L’annuncio per la ricerca di giovani da assumere in vista dell’evento ha scatenato la corsa al posto. Le candidature sono triplicate rispetto a un anno fa: 30mila soltanto negli ultimi quattro mesi. E sono destinate a crescere ulteriormente
Expo 2015, 60mila curriculum per gli 800 contratti a termineLe richieste hanno iniziato a trasformarsi in una valanga a fine luglio, quando la società di gestione del 2015 e i sindacati locali hanno firmato l’accordo per i contratti “flessibili”. È bastato l’annuncio di quella caccia aperta a 800 giovani che, fra apprendisti, impiegati a termine e stagisti, lavoreranno tra i padiglioni di Rho-Pero a Milano per muovere le fila della manifestazione, a far triplicare le candidature: in quattro mesi sono stati quasi 30mila a farsi avanti per un posto in Expo. Poco più di 9.500 nello stesso periodo del 2012. Un piccolo esercito. Tanto che adesso nei cassetti della spa ci sono 58.800 curricula di quanti sperano di conquistarla, un’occupazione. Anche una, per sua natura, temporanea. Un numero destinato ad aumentare mano a mano che ci si avvicinerà all’inaugurazione.
È l’effetto della notorietà crescente di Expo. Ma anche di un mercato, quello del lavoro, che diventa sempre più un miraggio. Soprattutto per i giovani. Sono (anche) i figli della crisi, i migliaia di ragazzi e ragazze che hanno spedito altrettanti messaggi in una bottiglia in via Rovello. Una doppia lettura arriva dall’amministratore delegato della spa, Giuseppe Sala: «Sì, quei 58mila curricula sono il segno dell’interesse sempre più forte e positivo per Expo, ma anche di quanto, in questo momento, ci sia bisogno di lavoro. Pensiamo soprattutto ai giovani di tutta Italia: è a loro che vorremmo dare più opportunità possibili».
Per gestirla, questa massa di candidature spontanee o inviate dopo l’annuncio di una ricerca mirata di via Rovello, la società ha realizzato un database elettronico. È da lì, ad esempio, che si scopre come le richieste arrivino un po’ da tutta Italia e, per il 60 per cento, riguardino una fascia di età compresa tra i 25 e i 40 anni. Il 10 per cento giunge addirittura dall’estero, soprattutto dall’Europa, dall’Asia e dai Paesi del Bric, in particolare da quelle Nazioni che hanno appena vissuto o vivranno un grande evento come le Olimpiadi. Qualcuno è un cervello in fuga, che vorrebbe rientrare.
Con le 800 posizioni che seguiranno le nuove regole flessibili disegnate dall’accordo siglato con i sindacati, il fabbisogno della società si chiuderà. Una parte dei contratti a termine sarà riservata a disoccupati o persone in mobilità, per gli stagisti ci saranno rimborsi da 516 euro al mese. La maggior parte lavorerà nel 2015, ma un’ottantina di apprendisti (la prima ha appena firmato) inizierà a essere formata già nel 2014. «Le opportunità, però, non finiranno con i posti che offrirà direttamente la società», è convinto il commissario unico. Che spiega: «Da una parte ci sono i padiglioni dei Paesi. Solo la Germania, per esempio, prevede uno staff di 450 persone. E poi c’è tutto l’indotto e quello che scaturirà da Expo: dal punto di vista delle dimensioni, i numeri sono ancora più rilevanti. Ovviamente, in questo caso, si pone il problema delle regole delle assunzioni su cui il ministro Enrico Giovannini si sta confrontando con le parti sociali».
Perché la flessibilità in chiave Expo è diventata anche un tema caldo in ambito nazionale. Tra polemiche e il rischio paventato dai sindacati di una “deregulation”. Un accordo, per ora, ancora non c’è. «Eppure — continua Sala — riceviamo segnalazioni da diversi mondi come quello dell’accoglienza e della gestione degli eventi di quanto sarebbero importanti regole meno rigide».
Repubblica – 1 dicembre 2013