Paolo Russo. Proprio mentre l’emergenza in Africa sembra rientrare, Ebola torna a colpirci da vicino. Dopo Fabrizio Pulvirenti, il medico di Emergency, questa volta ad essere risultato positivo al test che rileva il virus è un infermiere sardo di 37 anni. Anche lui dell’organizzazione di Gino Strada e sceso a combattere l’epidemia in Sierra Leone.
Solo che questa volta il «paziente due» non ha accusato i sintomi in Africa ma dopo il suo rientro in Italia. Le sue condizioni di salute sono al momento sostanzialmente buone. A parte la febbre, comunque non alta. Ma quel che preoccupa è il fatto che Salvatore (il nome è di fantasia) ha avuto contatti con familiari e amici, per i quali al momento non è scattata una vera e propria quarantena, ma che da oggi verranno tenuti sotto stretta osservazione, con il divieto di uscire di casa, comunicano le autorità sanitarie. Almeno per i prossimi 21 giorni, il periodo massimo di incubazione del virus prima che la malattia inizi a manifestarsi.
A tranquillizzare i sanitari che all’ospedale di Sassari hanno subito preso in carico l’infermiere di Emergency è comunque il fatto che Ebola non si trasmette prima che si manifestino i sintomi. E alle prime linee di febbre, domenica notte, il «paziente due» si è subito auto-isolato chiudendosi nella sua camera, nell’abitazione dove vive con madre e sorella. Poi è scattato il trasferimento nel reparto malattie infettive dell’ospedale di Sassari dove è stato posto in assoluto isolamento. Questo prima di essere trasferito all’ultra blindato «braccio Ebola» dell’ospedale «Lazzaro Spallanzani» di Roma, dove si è combattuta e vinta la battaglia contro il virus che aveva colpito a novembre Pulvirenti. Anche questa volta il trasporto, previsto tra la nottata e l’alba di oggi, avverrà con un aereo di biocontenimento dell’Aeronautica militare sul quale viaggeranno solo Maurizio e i sanitari chiamati ad assisterlo nei loro scafandri bianchi.
Il ministero della salute e l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, hanno già predisposto le misure necessarie per rendere disponibili allo Spallanzani i farmaci sperimentali previsti dai protocolli. Gli stessi che, insieme al siero delle persone guarite da Ebola, hanno spinto verso la guarigione Pulvirenti. Già oggi i medici dello Spallanzani dovrebbero emettere il primo bollettino medico.
L’infermiere di Emergency, fa sapere la stessa organizzazione, ha una grande esperienza e al momento non si sono riscontrate infrazioni del protocollo alle quali attribuire il contagio. In Sierra Leone era sbarcato a febbraio. Poi l’8 maggio il rientro in Italia e due giorni dopo i primi sintomi, seguiti dal test effettuato allo Spallanzani con un campione di sangue e altre analisi per escludere contagi da malaria e altre malattie.
Per ora si è partiti con la terapia antibiotica e anti-febbre. Ma da oggi inizia la vera battaglia contro il virus, che allo Spallanzani sperano di vincere anche questa volta.
La Stampa – 13 maggio 2015