Nei primi 8 mesi dell’anno le entrate contributive dell’Inps, comprensive delle risultanze dell’ex-Inpdap e dell’ex-Enpals, sono risultate inferiori di 581 milioni rispetto a quelle registrate nel corrispondente periodo del 2011, attestandosi sui 132.767 milioni. Al risultato di cassa ha peraltro contribuito il sensibile aumento delle rateizzazioni dei versamenti richieste dai contribuenti. Lo rileva la Ragioneria Generale dello Stato nel rapporto sulle entrate tributarie gennaio-agosto 2012. Per quanto riguarda gli incassi contributivi dell’Inps nei primi otto mesi del 2012 (al netto di Inpdap ed Enpals) essi sono risultati sostanzialmente in linea con quelli realizzati nello stesso periodo del 2011, (-0,1 %).
Il dato complessivo risulta da una combinazione di fattori di segno opposto.
In particolare: la disposizione normativa che ha concesso una sospensione dei termini di pagamento dei contributi sociali per i comuni colpiti dal sisma nel maggio scorso (decreto-legge n.74/2012 e successive modifiche) e l’incasso da parte dell’Inps di oltre 900 milioni relativi al recupero di crediti già cartolarizzati, avente però carattere di una tantum.
I premi incassati dall’INAIL hanno subito un calo del 2,6 per cento. Si conferma, invece, la crescita degli incassi contributivi delle casse privatizzate, trainate anche da alcuni aumenti delle aliquote.
Le entrate tributarie degli enti territoriali nei primi otto mesi si sono attestate a 26,043 miliardi di euro con una variazione positiva di 1,181 miliardi (+4,8%). In sensibile crescita l’addizionale regionale interessata dall’aumento dell’aliquota base all’1,23% (dallo 0,90% precedente).
«L’integrazione di Inpdap ed Enpals in Inps porterà alla creazione di un ente efficiente e trasparente, per tutti. A partire dal ruolo che devono giocare le Amministrazioni pubbliche in qualità di datori di lavoro di oltre tre milioni di lavoratori attivi. La previdenza dei dipendenti pubblici è strutturalmente deficitaria: il blocco del turn over negli enti pubblici ha creato un irreversibile sbilancio tra le entrate contributive e le uscite per prestazioni. Non è l’unica gestione in Inps ad essere in questa situazione. Ma il sistema previdenziale vive per sua natura della strutturale solidarietà tra gestioni». Lo sostiene il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, a commento di quanto scritto oggi sulla stampa nazionale.
«Le cifre che riguardano la nota di assestamento di bilancio (i 5,8 miliardi di passivo della gestione Inpdap e i 10 miliardi di disavanzo patrimoniale dell’Istituto della previdenza pubblica) sono già conosciute; – continua Mastrapasqua – anche nello scorso mese di luglio sono state divulgate dalle agenzie di stampa. E questo non modifica la piena consapevolezza di una sostanziale stabilità dei conti dell’Istituto e del sistema previdenziale italiano. Gli effetti delle riforme degli anni scorsi e quelli della Monti-Fornero, che si produrranno compiutamente dal prossimo anno, hanno messo definitivamente in sicurezza i conti della previdenza italiana».
«La situazione critica in cui versava il bilancio Inpdap era nota: non è conseguenza né dell’azione degli amministratori precedenti, né del lavoro efficiente dei dipendenti. Lo Stato ha sempre trasferito le risorse finanziarie a copertura del bilancio Inpdap, farà altrettanto nei confronti dell’Inps ora che l’Inpdap è soppresso. Il presidente e gli organi dell’Inps – conclude Mastrapasqua – hanno già evidenziato al Governo i problemi e proposto alcune ipotesi di transizione per assorbire i temporanei disavanzi, che in nulla possono modificare le prestazioni previdenziali dovute a tutti i lavoratori, pubblici e privati».
6 ottobre 2012 – riproduzione riservata