di Adriano Casulli* e Giovanna Masala**, Il Sole 24 Sanità. L’echinococcosi cistica è una malattia infettiva di natura parassitaria prioritizzata dall’OMS a causa del suo impatto sulla salute globale. Un recente studio condotto in Europa ha, infatti, identificato circa 65.000 infezioni umane negli ultimi 25 anni. Lo stesso studio ha messo in evidenza l’Italia come uno dei paesi europei con il più alto numero di infezioni, ripotando nel periodo considerato 15.000 casi, che hanno generato 25.000 ospedalizzazioni.
L’echinococcosi cistica è causata dal parassita cestode Echinococcus granulosus ed è una zoonosi, cioè una malattia infettiva che si trasmette dagli animali all’uomo. Il patogeno, infatti, ha un ciclo complesso, che coinvolge diversi ospiti animali: nell’intestino dei cani (ospiti definitivi) vive lo stadio adulto del parassita simile a una piccola tenia lunga pochi millimetri, che libera uova nelle feci dei cani, che a loro volta contaminano l’ambiente. Gli animali da allevamento (ospiti intermedi), in particolare gli ovini, ingeriscono le uova mentre pascolano e sviluppano delle grandi cisti parassitarie a livello del fegato e dei polmoni, che a loro volta contengono migliaia di piccoli organismi infettanti, chiamati protoscolici. Quando i cani si nutrono delle frattaglie di questi animali da allevamento, ingeriscono le cisti contenenti protoscolici, che si sviluppano nei vermi adulti. Infine, i vermi adulti nell’intestino dei cani liberano le uova nelle feci e contaminano l’ambiente: il suolo, le superfici, l’acqua, i cibi che vengono coltivati a terra e le mani.
L’echinococcosi cistica, infatti, non è solo una malattia infettiva di origine alimentare, ma va anche considerata come una malattia dovuta al contatto mano-bocca. L’infezione nell’uomo avviene tramite le piccole uova del parassita (30 micron), che una volta ingerite si sviluppano, formando delle cisti che possono localizzarsi e crescere nel corpo umano.
Le esatte vie di trasmissione di questo patogeno non sono chiare, poiché tra l’evento di infezione, dovuto all’ingestione di uova, e l’eventuale comparsa di sintomi (aspecifici), possono passare mesi o anni. Per questo motivo non è possibile tracciare a ritroso l’evento di infezione. Tuttavia alcuni studi recenti hanno mostrato che nelle aree endemiche, l’alta contaminazione ambientale può permettere il verificarsi di infezioni tramite le vie di trasmissione elencate.
In termini di sola prevenzione alimentare, l’igiene è fondamentale. Sia il lavaggio delle mani, sia quello degli alimenti vegetali freschi che non vengono cucinati e che crescono sul suolo come le insalate. Inoltre, il contatto con l’ospite definitivo del parassita, il cane, può essere un importante fattore di rischio, per il quale valgono le raccomandazioni riguardo l’igiene.
La diagnosi nell’uomo si basa principalmente su tecniche ecografiche. La conferma laboratoristica può avvenire principalmente tramite l’identificazione molecolare del DNA o l’identificazione al microscopio di strutture tipiche del parassita.
L’echinococcosi cistica nell’uomo è una malattia cronica, raramente letale, causata principalmente dall’effetto massa, sugli organi e tessuti circostanti, delle cisti parassitarie che possono raggiungere anche 10 o 20 cm di diametro. La maggior parte delle localizzazioni avviene a livello del fegato o del polmone. Le restanti localizzazioni, considerate inusuali, possono avvenire a livello del cervello, milza, rene o cuore.
La gestione clinica avviene principalmente tramite chirurgia, tecniche percutanee meno invasive, terapia farmacologica o attesa vigile tramite visite ecografiche ripetute nel tempo.
Il tema dell’echinococcosi cistica è uno dei focus della campagna #EUChooseSafeFood 2023, lanciata dall’EFSA – Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare – in collaborazione con il Ministero della Salute, per sensibilizzare i cittadini italiani a prendere nel quotidiano decisioni informate relative alle scelte alimentari, e per evidenziare il ruolo fondamentale della scienza, grazie a cui il cibo che mangiamo è controllato e sicuro.
*Dirigente di Ricerca presso il Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità e Direttore del WHO Collaborating Centre for Cystic and Alveolar Echinococcosis in humans and animals
**Dirigente Veterinario presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi”