Approvato oggi in Conferenza Stato-Regioni l’accordo sulla “Determinazione del fabbisogno per l’AA 2017-18 dei laureati magistrali a ciclo unico, dei laureati delle professioni sanitarie e dei laureati magistrali delle professioni sanitarie”. A integrazione e aggiornamento della precedente proposta del 15 maggio, martedì 23 il Ministero della Salute ha trasmesso la nuova proposta, recependo le istanze formulate lunedì 22 dalla Commissione Salute delle Regioni.
Oltre alla puntualizzazione sulla procedura seguita, ovvero “di un esame congiunto effettuato alla luce di valutazioni di ordine tecnico in sede istruttoria con le Regioni e le Province autonome”, il nuovo dossier è stato completato con l’aggiunta di alcune tabelle (A e B) che mancavano rispetto alle proposte dettagliate di ogni Regione e per ogni professione.
Resta la perplessità sulla mancata indicazione della somma totale per ogni Professione, anche perché in alcuni casi non corrisponde ai dati totali delle tabelle generali 1 e 2, che si riferiscono alle integrazioni in positivo e in negativo apportate dal Ministero della Salute già nella prima proposta del 15 maggio.
Ad esempio per Medici, somma Regioni 10.568 e totale Ministero Salute con 8.700 (-1.868); Odontoiatri, somma Regioni 1.054 e totale Ministero 850 (-204); Veterinari 492 delle Regioni e 520 del Ministero (+28); Farmacisti 896 delle Regioni e 448 del Ministero (-448).
Analoga situazione riguarda la metà delle 22 le Professioni Sanitarie ad esempio su Ostetrica da 719 della somma Regioni a totale a 672 (-47) del Ministero della Salute; Infermiere Pediatrico da 322 delle Regioni al 198 totale del Ministero (-124); per Dietista 340 delle Regioni rispetto a 410 (-70) del Ministero della Salute.
Va precisato che – ovviamente – pur non trattandosi di errori di calcolo, la cancellazione della riga con i totali crea tuttavia dubbi e perplessità. E, in ogni caso, va detto che è davvero esigua la differenza totale fra le proposte delle Regioni e quella del Ministero della Salute, con appena -292 (-1,2%).
Altro aspetto positivo è che è stata aggiunta anche la tabella A con i dati totali sulle proposte delle varie Categorie; in totale 30, di cui 22 per le Professioni sanitarie. Ma anche in questo caso mancano i dati dettagliati per Regione su ognuna delle 22 Professioni sanitarie. È una tabella di grande utilità sia per favorire una valutazione globale e adeguata delle varie proposte che ai fini della ripartizione dei posti da parte del Ministero dell’Università ai vari Atenei, che dovrebbe avvenire entro un mese, in modo che ai primi di luglio le Università possano indirei bandi di ammissione. È molto probabile una riduzione dei posti rispetto ai 25.205 posti dello scorso anno.
Rispetto alla proposta delle Regioni per 23.844 posti si rileva una riduzione di 2.095, pari al – 8,1% rispetto ai 25.995 dello scorso anno. Analoga riduzione viene anche dall’insieme delle 22 Professioni, da 30.694 a 29.282 con 1.412 in meno, pari al -4,6%, quindi in proporzioni minori. Lo scorso anno i posti a bando da parte delle Università sono stati 25.205, di poco inferiori ai 25.939 delle Regioni (-3%), ma decisamente meno dei 30.694 chiesti dalla Professioni, con differenza di – 5.489 (-18%).
Di questi, la carenza è in prevalenza su Infermieristica con i 19.285 chiesti dalla Federazione IPASVI e 14.958 dell’Università determinando una carenza di -4.327 (-22%).
Regioni, chi sale e chi scende
Rispetto alla riduzione dai 25.995 dello scorso anno agli attuali 23.844 incidono in particolare: Abruzzo da 870 a 288 (-67%), Molise da 300 a 141 (-53%), Basilicata da 224 a 145 (-35%), Lazio da 3.546 a 2.633 con -913 (-26%), Emilia Romagna da 2.557 a 2.257 (-12%) e Toscana da 1.659 a 1.459, concentrate in particolare su Infermieristica. A seguire, con il -7% Campania e Marche, e con -4% Piemonte e Liguria.
