Il Corriere Veneto. Una perdita momentanea di vista: esami clinici per capire cosa è successo a fine dicembre. Ma non di quest’anno, del 2021. Tutta colpa dell’emergenza sanitaria che, urgenze escluse, sta facendo slittare, in alcuni casi a data da destinarsi, visite specialistiche, esami di approfondimento e controlli di routine. E così, il caso dell’anziano a cui, dopo un preoccupante annebbiamento alla vista e un’immediata visita oculistica in ospedale, sono state prescritte analisi di accertamento non disponibili fino a fine anno prossimo non è isolato.
Le Usl e la Regione Veneto ancora settimane fa hanno informato che, come durante il primo lockdown, l’ordinario avrebbe subito ritardi nell’acuirsi della seconda ondata della pandemia. I tempi d’attesa, tuttavia, stanno diventando, per pazienti e sindacati, allarmanti. «A fine emergenza, si rischia di avere una seconda emergenza legata all’arretrato da smaltire – dice Daniele Giordano, Cgil Funzione pubblica – Abbiamo decine di segnalazioni di visite di controllo oncologico fissate ad un anno e di migliaia di appuntamenti rimandati. Nel Veneziano, poi, le operazioni alla cataratta sono state posticipate senza data, si tratta di una malattia debilitante che colpisce soprattutto gli anziani. Ci viene spiegato che è già stato recuperato quanto slittato la scorsa primavera, ciò non toglie che la situazione sia preoccupante». Il timore è che la mancata prevenzione aggravi lo stato di salute dei pazienti e che, «a fine epidemia – conclude Giordano – il personale dopo mesi in trincea dovrà restarci ancora per recuperare. D’altronde, se non si assumono medici e infermieri e non si fa programmazione sanitaria…».
C’è da dire che in caso di urgenze la macchina sanitaria si mette subito in moto. Una frattura che necessita di operazione, una neoplasia su cui intervenire e, in generale, tutti gli interventi cosiddetti «salva vita» vengono trattati. Quello che salta è, appunto, la routine, ciò che può essere procrastinato nonostante si corra il rischio che le condizioni del paziente si possano aggravare. «Tutte le segnalazioni che riceviamo vanno in questa direzione, ossia che i tempi per le visite specialiste e gli esami “normali” sono biblici – spiega Giuseppe Cicciù, segretario regionale del Tribunale del Malato – E non c’è omogeneità nei servizi erogati, in ogni Usl la situazione è diversa: in alcune è più seria come ad esempio nell’Alto Vicentino, in altre qualcosa ancora si riesce a fare, purtroppo non riusciamo ad avere dati e numeri puntuali». Le sedi del Tribunale del Malato all’interno degli ospedali sono state chiuse in rispetto delle misure anti-Covid: «È diventato più difficile interloquire con i pazienti – precisa Cicciù – ma siamo molto allarmati, stanno saltando tutti i diritti del malato: siamo sicuri che quando l’emergenza sanitaria sarà rientrata emergeranno molti problemi». E il Tribunale del Malato è pronto a dare battaglia: «Denunceremo ogni irregolarità», promette il segretario regionale.
«Oggi non si può fare prevenzione, sono settimane, anzi mesi che lo diciamo», commenta Domenico Crisarà, presidente dei medici di base del Veneto. Può anche capitare, come ad esempio nel caso dell’uomo con la vista annebbiata, che il suo medico di famiglia ritenga la visita urgente «ma poi gli specialisti derubrichino la condizione – continua – in un caso del genere, il problema diventa di tipo organizzativo: se sbaglio una prescrizione o do una valutazione non adeguata ad un problema dovrebbe esserci un ritorno, anche per correggere altri comportamenti non appropriati per il futuro». Ma il feedback dallo specialista non c’era prima del Covid e tanto meno c’è ora. «La mia esperienza mostra che in casi davvero gravi la sanità sta funzionando. Ho un paziente con melanoma e ho dovuto convincerlo io a farsi operare: temeva di contagiarsi – aggiunge – una signora che già aveva avuto un tumore al seno, ora ha una ricaduta ed è puntualmente seguita». Due casi che, appunto, confermano che le urgenze non sono trascurate, nonostante il Covid. «Per fortuna siamo in Veneto, a fine emergenza troveremo un sistema per sistemare tutto come dopo la prima ondata – conclude Crisarà – C’è tuttavia da dire che ognuno di noi dovrebbe abbassare le pretese in questo momento: il sistema sta dando moltissimo e non sempre è possibile risolvere subito ogni problema».