“Colpe della Commissione e del Consiglio Europeo, che hanno imposto le regole sulla valutazione del rischio che EFSA deve necessariamente adottare”. I problemi insomma sono a monte
“Mi voglio riferire ad aspetti concreti e non fare battaglie ideologiche”, così ha esordito Josè Bovè, europarlamentare noto per le sue prese di posizione radicali in tema di cibo, a partire da quando, nel 1989, attaccò un Mc Donald con un gesto simbolico destinato a rimanere nell’immaginario collettivo per anni. Ma Bovè è stata anche una delle voci più influenti circa il riequilibrio delle relazioni contrattuali lungo la filiera alimentare, con una relazione del 2010 incentrata proprio sulla necessità di un reddito più equo per gli agricoltori, e nel 2012, focalizzata sul crescente divario di prezzi tra input agricoli e redditi agricoli.
Bovè ha continuato: “Non bisogna fare confusione. Non ce l’ho con EFSA, ma con chi prende le decisioni finali. E qui stiamo parlando di chi ha imposto ad EFSA le regole del gioco, ovvero il Consiglio Europeo e la Commissione Europea. La valutazione del rischio di EFSA, come la conosciamo, dipende da regolamenti europei della Commissione.” E ancora: “Sul conflitto di interesse non possiamo continuare a regolarci con riferimenti per quanto buoni esterni, della OCSE, ad esempio. Serve una Direttiva europea in materia.”
In occasione della celebrazione dei 10 anni di EFSA, con incontri a partire dal 7 di Novembre, la inaugurazione della nuova sede di EFSA il 12 novembre ed oggi l’incontro con DG SANCO in una conferenza peraltro in streaming (dal sito EFSA), diversi attori che storicamente hanno contestato la valutazione del rischio di EFSA si sono fatti sentire, dandosi appuntamento proprio a Parma. In un incontro tenutosi presso la facoltà di Economia, Josè Bovè, Monica Frassoni (altra deputata al Parlamento Europeo), Andrea Ferrante di Aiab, Cristophen Then di Testbiotech, Nina Holland di CEO, Cinzia Scaffidi della Task Force anti-OGM- hanno illustrato l’altra faccia della medaglia.
Ma i toni non sono stati polemici, semmai improntati a una rinnovata collaborazione, pur in una dialettica forte, con l’Authority che è stata costretta da questi attori- ONG e Parlamento Europeo- ad adottare nuove regole corporate sull’indipendenza, sulla gestione del conflitto di interessi. Con il Parlamento Europeo che solo a d Agosto 2012, dopo quasi un anno di richieste, ha approvato il discarico del budget.
Non stiamo insomma parlando di soggetti marginali e “freak”, ma semmai di coloro che con la forza dell’evidenza, hanno sapute imporre regole del gioco migliori. E che oggi fanno parte del background di EFSA, e di cui EFSA stessa può vantarsi.
sicurezzaalimentare.it – 13 novembre 2012