Il Sole 24 Ore. Oltre 400 poliziotti nei pronto soccorso di quasi duecento ospedali (63 i nuovi presidi) e pene più severe – da 2 a 5 anni di carcere – per chi aggredisce un sanitario con le manette che scatteranno subito senza bisogno di aspettare la querela. Ecco le due misure che proveranno ad arginare la piaga delle aggressioni a medici e infermieri (quasi 5mila negli ultimi tre anni), con l’ultima (quella del carcere) prevista dal decreto bollette appena approdato in Gazzetta Ufficiale. Un provvedimento che all’articolo 16 recita che «nell’ipotesi di lesioni cagionate al personale esercente una professione sanitaria o socio-sanitaria nell’esercizio o a causa delle funzioni o del servizio, nonché a chiunque svolga attività ausiliarie di cura, assistenza sanitaria o soccorso, funzionali allo svolgimento di dette professioni, nell’esercizio o a causa di tali attività, si applichi la reclusione da due a cinque anni». La norma introduce di fatto la procedibilità d’ufficio aumentando appunto la pena di reclusione anche in caso di lesioni non gravi o gravissime, da 2 a 5 anni, per chi comunque aggredisce operatori sanitari.
Salgono poi – su iniziativa del ministro degli Interni Matteo Piantedosi – a 189 i posti di polizia complessivi aperti h24 dentro gli ospedali con un incremento del 50% rispetto ai 126 preesistenti. Cresce anche il numero di operatori della Polizia complessivamente impiegati ogni giorno che quasi raddoppia (+80%) passando da 228 a 411 unità. Una presenza maggiore che non riguarderà solo i nuovi posti. Tra gli ospedali da presidiare ce ne saranno ben 15 in più solo a Roma in maxi ospedali come Il Gemelli, il San Camillo, il San Giovanni o il Grassi di Ostia, altri 4 a Napoli in strutture come Cardarelli o l’Ospedale del mare e due rispettivamente a Milano (Al Maggiore Ca Granda e al Sacco) e a Palermo (Policlinico e Villa Sofia).