Due piani di monitoraggio su abitanti e alimenti dei 21 Comuni tra le province di Vicenza, Padova e Verona esposti a Pfas, sostanze chimiche tossiche, sono stati approvati dalla giunta Zaia, che ha predisposto un finanziamento di 400mila euro. Nel primo anno di monitoraggio la Regione stima un investimento di 3 milioni di euro. Il piano di di campionamento per il monitoraggio degli alimenti in relazione alla contaminazione da Pfas, coinvolge le aziende industriali e quelle familiari e per autoconsumo dell’«area rossa», cioè quella dei 21 Comuni contaminati. I campioni di origine animale e vegetale saranno inviati rispettivamente all’Istituto Zooprofilattico di Legnaro e all’Arpav, che determineranno la presenza di varie sostanze inquinanti: Pfas, Pfos, Pfoa. La Giunta regionale avverte che il campionamento sarà effettuato “nel tempo necessario a garantire il rispetto della stagionalità delle produzioni”.
Le Ulss venete hanno ricevuto il puano dei campionamenti il 1° dicembre.
Il Comunicato della Regione Veneto
Una vasta azione sanitaria, per verificare la presenza e gli eventuali effetti su persone e alimenti dei “Pfas” (Sostanze Perfluoro Alchiliche), la cui contaminazione ha interessato parte del territorio regionale, è stata avviata dalla Giunta regionale del Veneto che, su proposta dell’Assessore alla Sanità Luca Coletto, ha approvato due importanti Piani di intervento. Si tratta del “Piano di Sorveglianza sulla Popolazione Esposta alle sostanze Perfluoroalchiliche” e del “Piano di campionamento per il monitoraggio degli alimenti in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in alcuni ambiti della Regione del Veneto”. Nell’occasione la Giunta ha disposto un ulteriore finanziamento specifico di 400 mila euro. Si stima che per il primo anno di attività del monitoraggio saranno necessari circa 3 milioni di euro.
“Siamo sul pezzo sin da quando emerse il problema – dice il Presidente della Regione Luca Zaia – e ci preoccupammo prima di tutto di mettere in sicurezza gli acquedotti, operazione portata a termine in pochissimi giorni. Ora si va più a fondo, a verificare se e quanto male hanno fatto queste sostanze all’ambiente complessivo e alle persone e quali cure e attenzione sono necessarie. Continueremo la più stretta collaborazione con le Procure. Mettendo a disposizione della magistratura gli esiti dei monitoraggi nell’ottica di accertare le responsabilità e i danni provocati”.
“Tralasciando gli aspetti giuridici della vicenda, nella quale la Regione è evidentemente vittima, così come i cittadini coinvolti – dice Coletto – si tratta ora di monitorare la ‘salute’ delle persone e dei prodotti agricoli. Anche su questo aspetto, nel tempo si sono succedute le ricette più svariate. Noi abbiamo scelto la strada del rigore scientifico, lavorando fianco a fianco con l’Istituto Superiore di Sanità. Le prime lettere di convocazione per entrare nello screening, che è su base rigorosamente volontaria, sono già partite e riguardano i ragazzi di 14 anni. Tutte le prestazioni saranno esenti da ticket, così come le eventuali cure che dovessero emergere come necessarie”.
Il Piano di Sorveglianza sulla Popolazione Esposta alle sostanze Perfluoroalchiliche interesserà circa 85 mila persone e si basa sulla considerazione che la popolazione esposta ai PFAS possa presentare un maggior rischio di incorrere in malattie croniche, solitamente e principalmente determinate da quattro fattori di rischio: fumo, alcool, sedentarietà e sovrappeso. Ma tale popolazione ha avuto anche un’esposizione ad un quinto fattore di rischio, rappresentato dai PFAS, che secondo gli studi di letteratura può essere associato a modifiche del metabolismo glicidico e lipidico e pertanto predisporre a condizioni di rischio per le malattie croniche.
Il Piano è basato su un razionale che descrive il percorso che ha portato alla individuazione dell’area di massimo impatto sanitario individuata come “area rossa”, riconducibile a 21 Comuni che si trovano nelle Province di Vicenza, Padova e Verona. (VEDI TABELLA ALLEGATA). L’area rossa è stata inoltre classificata in Area Rossa A ed Area Rossa B (VEDI TABELLA ALLEGATA) sulla base di parametri di contaminazione delle acque superficiali e profonde.
Nello specifico il Piano si propone di caratterizzare l’esposizione a PFAS delle persone che risiedono nelle aree contaminate, di valutare gli effetti delle esposizioni a PFAS sulla salute dei soggetti esposti e di identificare i comportamenti a rischio per le malattie croniche degenerative.
