Solo propaganda, nulla che abbia un seppur minimo contatto con la realtà. Con in più il rischio di fomentare guerre tra poveri.
L’ipotesi del ritorno al lavoro per una parte degli esodati, ventilata in una lettera inviata ai sindacati dal ministro, anche sulla base di sconti contributivi alle imprese che assumono, non convince proprio i sindacati. Il problema riguarda i lavoratori in esodo volontario incentivato, in mobilità, destinatari delle prestazioni a carico dei fondi di solidarietà e in esonero dal servizio che rischiano, a seguito dell’innalzamento repentino dei requisiti pensionistici, di rimanere senza reddito.
Sugli esodati il balletto dei numeri
Sullo sfondo il balletto dei numeri che nelle ultime settimane hanno tentato di stimare la platea degli esodati: l’Inps ha parlato di 130mila persone (si tratta dei potenziali lavoratori coinvolti nei prossimi quattro anni, in procedure di mobilità, in esodi individuali incentivati), Fornero di 65mila. La Cgil ha replicato: i numeri sono sballati, il Governo conferma i dati che erano contenuti in manovra e che si riferiscono a una sola delle tipologie di lavoratori senza stipendio e senza pensione.
La Cgil: non ci risulta che ci sia un accordo con le imprese
La Cgil bolla l’eventualità di un ritorno al lavoro degli esodati come inconsistente in quanto, spiega, non risulta che il Governo abbia raggiunto un’intesa con le aziende. Il segretario generale della Uil Luigi Angeletti, invece, pone un’altra questione: non è detto, dice, che ci siano ancora i posti a disposizione per le aziende. I miracoli, dunque, non sono possibili. Meglio, continua Angeletti – e la soluzione è proposta anche dal capogruppo del Pd in commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano – prevedere che queste persone possano uscire con le vecchie regole di accesso al pensionamento. I sindacati nutrono forti perplessità anche in merito a un’altra soluzione, circolata nelle ultime ore, quella cioè di trasformare gli esodandi in una sorta di categoria protetta, con vantaggi per le imprese che li assumonono.
Fornero spiega il Ddl alle tute blu della Fiom
Lunedì Fornero parteciperà all’assemblea dei lavoratori dell’Alenia di Torino – dopo aver ricevuto l’invito della Fiom – e coglierà l’occasione per illustrare le novità introdotte dal Ddl alle tute blu. Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni è perentorio: prima di andare all’Alenia il ministro deve affrontare il nodo degli esodati. «Stiamo ancora aspettando di essere convocati», ricorda Bonanni. «Il ministro – aggiunge – farebbe bene a incontrarci, poi può andare dove vuole».
Lamonica (Cgil): sugli esodati attendiamo un tavolo con ministro
Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, commenta le anticipazioni giornalistiche sulle ipotetiche soluzioni allo studio del ministero del lavoro. «Attendiamo sempre che un vero tavolo di confronto possa affrontare con serietà il tema dei lavoratori in esodo, mobilità, cassa integrazione straordinaria, licenziati in prosecuzione volontaria, ai quali tutti va data una risposta che restituisca certezze e serenità» afferma. Secondo Lamonica, le soluzioni fin ora proposte dal ministro sono «palesemente inconsistenti».
Il ritorno al lavoro è, secondo la sindacalista, tra queste: «non ci risulta – spiega – che il governo abbia stipulato un accordo in tal senso con il sistema delle imprese né che abbia deciso di riaprire con decreto le aziende chiuse ed i piani di ristrutturazione realizzati». «Non convincono neppure – continua ancora la dirigente della Cgil – le cosiddette “corsie preferenziali” perché ciò significa non avere proprio a mente qual è la reale condizione del Paese sul terreno dell’occupazione, significa innescare pericolose guerre tra poveri e far prendere alle decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici coinvolte una “corsia” verso il nulla».
Bonanni: revisione articolo 18 solo con taglio dei tempi per le cause
Il segretario della Cisl Bonanni interviene anche sulla flessibilità in uscita: «la revisione dell’articolo 18 – afferma – si giustifica se riduce i tempi delle cause e poi se riesce a trovare sistemi di accordo e conciliazioni tra le persone e se fa chiarezza sui licenziamenti economici. Il modello tedesco – continua il leader della Cisl – è quello che meglio si addice a questo caso. A Monti abbiamo detto che eravamo d’accordo sui licenziamenti economici ma questo canale deve esser emesso al sicuro da azioni fraudolente».
ilsole24ore.com – 23 aprile 2012