Organizzato un incontro con i ministri della Sanità di undici Paesi per arginare la diffusione del virus. Gli esperti: «Nessun allarme fuori dal continente africano». Dopo l’allarme di Medici senza frontiere, che ha definito l’epidemia di Ebola in Africa «fuori controllo», si muove l’Organizzazione mondiale della sanità, con la richiesta di «misure drastiche» per fermare l’avanzata del virus. Inoltre l’Oms ha organizzato per il 2 e 3 luglio ad Accra (nel Ghana) un incontro con i ministri della Sanità di undici Paesi e altri rappresentanti, «per discutere di come risolvere la crisi e sviluppare un piano globale per la risposta operativa inter-Paese». Una misura necessaria – spiega l’organizzazione – a causa del «numero di decessi e di casi di febbre emorragica in continuo aumento in Guinea, Liberia e Sierra Leone». L’epidemia di Ebola che sta colpendo l’Africa, ribadisce l’ente mondiale, è la «più grave che sia mai esistita».
Quattrocento morti
L’allarme è stato lanciato per «arginare la trasmissione dell’epidemia nei Paesi vicini ed evitare la diffusione internazionale del virus», spiega Luis Sambo, direttore regionale per l’Africa dell’Oms. Nei paesi colpiti – Liberia, Sierra Leone e Guinea – i casi dall’inizio dell’anno sono 635 e i decessi 399. «È indispensabile rafforzare gli sforzi di risposta, promuovere la collaborazione e la condivisione transfrontaliera sui casi sospetti» prosegue l’Oms, che ha finora fornito assistenza tecnica con un team di oltre 150 esperti. Il virus Ebola è altamente contagioso e il tasso di mortalità può arrivare fino al 90% casi.
«Casi in Italia improbabili»
L’Ebola fa paura, ma in Italia possiamo stare tranquilli. A dirlo è Gianni Rezza, epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità, secondo cui l’epidemia è più lunga del solito a causa del fatto che interessa territori di confine e segnati dalla guerra, ma un arrivo di casi nel nostro Paese è altamente improbabile. «L’epidemia sembrava sotto controllo, soprattutto in Guinea, ma i casi sono di nuovo aumentati soprattutto per il coinvolgimento di altri Paesi – spiega Rezza -. Questo non vuol dire che sia fuori controllo, direi che è ancora localizzata, ma sta durando troppo a lungo. Questo è dovuto al fatto che interessa almeno tre frontiere, in zone di guerra dove è difficile mettere in campo quel cordone sanitario che ha controllato la malattia in altre zone. Questo non vuol dire però che c’è un pericolo per il mondo, né che è pericoloso viaggiare in quei Paesi, anche perché le zone interessate, tranne qualche eccezione, sono isolate». L’esperto esclude anche la possibilità che qualche persona malata possa arrivare in Italia. «L’epidemia è concentrata in zone remote, è difficile che qualcuno da lì prenda un aereo per l’Europa – afferma Rezza -, peraltro non ci sono voli diretti per l’Italia. Inoltre chi si ammala sta molto male da subito, è facile da identificare e isolare nel caso sia necessario».
«No allarme fuori dall’Africa»
Dello stesso parere Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma, secondo cui «la possibilità che l’epidemia raggiunga Paesi al di fuori dell’Africa è assurda». «L’epidemia sta avendo una durata maggiore del solito, anche se il numero di vittime non è ancora così alto da costituire un record – spiega Ippolito, il cui istituto ha inviato alcuni ricercatori in Africa in aiuto alle autorità sanitarie locali -. Il problema è che le vittime vengono nascoste nei villaggi senza informare le autorità e questo ovviamente rende più difficile circoscrivere i focolai. Inoltre questa forma di Ebola non si presenta sempre come febbre emorragica come le altre, ma ha delle caratteristiche gastrointestinali che la rendono più difficile da identificare». Secondo l’esperto è possibile che arrivino in Europa alcuni casi importati, ma l’ipotesi di un’epidemia allargata è improbabile. «Il rischio che qualche persona infetta arrivi, magari in aereo, c’è – sottolinea Ippolito -, ma che l’epidemia esca dall’Africa mi sembra francamente un‘ipotesi assurda».
Corriere.it – 26 giugno 2014