Da tempo al centro di un feroce scontro tra istituzioni europee, con il Parlamento Europeo che ha dettato la linea, decidendo di rinviare l’approvazione del budget consuntivo 2010: ora il famoso “conflitto di interessi” dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare potrebbe trovare una svolta. L’annuncio per la verità – reiterato la settimana scorsa di fronte al Parlamento Europeo – era già stato fatto alcuni mesi fa, ma ora la cosa sembra diventare più concreta. Anche se il placet del Consiglio di Amministrazione (Management Board) non è ancora stato dato, formalmente. Il Direttore di Efsa, Catherine Geslain Laneelle, ha comunicato infatti un piano per aggiungere ricercatori di staff interni agli ordinari ricercatori ed esperti “esterni” all’Authority – che in pratica, lavorano oggi come “volontari”.
Il sistema attuale dei “Panel” verrebbe quindi almeno parzialmente migliorato. Tra le critiche più comuni svolte in passato infatti, il dover dipendere EFSA da ricercatori magari di ottimo calibro, ma senza pagarli, e rendendoli così proni ad accettare finanziamenti da parte dell’industria. Dall’inizio del 2014- questa la data discriminante- potrebbero così entrare a pieno regime ricercatori nelle aree degli health claims, degli additivi alimentari, degli aromi, degli enzimi, degli OGM e degli additivi mangimistici. Senza sostituirsi alla responsabilità legale delle opinioni- in capo ai Panel- ma facilitandone il lavoro propedeutico.
Risvolti organizzativi
Non è un caso che tutti questi temi e argomenti siano oggi- da un punto di vista organizzativo- raggruppati nella Direzione “Regulated Products”, ovvero prodotti per i quali vi è una offerta di mercato, un regime di proprietà intellettuale. La mossa di EFSA in questo modo sarebbe coerente: garantire reale indipendenza a ricercatori che per statuto devono interagire con l’industria (anche tramite l’App-Desk), e costruire insieme i dossier di valutazione del rischio. Diversamente, ci troveremmo con ricercatori a contatto con l’industria per mandato interno, ma senza essere pagati. Insomma, come mettere a guardia del tesoro gli indigenti, confidando solo sulle qualità morali. Con uno staff invece pagato secondo standard elevati (e pari ai livelli della Commissione Europea), i ricercatori sarebbero obiettivamente meno proni alle lusinghe di borse di studio o finanziamenti di ricerca – peraltro normali-.
Soprattutto, i ricercatori così assunti potrebbero dedicarsi a tempo pieno – e non in via occasionale e gratuita – ad attività ad alta intensità di lavoro, che non possono nemmeno essere demandate a 2-3 persone interne di EFSA, che svolgano la maggior parte del lavoro per poi sottoporla a controllo e ratifica degli altri. Più indipendenza, più coralità, e migliore efficienza: queste le promesse che sembrano discendere dalla mossa annunciata.
Modelli organizzativi
A suo tempo e dalla sua nascita, EFSA aveva optato per la scelta di “Panel” con ricercatori indipendenti ed esterni. Questo avrebbe dovuto garantire una maggiore indipendenza rispetto a logiche di “capture” organizzativa o rispetto a ideologie o logiche interne (group-thinking, “pensiero di gregge”, etc). Nel tempo ci si è resi però conto che tale modello presentava a sua volta dei riflessi negativi: necessità ad esempio per i ricercatori così contemplati di dover ottenere borse di studio da parte dell’industria per garantirsi denaro “perso” lavorando gratuitamente per l’Authority. Inoltre, i ricercatori “migliori” e con maggiore valore di mercato venivano facilmente ingaggiati dall’industria, privando la società di un bene pubblico fondamentale, ovvero una qualità elevata della ricerca indipendente.
La formula “mista” che EFSA sembra voler adottare è allora un bel passo in avanti: EFSA assumerà 25 nuovi ricercatori nel 2014 e altri 20 nel 2015. I costi aggiuntivi verranno in parte ottenuti con miglioramento dell’efficienza interna, anche se il nuovo sistema costerà 5 milioni di euro in più all’anno.
Ma in tempi di spending review, è lecito attendersi critiche o pareri contrari da parte di vari Stati membri. La partita è appena iniziata.
Sicurezzaalimentare.it – 19 marzo 2013