Ancora una volta si sono registrati casi di tubercolosi in alcuni allevamenti del territorio del capoluogo. Il sindaco ha dovuto emettere ordinanza di sequestro di due allevamenti che si trovano nelle contrade Ciaramito e Turlimurli, perché i veterinari, che settimanalmente controllano, sotto le direttive del capo dipartimento prevenzione, Ireneo Sferrazza, gli allevamenti hanno individuato l’esistenza di focolai della tubercolosi bovina.
Gli animali, dopo l’emissione delle ordinanze, sono stati affidati ai rispettivi proprietari delle due aziende agricole, che però debbono osservare tutta una serie di pesanti prescrizioni, perché le ordinanze dispongono il cosiddetto “sequestro fiduciario”. I provvedimenti restrittivi riguardano anche le altre specie sensibili che sono presenti all’interno dell’ azienda. E’ obbligo dei proprietari che gli animali ammalati non debbono entrare in contatto con altri capi di bestiame sani, non debbono essere mossi né si potranno riprodurre. Non sarà necessario dover abbattere i bovini infetti e non si corrono rischi nel mangiare le carni. Ancora una volta viene isolato il “mycobacterium bovis” negli allevamenti del centro Sicilia. Recentemente tutto questo era avvenuto nella zona dei Nebrodi, o comunque nella zona centro-nord della provincia di Enna, al confine con la provincia di Messina, dove in certi casi ancora esistono gli allevamenti allo stato brado. La tubercolosi bovina è una malattia cronica degli animali, provocata da un batterio che gli esperti definiscono “imparentato” con gli agenti patogeni della tubercolosi umana e di quella aviaria. Può colpire tutti i mammiferi, provocando vari sintomi, fra cui un malessere generale, la tosse e anche, nei casi più gravi, la morte. Secondo i medici non è la causa principale della tubercolosi umana, ma gli esseri umani possono contrarre la malattia, bevendo latte crudo di bovini infetti o in caso di inalazione di goccioline infette. Il sindaco, nella sua ordinanza, ha disposto anche la distruzione dei feti o dei vitelli nati morti o morti subito dopo la nascita. Il sequestro segue altri provvedimenti analoghi che sono presi tra ottobre e novembre per allevamenti che si trovano nelle contrade Manca D’Arso, Nicoletti, Priuta e Corefidato, sempre in territorio del capoluogo ennese. Rientrato l’allarme di tubercolosi bovina in un altro allevamento, che si trova in contrada Gallizzi, dove sono state formalmente revocate tutte le restrizioni sanitari che erano state imposte, eccetto che per il latte destinato all’uso umano, che dovrà essere sottoposto a trattamenti speciali.
vivisicilia.it – 4 gennaio 2013