazione professionale, deputati al rilascio degli attestati di alimentarista, e a laboratori privati per ottenere documentazione sull’autocontrollo alimentare, sotto la minaccia di pesanti sanzioni. Altre 31 persone che sono state segnalate all’autorità giudiziaria, in stato di libertà: si tratta di operatori nel settore alimentare che hanno usufruito delle false attestazioni rilasciate dall’organizzazione di truffatori.
I carabinieri del Nas di Napoli hanno eseguito, in particolare 3 ordinanze di custodia in carcere nei confronti di Massimo Chiacchio, 36 anni, Enrico di Napoli, 60 anni (Asl Na 1 Centro, distretto 29) e Raffaele Carlino, di 61 anni; 10 provvedimenti ai domiciliari per Ettore Chiacchio, 42 anni, Salvatore Scognamiglio, 35 anni, Annarita Grosso, 56 anni, Francesca Fontanella, 54 anni, Ciro Esposito, di 57 anni (Asl Na 1 Centro, 47), Raffaele Russo, di 62 anni (Asl Nord), Umberto Massaro, di 62 anni (Asl Nord), Anna Maria Pirozzi, di 31 anni (Asl Nord), Enea Frutta, di 63 anni, e Giovanni Monaco, di 58 anni (entrambi Asl Na 1 Centro, 29); ai danni di Raffaela Cirelli, di 58 anni (Asl Na 1, distretto 29), infine, è stato emesso il divieto di dimora a Napoli. C’è un latitante. I dipendenti dell’Asl Nord sono medici con presenza nelle commissioni, mentre quelli dell’Asl cittadina sono vigili sanitari, in forza all’Uopc. Le ordinanze sono state emesse dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta del pm Giuseppe Noviello. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di corruzione, concussione e falso.
Secondo quanto accertato dai Nas, diretti dal colonnello Ernesto Di Gregorio, l’operazione è nata nell’ambito della particolare attenzione che il Ministero della Salute pone alla sicurezza alimentare, uno dei settori strategici del Dicastero e dello stesso Nas. In sostanza, stando all’accusa formulata, i funzionari dell’Asl si sarebbero accordati con quattro centri di formazione professionale perché rilasciassero falsi attestati, e con un laboratorio per ottenere false certificazioni, riguardanti i piani di autocontrollo alimentare.
Introdotti nel nostro Paese nel 1997, sulla base di una direttiva comunitaria del 1993, i piani di autocontrollo alimentare danno responsabilità a chi opera nella produzione di alimenti di verificare, quotidianamente, a partire dalla materie prime fino al prodotto finito, l’immissione in commercio di alimenti sicuri, per assicurare appunto la cosiddetta “sicurezza alimentare”. I controlli vengono effettuati normalmente da laboratori interni alle grandi aziende o avvalendosi di laboratori esterni per le piccole aziende.
Nel corso di ispezioni in esercizi commerciali, gli arrestati avrebbero esercitato pressioni per indirizzare gli esercenti a rivolgersi ad alcuni laboratori, privati, per ottenere documentazione sull’autocontrollo alimentare, minacciando, in caso contrario, di infliggere pesanti sanzioni amministrative, tra cui anche la chiusura dell’attività, ed ancora centri di formazione professionale, che rilasciavano attestati per alimentaristi, senza lo svolgimento dei previsti corsi ed esami. Lo scopo era di procurare al sodalizio soldi percepiti dagli iscritti ai corsi, quali corrispettivo per il conseguimento illecito degli stessi certificati.
«La presunzione di impunità dei funzionari – spiega il colonnello dei Nas Di Gregorio – arrivava al punto che gli stessi, nel corso dei controlli agli esercizi pubblici, provvedevano personalmente ad effettuare le incombenze proprie dei laboratori privati da loro imposti». Erano i funzionari, dunque, ad effettuare «prelievi di superficie e tamponi, consegna degli esiti analitici e ritiro delle somme dovute ai laboratori privati». «Successivamente – conclude Di Gregorio – si occupavano anche di consegnare a mano i falsi attestati».
fonte: Il Roma – Repubblica – Agenzie – 6/07/2011 – riproduzione riservata