Grazia Longo. Stavolta la piovra che sigla affari con la politica non parla in dialetto siciliano o calabrese. Per la prima volta si scopre un’associazione mafiosa targata Roma, con tentacoli sui banchi del Campidoglio e della Regione, sia a destra, sia a sinistra. Con 37 arresti e oltre cento indagati (alcuni non ancora notificati) la procura e i carabinieri del Ros incassano i primi risultati della maxi operazione «Mafia capitale».
Il nome più illustre, tra gli indagati, è quello dell’ex sindaco Pdl di Roma (prima ancora Msi e An) Gianni Alemanno. Ma l’avviso di garanzia è scattato anche per l’assessore comunale alla casa Pd Daniele Ozzimo, il presidente dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti – che ieri stesso si sono dimessi, pur dichiarandosi innocenti. Sempre Pd il consigliere regionale Eugenio Patanè, mentre al Pdl appartiene il collega Luca Gramazio
Al vertice della cupola «del mondo di mezzo, tra i colletti bianchi e i criminali» c’è invece l’ex terrorista nero Massimo Carminati, 56 anni, elemento di spicco della Banda della Magliana, il «Nero» di Romanzo criminale interpretato al cinema da Riccardo Scamarcio. Uno che per convincere i suoi a corrompere anche politici di sinistra, dopo la sconfitta di Alemanno, li esortava con un categorico «Mettiti la minigonna e vai a batte co’ questi amico mio, eh capisci».
Tra gli altri arrestati più noti spiccano poi l’ex amministratore delegato dell’Ente Eur, Riccardo Mancini e l’ex presidente di Ama, Franco Panzironi: per la procura «pubblici ufficiali a libro paga che forniscono all’organizzazione uno stabile contributo per l’aggiudicazione degli appalti». Un sistema collaudato che ha radici lontane: arrestato infatti anche Luca Odevaine, ex capo di gabinetto della giunta Veltroni e ora direttore extradipartimentale di polizia e Protezione civile della Provincia di Roma.
Roba da non crederci. Le 1.123 pagine dell’ordinanza del gip Flavia Costantini, dipingono uno spaccato di corruzione, estorsione, usura, riciclaggio e via dicendo per appalti pubblici – soprattutto per raccolta rifiuti, aree verdi e campi profughi – che vedranno prossimamente nuovi arresti e avvisi di garanzia. «Le indagini proseguono – precisa il procuratore capo Giuseppe Pignatone –. Intanto dalle indagini emerge che alcuni uomini vicini all’ex sindaco Alemanno sono componenti a pieno titolo dell’organizzazione mafiosa e protagonisti di episodi di corruzione. Con la nuova amministrazione il rapporto è cambiato ma Carminati e Buzzi erano tranquilli chiunque vincesse le elezioni».
Salvatore Buzzi – presidente della Cooperativa 29 giugno, legata a Legacoop – intercettato dagli uomini del Ros, guidati dal generale Mario Parente è inequivocabile: «Solo per metteme a sede a parla’ con Coratti, 10 mila gli ho portato».
A Coratti sarebbe stata promessa una tangente di 150 mila euro per sbloccare un pagamento di 3 milioni di euro sul sociale. «Oh ma che… me so’ comprato Coratti», esclama l’imprenditore Buzzi.
Destra, sinistra, centro: ce n’è per tutti. Ancora Buzzi al telefono con Carminati: «Mo’ pure le elezioni… le elezioni siamo messi bene perché Marino siamo coperti, Alemanno coperti e con Marchini c’ho… Luca che… piglia i soldi per questo non rompesse il cazzo… cinquemila euro al mese roba da non credere… però è un investimento pure quello».
L’orecchio investigativo del reparto anticrimine di Roma guidato dal colonnello Stefano Russo registra Buzzi che spiega a Carminati di avere «un altro che mi tiene i rapporti con Zingaretti (il presidente della Regione Lazio, ndr) duemilaecinque al mese. Un altro che mi tiene i rapporti al Comune millecinque, un altro a… sette e cinquanta… un assessore diecimila euro al mese… ogni mese, eh!».
Poi ci sono i contatti con Mattia Stella, membro della segreteria del sindaco Ignazio Marino, «che s’intrecciano con quelli con Coratti, massimamente in relazione alla questione Ama. Si intercetta che occorreva “valorizzare» Mattia e legarlo di più a loro”». In un’altra conversazione Buzzi parla «di un pagamento di 75.000 euro per cene elettorali a favore di Alemanno». Dopo un articolo sul Tempo, il 12 marzo scorso, sull’intervento del Tar per sbloccare un centro rifugiati («volto a promuovere da parte del Buzzi e del Carminati, una campagna mediatica favorevole al primo»), Buzzi ringrazia con un sms Alemanno per «l’ottimo articolo su il Tempo: ringrazia per noi il direttore e ancora grazie per la tua disponibilità». Alemanno rispondeva: «Un abbraccio».
Quanto alle influenze sulla giunta Marino, Salvatore Buzzi commenta al telefono con Carminati, le ingerenze per la formazione della squadra. «Si dice che erano state espresse le proprie preferenze in merito alla nomina di assessori compiacenti rientranti nella propria scuderia di cui almeno sei erano già stati investiti di un incarico».
In altri termini, viene registrato la «scuderia è pronta» e si è pronti a «cavalcare». Certo però, «se vinceva Alemanno ce l’avevamo tutti comprati, partivamo… c’amo l’assessore ai lavori pubblici, Tredicine doveva sta’ assessore ai servizi sociali, Cochi andava al verde. Ora noi c’avemo…… Ozzimo, quattro… Ozzimo, Duranti, Pastore e Nigro…».
La Stampa – 3 dicembre 2014