Marco Rondini (LN), ha presentato la sua interpellanza sulle misure sanitarie per tutelare i cittadini in relazione al flusso di immigrati provenienti dal Mediterraneo, con particolare riferimento alla diffusione di un’epidemia del virus ebola in varie aree dell’Africa. Lorenzin ha ricordato che “è molto basso” il rischio che i migranti che giungono in Italia possano portare nel Paese il virus Ebola.
“Il Ministero della Salute segue costantemente e con la dovuta attenzione l’evoluzione della malattia che è circoscritta in Guinea e Liberia. L’Oms – ha proseguito Lorenzin – non raccomanda la restrizione dei viaggi internazionali, tuttavia, pur essendo considerato remoto il rischio di importazione di malattia di virus ebola per l’Italia o per altri Paesi europei, il ministero ha potenziato la vigilanza sanitaria, sia nel territorio nazionale che nei punti di ingresso transfrontalieri, marittimi ed aerei e l’allerta continuerà fino alla cessazione dell’epidemia ed oltre”.
“Gli immigrati irregolari – ha aggiunto il ministro – giungono sulle nostre coste dopo molti giorni, a volte anche mesi di viaggio. Nel caso della febbre emorragica, il periodo di incubazione della malattia va da 2-3 giorni a un massimo di 21, inoltre i sintomi procedono rapidamente in modo grave ed evidente. Al loro arrivo i migranti sono sottoposti ad una approfondita valutazione clinica per escludere prima del loro avvio ai centri per l’immigrazione i segni o i sintomi di malattie infettive diffuse o in atto. Inoltre, i centri per l’immigrazione hanno un responsabile sanitario, il quale deve anche assicurare un continuo flusso di informazioni al ministero”.
Misure sanitarie per tutelare i cittadini in relazione al flusso di immigrati provenienti dal Mediterraneo, con particolare riferimento alla diffusione di un’epidemia del virus ebola in varie aree dell’Africa
Il ministero della Salute segue costantemente e con la dovuta attenzione gli eventi relativi all’epidemia di malattia da virus ebola ed è in contatto con l’Organizzazione mondiale della sanità e l’Unione europea. Le informazioni ufficiali indicano che, al 12 maggio 2014, l’epidemia in Guinea si può considerare in via di contenimento. Infatti, il numero di casi segnalati da tale Paese è fermo a 233 e dal 9 maggio 2014 non sono più stati confermati nuovi casi della malattia.
Per quanto riguarda la Liberia, dal 13 marzo 2014, data di inizio del primo caso confermato in laboratorio, i casi segnalati compatibili con ebola sono 12, di cui solo 6 confermati in laboratorio, 2 probabili e 4 sospetti. Nessun nuovo caso confermato si è manifestato in Liberia a partire dal 6 aprile 2014. I casi inizialmente segnalati da Sierra Leone, Mali e Nigeria sono stati esclusi dagli esami di laboratorio, per cui i focolai del virus ebola sono circoscritti alla Guinea e alla Liberia. L’Organizzazione mondiale della sanità non raccomanda per questo evento la restrizione dei viaggi internazionali e la malattia è sottoposta a costante monitoraggio, con azioni sul campo.
Tuttavia, pur essendo considerato remoto, il rischio di importazione di malattie da virus ebola per l’Italia come per gli altri Paesi europei, il ministero della Salute ha messo in atto ogni necessaria iniziativa volta a potenziare la vigilanza sanitaria sia nel territorio nazionale che nei punti di ingresso transfrontalieri marittimi ed aerei. Sono state emanate circolari e raccomandazioni inviate alle regioni e province autonome, agli uffici di sanità marittima, alle aree di frontiera, alle amministrazioni interessate, al ministero della Difesa.
Anche se l’epidemia è in fase declinante la messa in atto delle misure di sorveglianza presso i porti, gli aeroporti, punti d’ingresso internazionali del nostro Paese, continuerà fino alla dichiarazione di cessazione dell’epidemia ed oltre. Peraltro le caratteristiche del nostro sistema sanitario nazionale e l’efficienza dei sistemi di sorveglianza a livello locale, regionale e nazionale sono in grado di evitare l’innesco di fenomeni epidemici.
Per quanto riguarda i flussi migratori irregolari, gli immigrati giungono sulle nostre coste dopo molti giorni, o a volte mesi di cammino e periodi di soste in prossimità dei luoghi d’imbarco, nel caso della febbre emorragica da virus ebola, il periodo d’incubazione ovvero il periodo in cui un soggetto può cominciare a divenire infettante per gli altri va da due a tre giorni, ad un massimo di ventuno. L’infettività è più elevata nei giorni e nelle ore che precedono immediatamente l’insorgenza della sintomatologia.
Inoltre, i sintomi e l’evoluzione clinica procedono molto rapidamente in modo grave ed evidente così da ostacolare i movimenti delle persone affette. I migranti che giungono irregolarmente sulle nostre coste sono sottoposti ad una approfondita valutazione clinica per escludere, prima del loro avvio ai centri per l’immigrazione, la presenza di segni e sintomi riconducibili a malattie infettive diffuse e in atto che richiedono misure di isolamento. I centri per l’immigrazione sono dotati di un responsabile sanitario a cui spetta tra gli altri il compito di assicurare adeguati flussi d’informazione con il ministero della Salute a cominciare da possibili casi o focolai di malattie infettive che potrebbero costituire un pericolo per la salute pubblica.
In relazione all’attivazione dei centri di accoglienza temporanea da parte delle prefetture per far fronte all’aumento del flusso di immigrati irregolari, a seguito di accordi tra il ministero dell’interno e questo ministero, sono attivi i canali di comunicazione che consentono la loro continua ricognizione.
15 maggio 2014