di Roberto Poggiani. L’evento formativo che si è tenuto venerdì 16 gennaio a Venezia, nel Palazzo regionale “Grandi Stazioni”, organizzato dal Coordinamento regionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, aveva come tema “L’emergenza sanitaria durante un evento sismico”. Argomento di grande rilevanza che vede da oltre 30 anni la veterinaria pubblica italiana in primo piano, con corsi di formazione sul campo, esercitazioni e approfondimenti. Tanto più che la veterinaria è chiamata a svolgere un ruolo centrale nelle emergenze di sanità pubblica e in quelle di tipo “catastrofico” in particolare, visto che compete ai servizi veterinari, in situazioni di calamità, tra l’altro, sovrintendere agli approvvigionamenti degli alimenti, al soccorso, alla profilassi, al benessere e allo spostamento degli animali e del bestiame, alla gestione di carcasse, rifiuti, reflui con conseguenti misure di sicurezza sanitaria. Il convegno di venerdì aveva quindi un sicuro interesse.
Ragione per cui ci ha stupito non poco che nella brochure i servizi veterinari siano stati relegati a una righetta striminzita. Assente inspiegabilmente il nome del relatore o dei relatori su questi temi, a differenza di tutti gli altri oratori del convegno, citati, come è giusto, per esteso con titoli e incarichi. Insolito anche il mancato coinvolgimento nell’evento della Sezione veterinaria e sicurezza alimentare della Regione.
Abbiamo poi appreso che le molteplici competenze veterinarie in materia sono state liquidate in 20 minuti, nonostante le indubbie capacità e la preparazione del collega Antonio Tocchio dell’Ulss 18, rimasto anonimo sulla carta, che è intervenuto. Insomma ai servizi veterinari è stato riservato il ruolo di gregari. Un fatto grave, viste le indubbie competenze che essi hanno in questa materia, poco corretto nei confronti della popolazione veneta, oltre che non rispettoso della professionalità della categoria.
Eppure la Regione con la Dgr 443 del 20 marzo 2012 aveva approvato il Piano per la preparazione e la risposta ad emergenze di sanità pubblica che prevede la costituzione del Gruppo operativo a risposta rapida (Gorr), che assolve a funzioni di “epidemic intelligence”, formato da personale del Dipartimento di Prevenzione e che si occupa della gestione dell’emergenza di sanità pubblica con capacità di attivazione elevata. Il Piano prevede inoltre un percorso di formazione sul campo e la stesura di procedure operative standardizzate. A quell’approvazione sono seguiti incontri, convegni, kermesse, e gruppi di lavoro nelle Ulss…
Oggi, in tema di emergenze, vorremmo conoscere a che punto è il percorso di attivazione dei Gorr per la cui fase di avvio e il rifornimento del materiale e delle attrezzature necessarie la delibera stanzia 332.540 euro a favore delle singole Ulss.
Se cioè sono stati acquistati, e sono disponibili in modo specifico e costante, nelle sedi di ogni Gorr i dispositivi per l’emergenza e cioè vetture aziendali specificamente attrezzate, sistemi di comunicazione mobili a tecnologia avanzata; terminali informatici, computer portatili, macchine fotografiche digitali, registratori, borse trasporto materiali, materiali sanitari per prelievi biologici, materiali per campionamenti, borse trasporto campioni, etichette adesive numerate; diario evento, scheda anagrafico-clinica; scorta farmaci e vaccini; dispositivi di protezione individuali per le emergenze…
Roberto Poggiani
19 gennaio 2015