Sono circa uno ogni quattro dipendenti i precari della pubblica amministrazione attivi nel Padovano. Un “esercito” di partite Iva, co.co.co., contratti a tempo determinato, interinali e addirittura voucher che di fatto contribuiscono a mandare avanti la macchina pubblica, fornendo servizi essenziali.
Secondo la Cgil di Padova, la media dei precari della sanità padovana si attesa proprio su un 25% dove figurano 186 tempi determinati, 139 co.co.co. circa 200 contratti di studio e ricerca, 76 in regime di prestazione professionale e una decina di lavoratori che attendono il decreto Mille Proroghe per vedere scongiurata la fine del loro rapporto lavorativo, ma a registrare il tasso di precarietà più alto è l’Istituto Zooprofilattico, dove circa il 50% degli addetti (oltre 170 su circa 350) ha contratti a scadenza. «Nel grande calderone dell’instabilità lavorativa del pubblico impiego non possiamo non ricordare i circa 90 precari delle Ipab del padovano, gli oltre 120 lettori in partita Iva per i sordomuti e i ciechi della Provincia, i 50 precari dei Comuni del Padovano, ma anche le decine di dipendenti con contratti a termine e in partita Iva del Tribunale, del ministero degli Interni, dell’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna per i condannati a pene alternative al carcere ma pure gli interinali della Camera di commercio» spiega Enrico Ciligot, segretario della FP Cgil di Padova. «Una cinquantina di questi sono i precari delle Pa centrali, parte di quei 40 mila lavoratori italiani il cui contratto scade il 31 dicembre e che attendono una deroga al Job Act (promesso dal governo con il Milleproroghe) per sperare di continuare a lavorare. Ad aggiungersi alla lista pure i lavoratori delle Pa che sono pagati in voucher e che collaborano di fatto al funzionamento di servizi essenziali per i cittadini». Secondo i dati in possesso del sindacato a Padova sarebbero almeno 50 i lavoratori impiegati nelle Pa tramite voucher. Lavoratori che operano negli asili nido della provincia, nelle anagrafi e nei Comuni ma anche all’Ater dove sarebbero almeno 3 o 4 su un organico di circa 50 persone. «Il blocco del turnover e delle assunzioni in generale del pubblico impiego» aggiunge Ciligot «ha causato vere e proprie voragini negli organici di Pubbliche Amministrazioni che devono garantire comunque servizi ben precisi ai cittadini. Servizi che si rendono precari con la precarizzazione di un lavoro i cui costi sono affidati a voci di bilancio aleatorie». (r.s.)
IL MATTINO DI PADOVA – Giovedì, 29 dicembre 2016