La scorsa settimana un’epidemia di gastroenteriti è stata registrata nell’est della Germania. Le autorità di Berlino riferiscono che al 29 settembre più di 8.300 bambini e alcuni insegnanti hanno manifestato sintomi gastrointestinali con vomito e diarrea, dopo aver consumato alimenti nelle mense delle scuole e asili. Secondo l’agenzia di stampa tedesca (dapd), in Sassonia sono stati riscontrati almeno 16 casi di Norovirus mentre in Turingia 7 casi. Le indagini di laboratorio sono ancora in corso per chiarire se il virus in questione sia stata la causa delle gastroenteriti. Fino a venerdì i casi riscontrati erano circa 4000, numero salito drammaticamente da martedì 26 settembre quando i primi casi si sono manifestati.
Il Robert Koch Institute, che opera per il ministero della salute tedesco, ha dichiarato che i pasti consumati dai bambini sono stati erogati probabilmente da un singolo fornitore, ma le ricerche sono ancora in corso per stabilire l’origine esatta della contaminazione.
Il Norovirus
I Norovirus (NoV) sono agenti patogeni virali a singolo filamento di RNA appartenenti alla famiglia delle Caliciviridae. Sono anche comunemente noti come virus di Norwalk, dal nome della città dell’Ohio centro dei primi casi nel 1968. I NoV sono conosciuti come una delle maggiori cause di gastroenteriti acute di origine non batterica. Negli USA sono responsabili dell’85% di tutti i casi di gastroenteriti e percentuali simili si riscontrano in Giappone e Australia. In Europa sono invece responsabili del 40% delle gastroenteriti non batteriche.
In Italia, a causa della mancanza di un sistema di sorveglianza delle patologie gastroenteriche acute, insieme al fatto che la malattia nella maggior parte dei casi non richiede cure ospedaliere, non si hanno dei dati attendibili sull’effettiva distribuzione nella popolazione. Le infezioni causate da Norovirus si manifestano soprattutto in contesti comunitari, negli ospedali, nelle case di riposo, nelle scuole o, tipicamente, in ambienti confinati, come per esempio le navi da commercio e da crociera. Per il contagio sono sufficienti appena 10 particelle virali.
Il virus viene espulso attraverso feci e vomito e il contagio avviene soprattutto per via oro-fecale o per via aerea a causa dell’ inalazione di particelle di aerosol durante gli episodi di vomito, oltre che a seguito di ingestione di alimenti e acque contaminate e da contatto con superfici infette. Nell’ambiente esterno sono in grado di resistere diversi giorni e, una volta eliminati con le feci, possono resistere nelle acque di scarico nonostante trattamenti come la clorazione.
La malattia si manifesta dopo un periodo di incubazione che va dalle 10 alle 50 ore con crampi allo stomaco, dolori addominali, diarrea, disturbi circolatori, vomito, nausea e raramente febbre. La guarigione avviene nel giro di due giorni ma seri rischi per la salute esistono soprattutto per le persone anziane e i bambini a causa di squilibri idroelettrolitici indotti da vomito e diarrea.
Gli alimenti più coinvolti per la trasmissione all’uomo sono generalmente quelli consumati crudi o poco cotti. Per i prodotti ortofrutticoli, la contaminazione può avvenire all’origine da irrigazione con acqua contaminata, mentre i molluschi bivalvi possono trattenere il virus filtrando acqua contaminata.
Per la contaminazione secondaria, i rischi principali derivano da un mancato rispetto delle norme igienico-sanitarie durante la manipolazione, preparazione e distribuzione, dal contatto con superfici infette, alimenti infetti (contaminazione crociata) o ad opera del personale.
I NoV sono in grado di resistere nell’alimento per diverso tempo e, come molti patogeni enterici, sopravvivono a temperature anche sopra i 60°C o al di sotto dei 10°C. I trattamenti con il freddo consentono la sopravvivenza del virus anche per mesi, mentre i trattamenti con calore sembrano i più efficienti. In genere è necessario applicare una temperatura di 90° per 1-2 minuti al cuore del prodotto per essere sicuri di inattivare il virus presente.
A seguito si un’infezione da Norovirus si è immuni per pochi mesi, ma ad ora non esiste un vaccino e, di conseguenza, il rispetto delle regole igienico sanitarie rappresenta l’unica forma di prevenzione.
Anche in questo caso valgono le regole tipiche per la prevenzione delle tossinfezioni alimentari (da: http://www.epicentro.iss.it/problemi/norovirus/norovirus.asp)
sicurezzaalimentare.it – 3 ottobre 2012