Tutto ciò garantendo il monitoraggio dello stato di salute dei soggetti esposti attraverso l’offerta terapeutica affidata alla medicina di famiglia, la determinazione della concentrazione dei PFAS nel sangue per stabilire con gli organismi nazionali ed internazionali la possibile correlazione tra queste sostanze e lo stato di salute dei soggetti chiamati, la valutazione delle abitudini di vita per l’attivazione degli strumenti di prevenzione al fine di modificare gli stili di vita scorretti, attraverso le attività dei dipartimenti di Prevenzione presenti sul territorio.
Tale Piano è esteso alle cinque Aziende Ulss coinvolte (Ovest Vicentino, Vicenza, Verona, Legnago ed Este), interesserà quasi 85.000 persone comprese tra i 14 ed i 65 anni.
I primi ad essere chiamati saranno i quattordicenni. La scelta di iniziare con i più giovani è dettata dal fatto che l’eventuale alta concentrazione di PFAS e/o di rilevanti alterazioni metaboliche in tali soggetti potrebbe rappresentare motivo utile ad approfondimenti in termini di coorti interessate e di correlazione sanitaria all’esposizione alle sostanze in oggetto, in quanto gli scorretti stili di vita risultano meno associati ai soggetti appartenenti alle coorti più giovani (14-15enni).
La fase operativa verrà coordinata dall’Ulss 5 Ovest Vicentino. La chiamata è strutturata come uno screening oncologico, convocando i singoli cittadini, con periodicità biennale.
Gli individui con stili di vita non salutari verranno informati dei rischi per la salute e sostenuti nella modifica dei comportamenti. Quelli con concentrazioni sieriche di PFAS superiori all’intervallo di normalità e/o alterazioni degli esami bioumorali o dei valori pressori, verranno presi in carico dal proprio medico di famiglia ed inseriti in un percorso assistenziale di II° livello per la diagnosi tempestiva di eventuali patologie correlate all’esposizione a PFAS.
La Regione del Veneto si è fornita di un Sistema Informativo Regionale Screening PFAS con il quale ottimizzare tutto il processo dell’indagine dagli inviti alla registrazione dei referti agli invii dei risultati ed alla elaborazione degli indicatori di salute più rappresentativi. Per la popolazione target invitata il programma è completamente gratuito. Per le donne in gravidanza e per i lavoratori dell’azienda produttrice di queste sostanze verrà avviato un piano di sorveglianza ad hoc.
E’ stato inoltre approvato il Piano di campionamento per il monitoraggio degli alimenti in relazione alla contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) in alcuni ambiti della Regione del Veneto. Obiettivo del piano è stimare il livello di contaminazione da PFAS nelle principali produzioni agro-zootecniche dell’area a rischio ed individuare i livelli di sicurezza di tali contaminanti negli alimenti. I risultati ottenuti dovranno essere correlati ai dati sui consumi alimentari della popolazione della zona a rischio, al fine di stimare l’esposizione per via alimentare (ivi compresa la fonte idrica). Anche il piano di campionamento degli alimenti considera l’area ad elevato impatto sanitario Area ROSSA-di massima esposizione sanitaria, differenziabile, sulla base dei livelli di contaminazione nelle acque superficiali e profonde e dell’approvvigionamento idrico, nelle due sotto-aree: AREA ROSSA A ed AREA ROSSA B. (VEDI TABELLE COME SOPRA). I dati sui consumi alimentari che sono necessari per la stima dell’esposizione alimentare nella popolazione residente nei comuni sopra citati saranno ricavati dagli studi di biomonitoraggio sulla popolazione, eventualmente integrati con dati di consumo disponibili in letteratura o presso database nazionali e internazionali (EFSA) e, se del caso, con dati generati da indagini mirate.
Le matrici alimentari sono state selezionate in base alla rilevanza delle produzioni agro-zootecniche, considerando l’estensione di territorio dedicata e il numero di Aziende attive nel territorio, la numerosità campionaria garantisce la rappresentatività del campione rispetto alla realtà territoriale.
Il campionamento coinvolge sia le aziende industriali sia quelle familiari/per autoconsumo.
La precisa individuazione delle aziende da campionare e il prelievo dei campioni è a carico delle Ulss competenti per territorio. Le modalità di campionamento sono definite in specifici protocolli elaborati dai competenti Servizi regionali e che sono stati condivisi con le Ulss prima dell’avvio del piano.
I campioni di origine animale e vegetale devono essere inviati rispettivamente all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e all’Agenzia Regionale per l’Ambiente del Veneto accompagnanti dalla scheda di campionamento, che è diversa in base al tipo di matrice da campionare – alimenti di origine animale, vegetale e pesci di acqua dolce.
Nei singoli campioni saranno determinati PFOS, PFOA e altri PFAS dettagliati nel documento che descrive i protocolli tecnici per le analisi di laboratorio.
Il campionamento sarà effettuato nell’arco temporale necessario per garantire il rispetto della stagionalità delle produzioni coinvolte nel piano.
Regione Veneto – 26 dicembre 2016