Teneva oltre 200 cani dentro strutture fatiscenti, sotto le intemperie, denutriti, in mezzo ai rifiuti e alle carcasse di altri animali.
E’ il titolare dell’allevamento ravennate “Pointer al vento” sequestrato nel 2008 dagli agenti del Nucleo investigativo per i reati in danno agli animali (Nirda) della Forestale.
L’allevatore, un veterinario in pensione, e’ accusato di maltrattamento di animali, detenzione incompatibile con le caratteristiche etologiche e produttive di gravi sofferenze e irregolarita’ nello smaltimento di raccolta e smaltimento di rifiuti fecali e liquami nonche’ di scarico di acque reflue industriali. Domani, al Tribunale di Ravenna, ci sara’ la seconda udienza del processo, e saranno ascoltati i primi testimoni.
A spiegarlo sono la Lega antivivisezione (Lav) e la Lega nazionale per la difesa del cane, che fanno anche sapere di essersi costituite parte civile assieme ad altre associazioni. Le associazioni ricordano che al momento del sequestro dell’allevamento, “le condizioni dei cani erano drammatiche: alcuni scheletrici, altri ammalati, tutti affamati e assetati, cuccioli nati da madri malconce, in mezzo ai rifiuti, senza alcun riparo dal cocente sole estivo e dal gelo invernale, dal vento e dalla pioggia. Molti dei cani sequestrati si trovano ora presso famiglie, dove ricevono cure e attenzioni”. Ora, affermano, “ci auguriamo che sia fatta giustizia per questi cani, per i quali auspicano un affidamento definitivo in famiglia”.
Il Resto del Carlino
15 novembre 2010