La pandemia ha messo in luce che la qualità e l’intensità del coordinamento delle misure anticrisi, dalla circolazione delle persone al funzionamento dei trasporti alla fornitura di farmaci e attrezzature sanitarie, sono rimaste sostanzialmente deboli.
Fa eccezione la centralizzazione della definizione e della firma dei contratti per l’acquisto dei potenziali vaccini, ora – a quanto pare – in dirittura d’arrivo (di autorizzazione). Il Parlamento Ue ha pubblicato un ‘paper’ nel quale viene fatto il punto della situazione sulla scorta di un recente seminario organizzato dalla commissione mercato interno e protezione consumatori.
In questo quadro si pone il problema se regga ancora la distinzione tra cittadini Ue e cittadini di Paesi terzi: anche questi ultimi durante la crisi hanno fatto parte della categoria dei «critici»(per non parlare delle persone che lavorano presso le famiglie e non sono regolarizzate). Si tratta di un tema non secondario in relazione alla libera circolazione delle persone nella Ue.
E’ aumentato il ricorso al centro Ue dei consumatori
Durante la pandemia è aumentato il ricorso al centro Ue dei consumatori che ha registrato un numero di chiamate doppie rispetto al 2019: il 51% delle richieste riguardava i diritti dei passeggeri aerei, il 20% l’alloggio, il 15% i viaggi tutto compreso. Il rischio frodi nel commercio on line è all’ordine del giorno; i negozi on line e i servizi di consegna non erano pronti per una domanda superiore al normale; scorte insufficienti per certi beni.
È possibile che asporto e consegna a domicilio si impongano come modello oltre la pandemia. E che prosegua l’ospitalità «senza contatto» ad alta tecnologia (alberghi, ristoranti): pagamenti senza contatti, accesso ai menu digitali, ascensori e porte di entrata senza contatti. Addirittura potrebbe ridursi il lavoro sommerso, pesantemente colpito dalla pandemia: la nuova situazione potrebbe accelerare ulteriormente l’automazione.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)