Salta per il momento il ritorno automatico dal 1 gennaio 2012 del superticket da 10 euro su visite specialistiche e analisi: si vedrà a fine anno se il Governo lo rifinanzierà. E spunta a sorpresa una tassa a carico delle industrie farmaceutiche: dal 2013 pagheranno il 35% del rosso della spesa per farmaci in ospedale, almeno 800 milioni. Il decretone sbarcato in Consiglio dei ministri – la cui discussione sarà avviata al Senato e sul quale Silvio Berlsuconi ha già annunciato che il Governo porrà la fiducia – ha riservato come di consueto altre novità sui tagli alla sanità.
Confermando però risparmi totali crescenti che fin dal 2013 supereranno abbondantemente i 4 miliardi l’anno, in attesa che gradualmente i costi standard facciano il loro effetto, oltreché sulla qualità dei servizi, anche sul versante della minore spesa complessiva.
Personale, farmaci, acquisti di beni e servizi, prezzi di riferimento, tetto di spesa per i dispositivi medici, mega ticket dal 2014: questi i capitoli più spinosi della manovra che trova già contro di sé i fucili spianati sia delle Regioni che di tutte le categorie coinvolte.
Il menu dei tagli
Si comincia dal Fondo nazionale: rispetto al 2012 crescerà solo dello 0,5% nel 2013 e dell’1,4% nel 2014: un’intesa coi governatori dovrà sancire la strada per contenere la spesa. Ma le linee guida sono già fissate. Eccole.
Anzitutto i farmaci. Dal 2013 – se sarà confermato nel testo finale – il deficit della spesa farmaceutica ospedaliera (rosso di 2,2-2,4 miliardi previsto per quest’anno) sarà per il 35% a carico delle industrie farmaceutiche (oggi pagano tutto le Regioni) in proporzione ai singoli fatturati delle imprese. Se entro il 30 giugno non sarà pronto il regolamento per definire il pay back a carico delle industrie, sempre dal 2013 scatterebbero norme più efficaci sulla spesa in farmacia per incentivare l’uso dei generici: in questo caso il tetto di spesa territoriale scenderebbe dal 13,3 al 12,5% dell’intera spesa sanitaria. Ancora sui farmaci si prevede la riorganizzazione dell’Aifa con un «diritto annuale» (una tassa) a carico delle imprese che chiedono l’autorizzazione in commercio dei prodotti.
Altro capitolo portante è la sforbiciata agli acquisti di beni e servizi, con un primo assaggio da luglio 2012 dei prezzi di riferimento per comprare al meglio dispositivi medici, farmaci ospedalieri e prestazioni e servizi sanitari da individuare, sicuramente i più costosi. Nel mirino anche l’acquisto di prestazioni dal privato accreditato. Ma i risparmi, attesi fin dal 2013, dovranno puntare anche sui dispositivi medici con tanto di un nuovo «tetto» di spesa del 5,3% nazionale e regionale. L’effetto di risparmio si moltiplicherebbe con i costi standard; e le Regioni, in caso di spese extra tetto, pagheranno da sé i deficit, tranne quelle con i conti a posto.
Personale nel mirino
Il blocco dei contratti di tutto il personale dipendente così come delle convenzioni (medici di famiglia e pediatri, specialisti ambulatoriali, guardie mediche) durerà fino al 2014. E insieme continuerà lo stop al turn over negli ospedali, con eccezioni per i primariati nelle Regioni sotto piano di rientro, che avranno anche più armi nel blocco dei pignoramenti che prosegue fino a tutto il 2012. Nel 2013-2014 proseguirà poi la stretta sui costi del personale (+1,4% sul 2004), sugli organici anche dei precari e sugli standard organizzativi negli ospedali.
I ticket che verranno
Dal 2014 lo Stato potrà introdurre ticket, anche aggiuntivi a quelli già esistenti, sui farmaci e su «tutte» le prestazioni sanitarie. E potrebbe non essere poca cosa: nel 2014 dovranno coprire il 47% della manovra necessaria, se non ci sarà intesa con le Regioni. Per evitare la raffica di nuovi ticket, in ogni caso, le Regioni potranno indicare misure alternative con proprie risorse, se mai ce la faranno, ma rigorosamente da certificare ai tavoli col Governo.
Sul superticket da 10 euro per visite e analisi, infine, il Governo ha deciso di prendere tempo, visto il negativo impatto mediatico del ritorno automatico del balzello dal 2012. Lo Stato pagherà intanto i 486,5 milioni che mancano da giugno a dicembre. Ma nel decreto non dice più che dal 1 gennaio il superticket tornerà automaticamente in vita, senza però negarlo. Nei fatti, senza finanziamento, il superticket tornerebbe però in vita. Tutto dipende evidentemente da eventuali interventi compensativi a fine anno. Come dire che il superticket per adesso non è più dietro l’angolo, ma potrebbe rispuntare. Insomma, c’è, ma non c’è. Forse sì, forse no. Si vedrà a fine anno
Ilsole24ore.com – 1 luglio 2011