Una lunga seduta consiliare e un nuovo passo deciso verso la “rifondazione” del sistema-Regione intrapresa dal monocolore presidenziale di Luca Zaia, mentre l’opposizione grida alla lesa democrazia e spunta qualche (timida) perplessità dalle stesse file leghiste.
Cominciamo dalla fine, cioè dall’approvazione della legge che autorizza la Giunta a commissariare 25 enti – Consorzi di bonifica, Agenzie, Esu, Istituti, Parchi – sostituendo i costosi amministratori esterni con funzionari regionali già retribuiti. Botta, risposta e infine via libera con i voti della maggioranza mentre Pd, M5S, tosiani e Area popolare escono dall’aula per protesta: «Tanto vale chiudere il Consiglio e risparmiare i soldi dei cittadini», sbotta Marino Zorzato; «Un atto di arroganza di Zaia che mortifica i diritti dell’assemblea, fa eco Piero Ruzzante.
In precedenza, l’assemblea aveva discusso una mozione del gruppo tosiano riguardante il debito dell’amministrazione nei confronti di comuni (577 milioni) consorzi di bonifica (70), enti, associazioni: «Finanziamenti che tardano da anni tanto da costringere i destinatari a ricorrere alle banche per saldare le opere compiute», lamentano Maurizio Conte e Giovanna Negro, chiedendo un piano di rientro che garantisca i pagamenti entro il 2015. Di che somme stiamo parlando?
«L’esposizione corrente della Regione ammonta a un miliardo e mezzo mentre in cassa abbiamo 1,1 miliardi bloccati dal Patto di stabilità imposto da Roma», fa sapere l’assessore al bilancio Gianluca Forcolin, lesto a precisare che negli ultimi cinque anni il debito consolidato è stato abbattuto da 4,4 a 2,3 miliardi; «Un patto assurdo che genera diseguaglianze perché ai veneti è riservata una spesa annua procapite di 312 euro a fronte di una media nazionale di 385», rincara il predecessore, e ora presidente dell’assemblea, Roberto Ciambetti.
Morale della favola? «Pagheremo tutti appena ne avremo la possibilità e secondo criteri cronologici di rendicontazione», chiude l’assessore. Tant’è. La proposta tosiana è respinta 27 a 21. «Scelta incomprensibile», chiosano i dem, «Non accettiamo lezioni da chi malgovema Roma, Napoli e la Sicilia», ribatte lo speaker leghista Nicola Finco. Rinviata, invece, la cancellazione della contestatissima “legge-mancia” che stanziava 53 milioni alla vigilia del voto. La maggioranza è decisa ad abrogarla e Forcolin vuole rafforzare l’operazione con ulteriori 47 milioni di tagli agli assessorati, cosi da disporre di cento milioni freschi: «Lo faremo la settimana prossima perché domani è convocata la Conferenza Stato-Regione e non escludo nuovi tagli da parte di Renzi». Allegria.
Il Mattino di Padova – 16 settembre 2015