«Il fallimento del negoziato per lo stop agli animali clonati desta non poche preoccupazioni e lascia i consumatori e gli operatori del settore senza una chiara legislazione in materia».
Una situazione che alimenta molte perplessità, con il rischio che sulle tavole di tutta Europa possano giungere carni, latte e formaggi da animali modificati geneticamente. E contro questa eventualità si sono espressi otto europei su dieci”. E’ quanto sottolineato dal presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi rammaricato per la conclusione negativa della trattativa.
“Ora -rimarca Politi- si dovrà ricominciare tutto daccapo, con una nuova proposta legislativa; ma nel frattempo la commercializzazione dei prodotti alimentari da animali clonati o dalla loro discendenza non è sottoposta ad alcuna regolamentazione. Siamo, quindi, d’accordo su quanto affermato dal vicepresidente dell’Europarlamento e presidente del Comitato di conciliazione Gianni Pittella per il quale è irrinunciabile garantire la libertà di scegliere per i consumatori e un approccio precauzionale per la tutela della salute, visto che restano ancora molte incertezze scientifiche sulle conseguenze della clonazione negli organismi. Non solo. I produttori agricoli si troveranno ad operare in un contesto privo delle necessarie certezze”.
“Da parte nostra -aggiunge il presidente della Cia- ribadiamo il nostro netto dissenso alla clonazione sia sotto il profilo della sicurezza alimentare che sotto l’aspetto etico. Condividiamo, pertanto, la posizione del Parlamento Ue e in particolare siamo in sintonia con le dichiarazioni del vicepresidente Pittella. Su una questione tanto delicata e complessa c’è bisogno di una più attenta riflessione, di un dibattito che non può essere condizionato da interessi economici, ma deve avere come obiettivo solo la salute e la sicurezza dei cittadini, garantendo nello stesso tempo i produttori. D’altra parte, su questi temi e sugli stessi Ogm la stragrande maggioranza dei cittadini italiani ed europei ha espresso netto dissenso”. “Crediamo, invece, che sia indispensabile procedere nella difesa e valorizzazione dell’agroalimentare tipico e di qualità che ha la sua base -conclude Politi- in un’agricoltura diversificata che produce alimenti salubri e fortemente legati al territorio”.
(Teleborsa) – Roma, 29 marzo 2011