Nel braccio di ferro tra le ex Popolari e i risparmiatori beffati sulle azioni azzerate, la Regione spiana la strada ai tavoli di conciliazione. Mentre Veneto Banca, domani, vivrà l’assemblea degli azionisti per approvare l’azione di responsabilità contro gli ex vertici, ieri all’unanimità il consiglio regionale ha approvato il disegno di legge proposto dalla giunta, ma parzialmente riscritto grazie a un accordo trasversale fra maggioranza e opposizione, che modifica l’impegno a favore dei cittadini danneggiati dalle banche inizialmente previsto nella legge di Stabilità.
Scegliendo di aprire ai tavoli di conciliazione con i vecchi soci sulle azioni, i cui schemi, si spera dopo tanta attesa, Popolare di Vicenza e Veneto Banca dovrebbero approvare la prossima settimana nei cda del 22 e 23 novembre. Perché non solo lo stanziamento per le spese legali è stato raddoppiato da 500 mila a un milione di euro, ma è stato deciso che i fondi saranno concessi alle associazioni anche per gli accordi extragiudiziali.
Rispetto alla previsione originaria, è cruciale l’introduzione di questo comma: «La giunta regionale concede contributi ad associazioni e comitati rappresentativi dei danneggiati per le attività di consulenza e assistenza, anche in procedimenti di conciliazione, prestate a favore dei propri rappresentati». «Le modalità di intervento e di erogazione dei contributi», «i requisiti che devono possedere le associazioni e i comitati» e «le tipologie di attività di consulenza e di assistenza» saranno definiti in un regolamento.
«Ma visto che questo provvedimento non è ancora pronto, la legge rischia di restare sulla carta», ha lamentato Simone Scarabel del Movimento 5 Stelle. I leghisti hanno però sottolineato il valore delle modifiche al testo. «Garantiamo la possibilità di intentare class action per nome e per conto di migliaia di risparmiatori danneggiati -, ha sostenuto il governatore Luca Zaia -. Abbiamo voluto assicurare una valenza collettiva al fondo di solidarietà, in modo da estenderne e renderne più efficace l’azione ai fini di un possibile risarcimento», ha aggiunto Manuela Lanzarin, assessore al Sociale (sarà attivato un supporto psicologico per le vittime).
D’intesa con il controrelatore Stefano Fracasso del Pd, si è poi deciso di rivedere l’Isee nell’erogazione delle prestazioni sociosanitarie ai risparmiatori impoveriti dal crollo del valore delle azioni.
La notizia, per altro, non fa esultare le associazioni dei consumatori riconosciute. Adiconsum, Federconsumatori, Adoc e Legaconsumatori, già sul piede di guerra per i 700 mila euro girati dall’Antitrust al Veneto con le multe per i progetti a favore dei consumatori e al palo in Regione da febbraio, hanno scritto ora una lettera chiedendo una convocazione sul nuovo punto. «Quella che avevamo chiesto prima – dice Valter Rigobon, segretario regionale di Adiconsum Cisl -. Con centomila risparmiatori coinvolti 500 mila euro significa un contributo di 2,5 euro a persona. Quei soldi rischiano di essere aria fritta, se non vengono canalizzati in modo preciso. Se poi passa l’idea del bando, chi può partecipare? Rischia di diventare uno scannatoio».
Le idee per correggere il tiro non mancano. «Si può selezionare di sostenere, ad esempio, solo i piccoli risparmiatori, chi ha investito 20-30 mila euro – dice Rigobon – o decidere di investire i fondi sulle conciliazioni, come sostegno alle spese vive nella prima fase di consulenza, che serve a vagliare i singoli casi. Solo noi in Adiconsum abbiamo 52 sportelli, mandati avanti da volontari; ma le spese vive sono tutte lì. Senza regole precise questo diventa un modo con cui la Regione si lava la coscienza, dicendo di aver fatto qualcosa».
Angela Pederiva – Il Corriere del Veneto – 15 novembre 2016