Dopo il caso in una famiglia, la direzione dell’Isz della Sardegna comunica la conclusione dei primi accertamenti su campioni di carne sequestrati dai Servizi veterinari della Asl
Complessivamente sono state recapitate al dipartimento di Ispezione degli alimenti otto salsicce (confezionate sotto vuoto), un prosciutto, due guanciali (in fase di stagionatura con sale e pepe), una pancetta, due porzioni di coppa e altre parti di suino congelate, compresa la testa dell’animale.
Gli esami sono stati eseguiti dai laboratori del Dipartimento di Nuoro, che ha accertato una «infestazione massiva da trichinella su alcune salsicce e una coppa» provenienti dalla macellazione domestica. I risultati delle analisi sono stati trasmessi all’Assessorato alla Sanità e alla Asl di Nuoro, mentre i campioni positivi alla trichinella sono stati inviati all’Istituto Superiore di Sanità per la tipizzazione.
Gli esami. «Per avere risultati in tempi rapidi abbiamo subito sottoposto ad esame le salsicce e la coppa – spiega il dottor Ennio Bandino, responsabile dei controlli -. Su queste abbiamo eseguito la ricerca delle larve di trichina con il metodo della digestione artificiale, che in pratica simula, attraverso dei reagenti chimici, il processo di scomposizione che avviene all’interno dell’organismo». Il risultato ottenuto al termine della digestione è stato un proliferare di larve di trichina: le stesse che si sono accumulate nei muscoli della famiglia di Orgosolo finita poi in ospedale. La prevenzione. «Questo dimostra che quando non si rispettano le regole vengono meno anche le garanzie alimentari per i consumatori – avverte il dottor Bandino che è anche responsabile del laboratorio di Anatomia Patologica del dipartimento di Nuoro-. Infatti, la legge consente la macellazione domestica della carne a patto che si rispettino alcune regole: prima fra tutte quella di far raccogliere dei campioni di diaframma ad un veterinario per le analisi sulla trichina. Perciò se i proprietari di quell’animale avessero raccolto dei campioni da far analizzare all’Istituto Zooprofilattico, tutto questo non sarebbe successo e si sarebbero evitati rischi inutili per la salute».
Al termine degli esami, i campioni sono stati inviati all’Istituto Superiore di Sanità per la tipizzazione. Per riconoscere i vari tipi di trichinella, sono infatti necessarie ulteriori analisi, così da stabilire se si tratta della pericolosa spiralis, ovvero della britovi, già trovata in passato ad Orgosolo, oppure di altre forme.
11 gennaio 2011