Lunga audizione ieri in Quinta commissione consiliare regionale per una delegazione del Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica del Veneto convocata per approfondire gli aspetti dell’emergenza Bluetongue nella nostra Regione in relazione al grave e ormai cronico sottodimensionamento degli organici dei servizi veterinari della Ulss, messi a dura prova dalla nuova mole di attività. La relazione ha destato l’interesse dei numerosi consiglieri presenti che sono intervenuti con domande e richieste di delucidazioni. “In tutti questi anni i servizi veterinari, solo grazie all’impegno e all’abnegazione del personale, sono riusciti ad assicurare con fatica i molteplici compiti di istituto – ha spiegato il segretario regionale Sivemp, Franco Cicco -. Oggi, a fronte delle ulteriori incombenze legate all’epidemia, non nascondiamo il timore di non riuscire a dare le risposte immediate e tempestive che la situazione richiederebbe”. Scarica la relazione integrale e la scheda sull’epidemia di Bluetongue
“La Blue tongue non è purtroppo l’unica emergenza in corso. Il recente allarme sanitario per altre malattie virali – alcune trasmissibili all’uomo – come la West Nile disease, l’influenza aviaria ad alta patogenicità (ricomparsa in questi giorni in Europa) o la dermatite nodulare contagiosa (Lumpy skin disease) stanno comportando misure di controllo straordinario con un aumento significativo dell’impegno della veterinaria pubblica”.
E ha aggiunto: “Da tempo il Sivemp Veneto segnala come le Regioni che hanno un patrimonio zootecnico e un settore agroalimentare di pari entità e complessità di quello veneto e un volume di prestazioni veterinarie analogo (come ad esempio Lombardia ed Emilia Romagna), annoverino servizi veterinari con organici di gran lunga superiori. E come anche Regioni con un agroalimentare molto ridotto rispetto al nostro (il Veneto in questo campo è leader in Italia insieme alla Lombardia) possano contare su organici ben più nutriti” (come si può vedere dalla tabella riportata nella relazione).
“Se nei prossimi anni i veterinari pubblici che andranno in pensione non saranno reintegrati non potremo più garantire quell’eccellenza per cui la sanità veterinaria del Veneto nel tempo ha potuto farsi conoscere” hanno avvertito i veterinari che hanno presentato un’articolata analisi delle conseguenze in termini di salute pubblica e di ricadute economiche che una risposta inadeguata alle emergenze potrebbe avere.
“La Regione cui compete la definizione organizzativa dei servizi veterinari territoriali deve essere cosciente delle responsabilità che la medicina veterinaria ha nell’interesse di tutta la collettività – hanno concluso -. Per questo oggi chiediamo una catena di comando all’altezza della situazione, organici adeguati alle esigenze del servizio, più investimenti, più attenzione, più considerazione per una medicina, la nostra, che ha complessità pari a quella umana”.
La seduta, presieduta dal presidente Fabrizio Boron, si è conclusa con l’aupicio che gli incontri tra gli amministratori regionali e i professionisti della sanità possano ripetersi periodicamente.
Il Sivemp Veneto attende intanto la convocazione all’incontro urgente chiesto il 25 ottobre scorso al presidente della Giunta regionale Luca Zaia e all’assessore alla sanità Luca Coletto. A questo proposito spiace constatare che l’assessore Coletto, pur presente al Ferro Fini all’inizio dell’audizione di ieri, non si sia fermato ad ascoltare la relazione e le ragioni dei veterinari pubblici del Veneto.
Leggi la relazione integrale del Sivemp Veneto e la scheda sull’epidemia di Bluetongue depositate in V commissione
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A cura Ufficio stampa Sivemp Veneto – 16 novembre 2016