Il Gazzettino di Padova dà notizia oggi che il 18 gennaio, dopo una lunga vertenza, è stato raggiunto l’accordo con la nuova “6 Euganea” e le organizzazioni sindacali sulla “mala gestio” dei residui dei fondi di risultato. Vicende analoghe hanno interessato altre aziende sanitarie e nei giorni scorsi sono stati depositati dalle organizzazioni sindacali due ricorsi legali contro le ex Ulss 1 e 2 di Belluno e Feltre e le ex Ulss 5 e 19 di Rovigo ed Adria. Sono state già fissate le date delle prime udienze
L’Usl 6 Euganea restituirà 5 milioni e 200 mila euro a 450 dipendenti tra dirigenti, medici e veterinari dell’ex Usl 15 Alta padovana. Una somma già accantonata e detenuta nelle casse della nuova Ulss provinciale ma trattenuta, discrezionalmente, dalle direzioni generali delle aziende ospedaliere che si sono succedute negli ultimi 14 anni a Camposampiero e a Cittadella. Ma lo scorso 18 gennaio, dopo un anno e mezzo di trattativa, è stato raggiunto un accordo tra la nuova azienda ospedaliera padovana e le organizzazioni sindacali della dirigenza medica, che prevede la liquidazione di tutti gli arretrati che la direzione della ex Ulss 15 si era trattenuta nell’arco di 14 anni, dal 2002 al 2016. Un totale appunto di 5,2 milioni, una media di oltre 10 mila euro per ogni dipendente.
Le aziende ospedaliere di Camposampiero e Cittadella anziché liquidare i soldi ai dipendenti della propria struttura, come previsto dal contratto collettivo nazionale del giugno 2000, dal 2002 in poi hanno ritenuto opportuno impiegare le somme residue in eccesso dei fondi in altri capitoli di spesa. Per lo più i manager dell’ex Usl 15 hanno destinato parte di questi residui contrattuali nel sostenere i costi di guardie e di sedute operatorie aggiuntive a quelle già finanziate ordinariamente. Una buona causa, da parte dei vertici del management ospedaliero, ma questi soldi erano arrivati da Roma esplicitamente per sostenere e pagare i dipendenti della struttura socio sanitaria, e quindi spettavano di diritto ai dipendenti.
Confluite le Ulss nella 6 Euganea, è emersa l’anomalia: i sindacati si sono accorti infatti che le passate gestioni degli ospedali dell’Alta padovana avevano ancora accantonato, in una voce di bilancio in addebito da parte dell’azienda socio-sanitaria, 4 milioni e 200 mila euro dal 2002 al 2016, e un milione di euro relativo al 2017. Denaro spettante ai 450 tra dirigenti, medici e veterinari che si sono succeduti negli anni nei nosocomi di Camposampiero e Cittadella. «Si tratta di un risultato molto importante, poiché questo accordo ha evitato alle organizzazioni sindacali di intraprendere le vie giudiziali che ormai erano già state predisposte nei confronti della sola ex Ulss 15, in quanto le altre aziende padovane, ex Ulss 16 ed ex Ulss 17, hanno sempre provveduto a liquidare gli arretrati, di anno in anno, come previsto dalla vigente normativa contrattuale e come ribadito più volte anche dalla stessa Regione – spiega Giancarlo Go, della Cgil – L’accordo prevede il pagamento degli arretrati 2002-2016 entro giugno 2018 assieme al 45% dei residui relativi all’anno 2017, mentre il restante 55% sarà utilizzato per sanare particolari situazioni di disagio o carenza di organico». Restano in sospeso i residui della dirigenza sanitaria ed amministrativa (psicologi, farmacisti, ecc.), circa 800 mila euro, trattenuti sempre nel corso degli ultimi 14 anni.
DAL GAZZETTINO – Giovedì, 25 gennaio 2018