Mentre, al contrario aumentano Calabria da 540 a 775 (+44%) e Umbria da 351 a 484 (+38%), seguite da Friuli (+9%) e Trentino (+5%).
Resta invece stabile la Lombardia a 4.897 (0%), o quasi stabili il Veneto a 1.860 (-2%), la Puglia a 1.545 (+1%) e la Sicilia a 1.155 (-1%).
Professioni
La riduzione delle Regioni è stata fatta sulla maggioranza delle 22 Professioni, ben 16, con altre 2 invariate (Tecnici laboratorio e Prevenzione), e solo 4 con aumento: Educatore +7,1%; Tecnico Ortopedico +8,3%; Infermiere Pediatrico +14% e Dietista + 20%.
Le riduzioni maggiori riguardano Podologo -47%; Terapista Occupazionale -32%; Assistente Sanitario – 24% e a seguire altre 11 professioni fra cui Fisioterapista -11% e Infermiere -9%; Logopedista, Ostetrica e Tecnico Radiologia -3%; Igienista Dentale -1,2%.
Il quadro
Altri 910 infermieri in meno rispetto a quelli indicati dal ministero della Salute (che già erano oltre 4mila in meno del fabbisogno indicato dalla Federazione Ipasvi). In compenso quasi 2mila medici in più (1.860) sempre rispetto al ministero della Salute e oltre 2mila in confronto alla richiesta della Fnomceo che aveva chiaramente detto di puntare non al numero di iscrizioni all’Università, ma alla selezione delle specializzazioni. Sette veterinari in meno di quanto chiesto dal Ministero, numero che era a sua volta inferiore di 40 unità a quanto chiesto dalle professioni
Poi, quasi il doppio di farmacisti rispetto alla richiesta della Salute, mentre la Fofi aveva chiesto iscrizioni zero. E ancora 784 psicologi contro l’ulteriore richiesta zero di professione e ministero e via via numeri che nei totali difficilmente ricalcano i fabbisogni indicati dopo mesi di lavoro da ministero della Salute e Professioni, ma si avvicinano ancora una volta a uno storico che si sta cercando di abbandonare per una programmazione che abbia un respiro più a lungo termine.
Sarà il Miur come sempre a dire l’ultima parola e se le cose andranno come ogni anno ormai da tempo, tutti quelli dati finora saranno veramente solo “numeri”.
Tutto questo con buona pace del lavoro di oltre un anno svolto nell’ambito della Joint Action europea “Health Workforce Planning and Forecasting” su cui i fabbisogni si sarebbero dovuti basare per avere un quadro a lungo termine e non creare alla distanza nuovi disoccupati.
Al di là dei totali richiesti poi, è singolare il numero di professionisti chiesti in alcune Regioni rispetto ad altre (si veda il documento ufficiale). Ad esempio rispetto a una richiesta zero, appunto, di psicologi sia da parte della professione che della Salute, le Regioni sono a quota 784 e tra loro Sardegna ne chiede da sola 450.
Per quanto riguarda le lauree magistrali delle professioni col “3+2” invece i numeri sostanzialmente non cambiano molto in nessuna delle proposte. Un lavoro quindi estremamente frammentato quello condotto finora che lascia sicuramente spazio libero a una programmazione che più che basarsi sulla reale necessità della forza lavoro – anche a lungo termine – del Ssn, alla fine si tarerà come accade da molti anni sulla disponibilità didattica dell’Università.
Una rapida svolta delle Regioni, Veneto in testa, che non ha mandato giù il testo proposto dalla Salute. Con una nota di lunedì 22 scorso il Gruppo tecnico interregionale ha infatti posto il veto, chiedendo e ottenendo alcune modifiche nel testo e il ripristino della tabelle dettagliate sia per Regione che per ognuna delle 30 Professioni (di cui 22 profili e 8 fra Medicina e Psicologia). Inoltre, per le 22 Professioni sanitarie ha reintrodotto anche la tabella con le proposte dei fabbisogni con il totale nazionale.
25 maggio 2017 (fonti: Quotidiano sanità e il Sole 24 Ore sanità)