Un gruppo internazionale di esperti boccia l’Organizzazione mondiale della sanità per come ha gestito l’epidemia di Ebola in Africa Occidentale: “Una risposta lenta e un fallimento della leadership” hanno causato “inutili sofferenze e decessi”, ammonisce il panel composto da 20 studiosi guidati da Peter Piot, direttore della London School of Hygiene & Tropical Medicine e co-scopritore del virus Ebola.
In un report pubblicato su ‘Lancet’, il team promosso dall’ente britannico insieme al The Harvard Global Health Institute americano mette in evidenza le falle nel sistema di sorveglianza in Guinea, Sierra Leone e Liberia: i Paesi colpiti dalla maxi-epidemia che ha ucciso oltre 11 mila persone “non erano in grado di individuare, segnalare e rispondere in modo tempestivo” a un’emergenza simile, il che ha prodotto di fatto “una crisi mondiale”. Ma la maggior parte delle critiche è riservata all’agenzia delle Nazioni Unite per la sanità: “L’Oms si è mossa troppo tardi”, 5 mesi dopo la notifica dei focolai in Guinea e Liberia, denotando “una mancanza leadership e responsabilità”. “La reputazione e la credibilità dell’Oms ha subito un duro colpo”, rincarano gli scienziati.
La relazione contiene 10 raccomandazioni per migliorare la risposta internazionale contro future epidemie. Tra le altre: mettere in campo una strategia globale per aiutare i Paesi più poveri a monitorare e ad attivarsi in caso di focolai sospetti; creare un centro dedicato all’interno dell’Oms, con un proprio budget, che possa agire e coordinare gli interventi; istituire di un fondo per la ricerca e lo sviluppo di farmaci e vaccini per il trattamento delle malattie infettive.
“Una riforma dei sistemi di sorveglianza nazionali e internazionali per una risposta alle epidemie non è solo auspicabile, ma necessaria – afferma Piot – Non dobbiamo più assistere al caos sociale, umano e finanziario che si è consumato con l’Ebola in Africa Occidentale”.
AdnKronos Salute – 23 novembre 2014