La presidente onoraria del Fai: in Italia una mafia potente spinge per il biotech
Signora Giulia Maria Crespi, lei sta seguendo con la massima attenzione lo sviluppo di Expo 2015, l’esposizione universale che si terrà a Milano. Che cosa si augura?
«”Nutrire il pianeta” è lo slogan di Expo 2015, che potrebbe essere un’occasione per ripensare al nostro modo di fare agricoltura senza gli enormi costi energetici e ambientali di quella odierna. Oggi occorre molto petrolio per produrre nitrati e pesticidi: ma il biologico non ha bisogno di questo. La gente vuole un’agricoltura che produca cibo più sicuro senza residui di pesticidi e di farmaci. L’agricoltura biologica offre tutto questo, infatti il cibo bio non conosce recessione. Spero che gli organizzatori ne tengano conto. Auguro successo al commissario unico Giuseppe Sala e a tutti: è un dovere far conoscere le leggi del mondo vegetale».
Ma perché è così fieramente ostile all’universo degli Ogm?
«Non sono laureata in agraria, ma da quarant’anni mi occupo d’agricoltura e ambiente, due ambiti in stretta connessione, perciò mi permetto di parlarne. Sono preoccupata per la questione Ogm. In Europa si sta discutendo se permettere la coltivazione Ogm, che sino ad ora era proibita. Abbiamo in molti l’impressione che in Italia si stia orchestrando una campagna contro il biologico e a favore degli Ogm da parte di alcune grandi ditte, opinion maker , e da una potente mafia».
A cosa si riferisce?
«Tutti dimenticano che la Monsanto e la Dow Chemical, che producono Ogm, sono multinazionali Usa che durante la guerra del Vietnam produssero l’agente arancio, miscela di sostanze tossiche impiegata come defogliante per stanare i vietcong e che ha lasciato un lungo strascico di morti e invalidi tra i soldati americani. Un componente dell’agente arancio è il 2,4-D, che è ancora oggi usato come diserbante anche nei Paesi dell’Unione europea. Un ramo della Dow Chemical, la Dow Agrosciences, è interessato a produrre piante geneticamente modificate resistenti proprio al 2,4-D».
Qualcuno dirà che lei è una dietrologa…
«L’agricoltura moderna si basa sull’impiego dei nitrati come concimi, sostanze usate in Germania durante la prima guerra mondiale per fabbricare esplosivi. Inoltre gli esteri fosforici, insetticidi largamente usati oggi per la loro azione neurotossica sugli insetti, sono parenti stretti del sarin, gas nervino dichiarato arma di distruzione di massa. Si possono elencare numerosi episodi tragici dovuti all’impiego di nitrati come esplosivi. Quei nitrati che vanno a concimare le nostre piante, anche quelle transgeniche. Le piante, in un terreno irrorato di diserbante e di concimi chimici, assorbono questi veleni. Ma la pianta Ogm non muore perché ha dentro di sé la resistenza alla sostanza diserbante. Ecco i pericoli…».
Il suo vecchio amico Umberto Veronesi è da tempo schierato a favore dell’Ogm: Lo ha affermato anche sul «Corriere della Sera ». Un parere come il suo non la fa riflettere?
«Vorrei esprimere la mia riconoscenza a questo grande personaggio che varie volte mi ha operato di cancro in modo eccellente e che io ho fortemente aiutato alla fine degli anni Sessanta per iniziare la sua ricerca. Vorrei però dirgli quanto mi rattrista leggere la sua adesione al nucleare e all’agricoltura transgenica e vederlo sostenere che andare contro gli Ogm è antistorico. Sbaglia! Sbaglia! E tralascia di dire che le piante Ogm, pure essendo resistenti a certe malattie come la piralide per il mais, devono comunque subire diserbi per essere liberate dalle erbe infestanti e venire fertilizzate da concimi convenzionali. Dimentica il pericolo che il polline di piante transgeniche possa impollinare piante non transgeniche costringendole a produrre semi, e quindi piante, transgenici? Il tutto all’insaputa dell’agricoltore che non vuole il transgenico. Le precauzioni sulla distanza tra campi coltivati a Ogm e campi no-Ogm non mi sembrano sufficienti».
E perché, signora Crespi?
«La Natura, si sa, è imprevedibile».
Veronesi cita il caso del mandarancio come esempio positivo.
«Veronesi non confonda il geneticamente modificato con l’ibrido realizzato dai genetisti. Nell’ibrido non viene inserito un gene di una specie del tutto diversa come negli Ogm. L’arancio e il mandarino sono due specie botaniche molto simili. Dunque sono ibridi e non Ogm».
In molti sostengono che l’Ogm sfamerà il mondo, però.
«A mio avviso è solo propaganda. E si è anche in mala fede se non si ricorda che l’agricoltura attuale, in cui trovano posto gli Ogm, sta provocando in alcuni Paesi in via di sviluppo enormi guasti, come la desertificazione per la distruzione delle foreste necessaria a recuperare terreno per coltivare soia e altre piante geneticamente modificate. Si acquistano ettari e ettari per coltivare piante non destinate a produrre cibo per sfamare ma per fabbricare biomassa, e tutto a scapito dell’agricoltura locale. Vengono costruiti grandi bacini con dighe, perché questo tipo di agricoltura spreca tanta acqua, e ciò causa l’impoverimento delle sorgenti. Un esempio? L’enorme bacino che stanno costruendo in Etiopia, che impoverirà il Nilo a danno degli agricoltori egiziani…».
Paolo Conti – Corriere della Sera – 4 novembre 2013