E’ morto il senatore a vita Giulio Andreotti. Per sette volte presidente del Consiglio, da lui presieduto anche nel 1978, durante la legislatura nella quale fu approvata la riforma sanitaria con la legge 833 del 23 dicembre 1978
È mancato questa mattina a Roma nella sua abitazione di Corso Vittorio Emanuele II il senatore a vita e politico di lungo corso italiano Giulio Andreotti. Romano, nato il 14 gennaio 1919, Andreotti ha rappresentato per molti anni una delle figure centrali del sistema politico italiano. È stato infatti il 16º, 19º e 28º Presidente del Consiglio dei ministri, oltre ad aver ricoperto una lunga lista di incarichi ministeriali. I funerali sono previsti per il pomeriggio di domani nella Capitale.
In Parlamento sin dai primi passi della Repubblica, nel 1945 Andreotti ha fatto parte della Consulta Nazionale all’Assemblea costituente, seguita dall’elezione a parlamentare dal 1948 al 1991, e la nomina a senatore a vita nel 1991. Nel suo passato, anche un celebre processo a Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa concluso con l’assoluzione per i fatti successivi al 1980 e la dichiarazione di non luogo a procedere per i fatti anteriori.
La sua lunghissima carriera politica lo ha visto alla guida di molti dei ministeri chiave dei governi a guida Democrazia cristiana, come il ministero della Difesa (8 volte), quello degli Esteri (5 volte) e il dicastero delle Partecipazioni Statali (3 volte). Altri incarichi come ministro delle Finanze (2), del Bilancio e ministro dell’Industria, del Tesoro e dell’Interno (il più giovane della storia repubblicana, a soli trentaquattro anni). Fu anche ministro dei Beni culturali (ad interim) e ministro delle Politiche comunitarie. Era presidente del Consiglio con Tina Anselmi ministro della sanità quando fu approvata la cosidetta riforma sanitaria che soppresse il sistema mutualistico ed istituì il Servizio sanitario nazionale, con decorrenza del 1º luglio 1980 (Il sole 24 Ore) – 6 maggio 2013