La Fondazione chiede danni per 43 milioni di euro alla SRI Capital Advisers, per valutazioni “lesive dell’onorabilità dell’Enpam”. Intanto il bilancio 2010 si chiude con oltre un miliardo di utili e si progettano investimenti per il lavoro dei giovani medici, soprattutto sul territorio.
Enpam presenta il bilancio consuntivo 2010, approvato dal CdA della Fondazione lo scorso 27 maggio 2011 e che ora sarà portato al voto del Consiglio nazionale, il prossimo 25 giugno, per essere poi vagliato dai ministeri vigilanti e approvato in via definitiva.
Un bilancio positivo, a partire dall’utile di 1,137 miliardi di euro, ma anche l’occasione per i vertici dell’Enpam di fare il punto sulla vicenda apertasi con l’esposto, presentato a Bologna da un membro del CdA, Salvatore Schiacchitano, e da 5 presidenti di Ordine (Ercole Cirino, presidente dell’Ordine di Catania; Bruno Di Lascio, di Ferrara; Enrico Mazzeo-Cicchetti, di Potenza; Giancarlo Pizza, di Bologna; Giovanni Maria Righetti, di Latina) per chiarire, come hanno scritto i firmatari in una nota “natura, circostanze e legittimità dei complessi investimenti patrimoniali effettuati dalla Fondazione negli ultimi anni, a fronte dei quali è risultato apparentemente accertato, da parte di una società di consulenza internazionale all’uopo incaricata, un danno patrimoniale di oltre un miliardo di euro”.
Contro la società di consulenza finanziaria, la SRI Capital Advisers, incaricata della revisione dei bilanci, i vertici dell’Enpam hanno già presentato un esposto alla Procura della Repubblica, alla Procura della Corte dei Conti e alla Commissione parlamentare di vigilanza sugli Enti previdenziali, chiedendo al Tribunale civile di Roma la condanna della società e il risarcimento dei danni subiti, sia per esser venuta meno alla clausola di riservatezza sia per aver propagato notizie “lesive dell’onorabilità dell’Enpam”. Il risarcimento richiesto è di 43.412.700 euro, ovvero cento euro per ogni iscritto all’Enpam (397.109 medici a cui vanno aggiunti 37.023 superstiti), sottraendo dal calcolo i 5 iscritti firmatari dell’esposto di Bologna.
La Fondazione, inoltre, ha dato mandato al proprio legale di intraprendere azioni anche in sede penale contro chi possa aver “causato diffamazione o calunnia” nei confronti dell’Ente.
II vicepresidente vicario dell’Enpam, Alberto Oliveti, ha spiegato che il presunto miliardo di perdite, messo in evidenza dalla relazione della SRI, va in realtà ripartito in 400 milioni di perdite reali, circa 800 mln di perdite “possibili”, sulle quali dunque esistono ancora margini di manovra, e 350 milioni di mancati guadagni. Grandi cifre, certamente, ma compatibili con la dimensione degli investimenti Enpam e con la necessaria diversificazione degli stessi investimenti. “I medici possono stare tranquilli – ha ripetuto più volte Oliveti – l’Enpam pagherà le pensioni in atto e quelle future”.
Oliveti, eletto alla vicepresidenza lo scorso anno, ha poi ripercorso il lavoro compiuto nei dodici mesi di questa “legislatura di scelte”: revisione profonda delle metodologie di lavoro, con una forte riduzione delle consulenze esterne; ridefinizione degli investimenti, con una progressiva uscita dall’immobiliare abitativo; avvio del progetto di riforma delle pensioni Enpam, necessario a fronteggiare i cambiamenti demografici in atto, a cominciare dall’allungamento della speranza di vita. Tutte scelte già previste nella piattaforma che ha portato all’elezione dei nuovi vertici della Fondazione e oggi sostenuti anche dall’avallo di uno studio tecnico scientifico sulla governante dell’investimento patrimoniale condotto da un economista di prestigio come Mario Monti.
La riforma, che comporterà certamente un aumento delle aliquote, sarà portata alla discussione del Consiglio nazionale dell’Enpam nel novembre prossimo, insieme al bilancio preventivo 2012.
Oliveti ha anche sottolineato l’urgenza di un dialogo con il Governo, per rappresentare in particolare le difficoltà poste all’Emnte dalle norme contenute nella Finanziaria 2007, che hanno innalzato da 15 a 30 anni la proiezione attuariale da garantire. “È come se ad un saltatore si portasse l’asticella da 2 a 4 metri: deve cambiare sport e per saltarla avrà bisogno dell’asta”. Attualmente la Fondazione arriva a coprire in prospettiva attuariale 22-23 anni, ma chiede al Governo di fornire una simbolica “asta”, magari rappresentata da una gradualità nel raggiungimento dell’obiettivo di garanzie a 30 anni o da una diversa valorizzazione della redditività del patrimonio immobiliare o anche da un “segnale” riguardante il nodo della cosiddetta doppia tassazione (tasse sulle pensioni e tasse sui beni che le generano).
In cambio la Fondazione è disposta ad investire “per la crescita del Paese”, ha detto il vicepresidente Giampiero Malagnino, ipotizzando la possibilità di utilizzare risorse dell’Enpam per sostenere la creazione di strutture territoriali in cui impiegare i giovani medici. “Noi dobbiamo innanzi tutto essere sicuri che le nostre riserve siano ben investite, ma possiamo farlo anche sostenendo l’ingresso al lavoro dei giovani medici e contemporaneamente la crescita del Paese”.
Quotidianosanita.it – 1 giugno 2011