La Commissione sta intraprendendo “una revisione della politica di promozione dei prodotti agricoli, nell’ottica di potenziare il proprio contributo alla produzione e al consumo sostenibili, e in linea con il passaggio a una dieta con più verdura, meno carni rosse e lavorate e altri alimenti legati al rischio di cancro, più frutta e verdura”. La proposta è stata duramente criticata dall’Associazione industriali delle carni e dei salumi aderente a Confindustria (Assica)
Il Corriere della Sera. «L’Ue non ha intenzione di proibire il vino, né di etichettarlo come una sostanza tossica, perché fa parte dello stile di vita europeo», ha detto ieri il vicepresidente della Commissione Ue Margaritis Schinas presentando il Piano europeo di lotta contro il cancro. Ma la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, ha aggiunto che la Commissione presenterà «una proposta di etichettatura obbligatoria per l’elenco degli ingredienti e dichiarazione nutrizionale sull’etichetta delle bevande alcoliche nel 2022 e una sulle avvertenze sulla salute nel 2023». Iniziative «che saranno costruite sulle esperienze già compiute dai produttori — ha precisato — per dare ai consumatori più strumenti per scegliere con più consapevolezza».
Le etichette sono una delle misure insieme alla tassazione che andranno a contribuire alla prevenzione, una delle quattro aree di intervento del piano che mette a disposizione degli Stati membri 4 miliardi di euro. Gli altri tre ambiti di azione sono lo screening precoce, il miglioramento dell’accesso a diagnosi e trattamenti innovativi, il miglioramento della qualità di vita dei pazienti e di chi è guarito. L’anno scorso si sono ammalati di tumore 2,7 milioni di europei e 1,3 milioni hanno perso la vita a causa della malattia: la Commissione stima che senza un intervento tempestivo i casi aumenteranno quasi del 25% entro il 2035, facendo del cancro la prima causa di morte nell’Ue. Uno degli obiettivi è quello di proteggere i cittadini dai «tumori evitabili», ha spiegato Kyriakides. Per questo la prevenzione ha un ruolo centrale nel piano, che «mira a sensibilizzare e affrontare i principali fattori di rischio — si legge nel documento — come i tumori causati dal fumo, il consumo dannoso di alcol, l’obesità e la mancanza di attività fisica, l’esposizione all’inquinamento, alle sostanze cancerogene e alle radiazioni, nonché i tumori innescati da agenti infettivi».
La Commissione proporrà quindi «un’etichettatura nutrizionale obbligatoria e armonizzata nella parte anteriore della confezione per consentire ai consumatori di fare scelte alimentari informate, sane e sostenibili» e sosterrà gli Stati membri e le parti interessate «nei loro sforzi sulla riformulazione e sull’attuazione di politiche efficaci per ridurre la commercializzazione di prodotti alimentari malsani». Inoltre, si legge nel documento, «la Commissione sta intraprendendo una revisione della politica di promozione dei prodotti agricoli, nell’ottica di potenziare il proprio contributo alla produzione e al consumo sostenibili, e in linea con il passaggio a una dieta con più verdura, meno carni rosse e lavorate e altri alimenti legati al rischio di cancro, più frutta e verdura».
I miliardi
Il piano prevede lo stanziamento di 4 miliardi di euro per la prevenzione del cancro
La proposta è stata duramente criticata dall’Associazione industriali delle carni e dei salumi aderente a Confindustria (Assica). Per il presidente Nicola Levoni «anche la scienza è unanime nel dire che non è il prodotto in sé a essere pericoloso, ma la quantità che se ne assume». Nei giorni scorsi preoccupazioni erano emerse anche nel mondo del vino. Le parole di Schinas sono state accolte con sollievo da Coldiretti e dalla filiera vitivinicola di Confagricoltura, Cia-Agricoltori Italiani, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Copagri, Federvini, Federdoc, Assoenologi e dall’Unione Italiana Vini per la quale sarebbe «inaccettabile» l’inserimento del vino in una black list che assimili il consumo di vino al fumo. L’obiettivo del piano è «ridurre il consumo di alcol nocivo» perché «il danno correlato all’alcol è una delle principali preoccupazioni per la salute pubblica nell’Ue».