Per le prestazioni prescritte entro marzo resta il vecchio tariffario, ma prima dell’estate il ministero della Salute punta a cambiare i prezzi troppo bassi. Tra le prestazioni per le quali vengono riviste le tariffe in vigore dal prossimo 1 aprile ci sono anche le classiche analisi del sangue
Ma veniamo alle tappe di questo percorso che eviterà così anche il rischio di un ulteriore slittamento dei nuovi Lea (le prestazioni gratuite a carico del Ssn) che a questo punto come previsto entreranno in vigore insieme al nuovo tariffario sempre il 1 aprile: si va dalle tecniche di procreazione assistita a nuove cure innovative contro i tumori fino a una serie di test genetici neonatali.
La prima tappa, la soluzione ponte, è stata appena superata: nei giorni scorsi il ministero dell’Economia e quello della Salute hanno deciso di adottare un decreto d’urgenza – approvato in Conferenza Stato Regioni – per creare un periodo di transizione tra l’applicazione delle vecchie e delle nuove tariffe. Il decreto prevede che le «prescrizioni emesse entro il 31 marzo 2024» relative a codici e prestazioni contenute» sia nell’elenco della specialistica ambulatoriale che della protesica saranno erogate con l’attuale tariffario «entro e non oltre il 31 dicembre 2024». In pratica quanto sarà prescritto entro la fine di questo mese ed erogato nei mesi successivi (e comunque entro l’anno) potrà beneficiare ancora delle vecchie tariffe.
La seconda tappa invece si scriverà in queste settimane, ma le idee al ministero della Salute sono già abbastanza chiare come ha anticipato anche il sottosegretario Marcello Gemmato quando ha sottolineato come il nodo sul nuovo tariffario sia quello di «rendere sostenibile il sistema e per questo ci stiamo interrogando su come farlo acquisendo e trovando fonti di finanziamento, ma soprattutto cercando di andare incontro a un pezzo della nostra economia che dà servizi sanitari ai cittadini».
I tecnici del ministero della Salute sono dunque a lavoro per trovare le risorse: si ipotizza qualche decina di milioni. Al dicastero si stanno già attivando gruppi di lavoro misti integrati con i vari rappresentanti del settore dei laboratori e delle protesi e con le Regioni per aggiornare le tariffe il più presto possibile. L’obiettivo è arrivare in pochi mesi con uno o più decreti a modificare le tariffe più basse o giudicate non sostenibili, in pratica un lavoro chirurgico sulle singole tariffe. L’altro intervento è trovare per ciascuno dei macro ambiti – laboratorio, protesica, attività ambulatoriali – delle prestazioni aggiuntive generiche da tariffare, e che oggi non ci sono, in modo da riportare il valore economico delle attività in linea con i costi.
Intanto le associazioni di categoria che riuniscono le strutture accreditate con il Servizio sanitario e che nelle settimane scorse avevano paventato il «rischio tracollo» per il Ssn e liste d’attesa monstre davanti a tariffe inadeguate a coprire i costi, restano caute e guardano a Regioni che come la Lombardia potrebbero far fronte di tasca propria contribuendo a rendere le tariffe sostenibili. «Sono molto preoccupato: se non interverrà un provvedimento nazionale per evitare una situazione gravissima, l’auspicio è che almeno le regioni non in Piano di rientro intervengano per rendere sostenibili almeno una 60ina di prestazioni tra quelle più a rischio – afferma Gabriele Pelissero, vicepresidente dell’Aiop che riunisce le cliniche dell’ospedalità privata e convenzionata -. La prospettiva da seguire è sempre il punto di vista dell’interesse dei propri cittadini e malati – aggiunge -: correre ai ripari sarebbe un segno di grande responsabilità».
Dall’Uap, Unione ambulatori e poliambulatori – che riunisce Anisap, Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti, Confapi, Unindustria, Fenaspat, Federlazio – sul tema del nuovo tariffario, che ha espresso «apprezzamento» per l’impegno di Gemmato l’indicazione al Governo di «rivedere il tariffario come hanno già fatto alcune regioni più virtuose del Nord, come l’Emiliae la Lombardia. Ci auguriamo di essere convocati al più presto dal ministero».
Il Sole 24 Ore
Marzio Bartoloni
Barbara Gobbi