dal Gazzettino. In vista delle elezioni regionali Flavio Tosi, candidato con una propria lista, presenta il programma e attacca il governatore Luca Zaia soprattutto sulla sanità. L’apertura serale degli ospedali, ha detto il sindaco scaligero, non ha abbattuto le liste di attesa ma ha fatto salire le spese.
Quando mancano tre settimane, quelle decisive, al traguardo delle Regionali (31 maggio), Flavio Tosi, candidato governatore della lista Tosi, supportato da altre cinque liste, lancia la volata finale, presentando il programma per i prossimi cinque anni, «30 pagine, pochi punti concreti e realizzabili, nessun libro dei sogni» e dando al suo progetto una proiezione nazionale di alternativa di centrodestra al Pd renziano. Lo fa a casa sua, a Verona puntando la mitragliatrice su Luca Zaia e Matteo Salvini, il governatore e il segretario federale di quella Lega Nord con cui si è consumata a marzo una rottura piena di rancori («Salvini sposa il centralismo francese della Le Pen, fa l’indipendentista quando viene in Veneto, parla di Stato unitario quando va al Sud, cambia felpa a seconda del posto»).
E non sparando invece un solo colpo contro Alessandra Moretti (Pd) o Jacopo Berti (M5S). Presentazione nel cortile del palazzo della Ragione, veloce, spartana, giusto due tavolini, uno per lui, l’altro per il braccio destro, Fabio Venturi, molti consiglieri regionali ad ascoltare. Ma la squadra non si vede, c’è solo Tosi a illustrare le proposte di Tosi. Accantonata la macroregione (Veneto-Lombardia-Piemonte), che sosteneva insieme a Maroni, da sempre ostile a battaglie indipendentiste, il sindaco scaligero individua nella «Regione delle Tre Venezie» ovvero la fusione del Veneto con le Regioni speciali di Trentino e Friuli, secondo la via costituzionale, «il modo per poter intavolare con Roma la trattativa per l’autonomia».
Il “menù” tosiano prevede poi il dimezzamento del bollo auto (del 5% all’anno per 10 anni), la richiesta a Bruxelles di creare delle zone franche, con bassa tassazione, in Veneto per attirare investitori (proposta a dire il vero piuttosto generica), l’integrazione delle pensioni pari a 5 euro lordi in più al mese per ogni anno trascorso in aziende private in Veneto da residenti in regione, a chi ha più di 65 anni e assegni mensili inferiori ai 2.500 euro.
Tosi parte calpestando uno dei fiori all’occhiello di Zaia, la sanità, il virtuoso modello veneto. E annunciando di fatto che, se vincesse, tornerebbe indietro sull’apertura serale degli ospedali: «Non ha prodotto nessun abbattimento delle liste d’attesa, ha solo spostato le prestazioni dal mattino-pomeriggio alla sera, aumentando le spese, a partire dagli straordinari. L’unico modo serio per affrontare il problema è utilizzare meglio, organizzare, concentrare la capacità tecnologica dei nostri ospedali che oggi è sparpagliata e sottoutilizzata. Il resto è propaganda».
Apertura notturna a parte, è il modello sanitario che, a suo dire, va ripensato. «La Regione deve essere più efficiente, meno burocrazia e meno costi, anche nella sanità che assorbe oltre il 70% del bilancio. Non toglieremo servizi, ma accorperemo uffici e taglieremo costosi ruoli burocratici». Il sindaco di Verona promette l’abolizione dei ticket «solo per le fasce deboli, non per tutti: è vero che vengono determinati a livello nazionale ma ancora oggi le 21 Usl del Veneto sostengono spese diverse per gli stessi servizi. Applicando i costi standard alla sanità regionale sui parametri delle Usl migliori spiega Tosi – si possono ottenere le risorse per trattare con Roma l’eliminazione del ticket. Ad esempio, i dipendenti. Sono 60.000, ma in diverse Usl può essere riequilibrato il rapporto tra personale sanitario-tecnico e personale amministrativo. Quando ero io assessore regionale alla sanità – sottolinea – il tum-over veniva garantito, oggi non lo è».
Nel programma c’è poco o nulla sulla questione immigrazione: «Zaia e la Lega dovrebbero ricordarsi che oggi i profughi arrivano perché negli anni scorsi hanno firmato accordi in cui li accettavano (ma Zaia ha sempre smentito questa versione n.d.r.). Quello che si può fare è dotare chiunque arrivi di un permesso di soggiorno a fini umanitari, così non sono più clandestini e possono girare liberamente per l’Europa in cerca di lavoro». Domanda: ma due mesi fa, non due anni fa, da segretario della Liga veneta non diceva che Zaia era il miglior governatore possibile e che la Regione Veneto era la più efficiente d’Italia? «Che sia la più efficiente lo confermo, ma non per merito di Zaia o Galan, quanto per la buona gestione amministrativa complessiva».
E come mai da segretario della Liga non ha avanzato nessuna delle idee di cui parla oggi? «Ruoli diversi. Io rispondo dei miei otto anni da sindaco, Zaia dei suoi cinque da presidente». Tosi esclude infine alleanze con Zaia o con la Moretti: «Non avrebbero senso, valuteremo semmai le singole proposte. Le maggioranze bisogna saperle guidare e tenere: dei 37 consiglieri che hanno sostenuto Zaia 21 appoggiano ora la mia proposta alternativa».
Il Gazzettino – 10 maggio 2015