Luca Fiorin. Il caso Pfas finisce sotto la lente di ingrandimento di ben tre Procure della Repubblica. Secondo quanto riferisce il consigliere regionale del Pd Andrea Zanoni, sulla scorta di una circolare emessa dal segretario generale della Sanità regionale Domenico Mantoan, «la magistratura viene costantemente informata dagli uffici della Regione».
Questo avviene «tramite dei rapporti di sintesi sottoscritti dal direttore Mantoan e dalla responsabile della Commissione Pfas Francesca Russo (che è anche il dirigente del settore Sanità pubblica della Regione, ndr), i quali vengono recapitati alla Procura di Padova, la quale farebbe da interfaccia con quelle di Vicenza e Verona, anch’esse competenti territorialmente»
Se già si era avuto notizia di esposti presentati dal Comitato acqua libera dai Pfas, Legambiente e dal Comune di Pressana, ora arriva la conferma che la contaminazione delle acque di falda e superficiali causata dalle sostanze perfluoro-alchiliche – che è stata scoperta nel 2013 in seguito a controlli compiuti su richiesta dell’Unione Europea – è oggetto di verifiche della magistratura. D’altro canto, la presenza degli elementi che vengono prodotti per impermeabilizzare stoviglie, stona e carta, in seguito al rilascio nell’ambiente da parte di un’azienda chimica del Vicentino, da una parte continua a non essere oggetto di sanzioni e dall’altra nemmeno di provvedimenti definitivi. Per quanto riguarda l’acqua potabile mancano infatti limiti legali di riferimento. Per quanto concerne le acque superficiali, invece, è diventata ora di primo piano la notizia che gli alimenti prodotti nell’area oggetto dell’inquinamento – che è situata a cavallo fra le provincie di Verona, Vicenza e Padova ed interessa 400mila cittadini – la presenza dei Pfas è più che rilevante. Non è un caso che si stiano muovendo anche i sindacati del mondo agricolo. Martino Cerantola, presidente di Coldiretti Veneto, spiega di aver chiesto formalmente alla Regione di fornirgli informazioni. «La preoccupazione c’è», afferma, «ma attendiamo notizie ufficiali prima di prendere qualsiasi iniziativa».
«L’Istituto superiore di Sanità», continua Zanoni, «ha chiesto un nuovo monitoraggio sugli alimenti, cosa che ritengo doverosa, mentre stanno tardando, in maniera incredibile, i risultati del biomonitoraggio sulla salute pubblica che è stato compiuto nei mesi scorsi nel Vicentino, nelle Ulss 5 e 6, ma per il quale mancano ancora i dati relativi alle persone maggiormente esposte». «A quanto risulta servirà un’altra ventina di giorni per conoscere i risultati», dice il consigliere. E mentre gli ambientalisti chiedono «uno screening epidemiologico riguardante tutta la popolazione interessata dall’inquinamento», il M5S, per bocca dei suoi referenti regionali, chiede che al tavolo tecnico sui Pfas venga invitato il professor Tony Fletcher, che ha seguito vicende analoghe negli Stati Uniti.
Tutto questo mentre si attende la presa di posizione ufficiale della Regione. Questa mattina, infatti, il caso-Pfas verrà discusso dalla Giunta Zaia.
L’Arena – 3 marzo 2016