Le Nazioni Unite si mobilitano contro l’epidemia causata dal virus Ebola per creare un’ampia coalizione internazionale. Nei giorni scorsi una risoluzione approvata all’unanimita’ dal Consiglio di sicurezza che qualifica l’epidemia come una “minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale”, ora la riunione ad alto livello di capi di stato e di governo alla quale sono stati invitati i paesi colpiti, i maggiori donatori, tra cui l’Italia, i vertici delle agenzie dell’Onu maggiormente coinvolte nel contrastare il virus, in particolare l’Oms, le principali ong e le organizzazioni regionali di riferimento.
L’obiettivo e’ quello di un intervento coordinato di tutta la comunità internazionale e del sistema Onu e di ottenere risultati concreti in tempi rapidi. Si colloca in tale contesto l’istituzione del “United Nations Operations Crisis Centre”, diretto dal vice-coordinatore per l’emergenza ebola, Anthony Banbury, con il compito di individuare soluzioni operative per fronteggiare la crisi e di coordinare gli sforzi dell’Onu e della comunità internazionale (diventerà’ operativo domenica), mentre il segretario generale Ban Ki moon ha proposto di istituire, per la prima volta nella storia delle Nazioni unite, una missione di tipo sanitario ”United Nations Mission for Ebola Emergency Response”(UNMEER).
Con oltre 200 morti al giorno, Ebola infuria in Africa occidentale e, finora, nessuna delle misure messe in campo è riuscita frenarne la diffusione: c’è il rischio di una ”catastrofe umanitaria”, avverte il presidente Usa Barack Obama, mentre i presidenti di Liberia e Sierra Leone, che intervengono all’Onu in videoconferenza, definiscono l’epidemia in atto una minaccia ”peggiore del terrorismo”. Ad integrazione dei 200.000 euro già concessi nell’aprile scorso all’Oms per la realizzazione di attività in Guinea Conakry, la Cooperazione italiana ha avviato un nuovo programma di interventi dell’importo complessivo di quasi 1,5 milioni di euro. Il programma prevede un contributo multilaterale di emergenza all’Oms di 240.000 euro e un’iniziativa bilaterale di emergenza dell’importo di 1,2 milioni. Quest’ultima finanzierà, tra le altre cose, attività di cura, prevenzione e formazione condotte da ong italiane presenti nella regione, e l’invio di personale medico italiano specializzato dell’ospedale Spallanzani di Roma, centro di eccellenza a livello internazionale per la cura delle malattie infettive, che ha già approntato un laboratorio mobile in Guinea Conakry e sta per aprirne un altro in Liberia.
L’Italia, in qualità di presidente di turno del Consiglio dell’Unione europea, promuoverà infine il dibattito sulla risposta all’emergenza ebola in ambito COHAFA (gruppo di lavoro del Consiglio dell’Ue per gli aiuti umanitari), sensibilizzando gli stati membri sulla necessità di un pronto intervento e favorendo il coordinamento delle attività, nonché la mobilitazione di ulteriori risorse.
L’ultimo bilancio dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) conferma la drammaticità della situazione: al 21 settembre, si registrano 2.917 morti e 6.263 casi. I Paesi più colpiti restano la Guinea (1.022 casi, 635 morti), la Liberia (3.280 casi, 1.677 morti) e la Sierra Leone (1.940 casi, 597 morti). E intanto a parlare, tra l’altro, di Ebola, e’ arrivata a Washington il ministro della salute Beatrice Lorenzin. Cuore della visita e’ un meeting alla Casa Bianca sulla ‘Global Health Security Agenda’ (GHSA), l’iniziativa lanciata lo scorso febbraio da 29 nazioni in partnership con l’Organizzazione mondiale della sanita’, le Nazioni Unite, e l’Unione Europea “per accelerare il progresso verso un mondo libero e sicuro dalla minaccia di malattie infettive e per promuovere la salute globale come una priorita’ di sicurezza internazionale”.
Fonte: Onuitalia – 27 settembre 2014