Le Linee guida per la programmazione del fabbisogno del personale dettano vincoli esclusivamente per le amministrazioni statali; per le regioni e gli enti locali vengono fornite indicazioni a maglie molto larghe. È questa, la scelta di maggiore rilievo che caratterizza il testo riformulato alla luce dell’accordo in Conferenza Unificata, insieme al superamento delle dotazioni organiche, alla valorizzazione della programmazione del fabbisogno e all’indicazione che non è necessario assumere in questi documenti che il personale di cui l’ente ha necessità sia la mera somma di quello in servizio e delle assunzioni programmate.
Le Linee guida, da adottare con decreto ora al ministero dell’Economia per la firma di Padoan, ricorda inoltre la necessità di dar corso, prima dell’adozione, all’informazione preventiva ai soggetti sindacali, ma solo se prevista dal contratto nazionale, sottolinea il ruolo centrale dei dirigenti nella proposta e invita gli enti ad uno stretto raccordo con la revisione dei profili professionali.
Le Linee guida hanno un carattere vincolante per le amministrazioni statali e lasciano ampi margini di autonomia a regioni ed enti locali; margini che sono sottolineati dall’assenza di indicazioni specifiche, che invece sono dettate per il servizio sanitario.
La programmazione del fabbisogno del personale prende il posto della dotazione organica e diventa il nuovo documento essenziale di riferimento nella gestione delle risorse umane. In tal modo si passa da un contenitore rigido a un documento di programmazione dinamico che deve essere adottato ogni anno, e che dà attuazione alle priorità dettate dalla programmazione complessiva e dalla performance organizzativa.
Per le amministrazioni statali, il tetto di spesa della dotazione organica attualmente in vigore costituisce il vincolo non superabile dalla programmazione del fabbisogno: indicazione che per regioni ed enti locali deve essere intesa come principio generale. Non viene invece fatto proprio il vincolo per cui il nuovo organico dell’ente deve risultare dalla mera somma del personale in servizio e di quello di cui viene programmata l’assunzione, con il conseguente divieto di avere posti vacanti di cui non è prevista l’assunzione.
Nell’adozione del programma del fabbisogno, in vista di una sua prossima standardizzazione, occorre tener conto della necessità di dar corso alla razionalizzazione nell’utilizzo del personale e negli assetti organizzativi dell’ente; va di conseguenza superata la logica per cui le assunzioni vengono effettuate per la copertura delle cessazioni e non sulla base dell’analisi delle priorità.
Il documento ricorda che la mancata adozione del piano del fabbisogno, così come il superamento dei tetti finanziari, determineranno il divieto di effettuare assunzioni di personale dal sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Linee Guida; la stessa sanzione è prevista nel caso di mancata comunicazione della adozione del documento di programmazione.
Si deve infine sottolineare che il documento, riprendendo il dettato legislativo, spiega che già dal prossimo anno le amministrazioni dovranno trasmettere alla Funzione pubblica le informazioni sulle caratteristiche del personale in servizio e che, sulla base di queste informazioni, saranno indicate le assunzioni prioritarie che ogni ente dovrà effettuare.
Il Sole 24 Ore – 2 maggio 2018