Via libera definitivo del Senato alla Finanziaria e al ddl di Bilancio. L’Aula ha, infatti, approvato il ddl di stabilità con 161 sì, 127 no e cinque astenuti
Le astensioni (i due senatori Mpa, Giovanni Pistorio e Sebastiano Burgaretta e i tre senatori della Svp: Peterlini, Pinzger e Thaler) al Senato equivalgono a voto contrario. Subito dopo l’assemblea ha anche approvato il ddl di Bilancio con 161 sì, 124 no e cinque astenuti. Rispettato, dunque, l’impegno, preso dai presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per il varo della ex Finanziaria entro la prima decade di dicembre. In mattinata il sottosegretario all’Economia, Luigi Casero, aveva chiesto il ritiro di tutti gli emendamenti per snellire e velocizzare i lavori e «presentarci in Europa con una situazione di conti in ordine e una situazione di forza del Paese nei confronti degli altri Paesi Ue». Invito non accolto da quasi tutti i partiti.
L’abc della finanziaria 2011. Tutti i tagli e gli stanziamenti voce per voce
Una Finanziaria, dunque, che é arrivata al traguardo assolutamente blindata nel testo. Anche se il governo ha accolto una serie di ordini del giorno, come quello che promette di integrare i fondi del 5 per mille, che per Vannino Chti (Pd), vicepresidente del Senato, pone riparo a uno scippo al terzo settore. L’odg approvato, targato Pd, impegna il governo a stanziare 300 milioni nel primo decreto in fase di approvazione (dunque il milleproroghe) per ripristinare il tetto di 400 milioni destinato nel 2011 al 5 per mille (100 milioni sono già presenti nella legge di stabilità). «Si tratta di uno stanziamento – spiega Chiti – che permetterà al settore del volontariato e del non profit di continuare la sua attività, particolarmente preziosa in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando, una crisi che ha messo in ginocchio migliaia di famiglie, facendo crescere povertà e disagi». Accolto anche un odg di Cosimo Izzo (Pdl), per prorogare di un anno, fino al 31 dicembre 2011, il termine per la regolarizzazione degli immobili fantasma (quelli non ancora accatastati).
Una manovra aggiuntiva non sarà necessaria, secondo il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri. Non servono «ulteriori manovre avendo tempestivamente, fin dall’inizio della legislatura – ha detto Gasparri – adottato tutti gli interventi per la stabilità finanziaria dell’Italia che ci è stata riconosciuta in tutte le sedi, europee e internazionali
Di parere opposto la presidente dei senatori del Pd, Anna Finocchiaro, per la quale ci sarà bisogno «di una manovra aggiuntiva. Avremo la necessità di rientrare di 45 miliardi per onorare gli impegni in sede Ue». Per Finocchiaro è necessario «un Governo transitorio per alcune norme economiche e per cambiare la legge elettorale. La crisi sta mettendo in ginocchio l’Italia e il ddl di stabilità non risolve alcun problema».
Per il presidente del gruppo Udc, Gianpiero D’Alia, «la manovra blindata che è arrivata al Senato non crea sviluppo, toglie risorse alle famiglie, al volontariato, alla ricerca e agli enti locali, e soprattutto non mette in sicurezza i conti». Per il presidente del gruppo Idv al Senato, Felice Belisario, «il governo sta commissariando il Senato, non facendoci modificare una legge di stabilità pessima».
Pollice verso sulla legge di stabilità anche dell’ex ministro dell’Economia Vincenzo Visco. «Nel 2011 sarà necessaria una manovra aggiuntiva da 7 miliardi sui conti pubblici». Il ddl stabilità non basta». Per Vincenzo Visco, che oggi, insieme al responsabile economico del Pd, Stefano Fassina, ha presentato l’ultimo Rapporto del Nens, il rapporto deficit/Pil si porterà al 5,3% quest’anno anziché al 5% stimato dal governo e il prossimo anno al 4,3% anziché al 3,9% governativo. «La situazione è molto difficile – ha detto Visco – con il debito al 119% del Pil quest’anno (118,5% per il governo, ndr) e nel 2011 oltre il 120% (119,2% per il governo) e i mercati che lo considerano il barometro per capire con chi riprendersela. Il problema vero, dal nostro punto di vista, é il surplus primario che non c’é più: quest’anno sarà a -0,6% (-0,3% stima governativa) e nel 2011 appena allo 0,4% del Pil (0,8% per il governo). Risanare in queste condizioni diventa molto complicato: si va sulla carne viva». Visco ha denunciato che «c’è stato un forte sfondamento della spesa corrente, soprattutto primaria, di circa 15 miliardi, compensata per 6 miliardi dalla riduzione della spesa in conto capitale; quindi siamo a 9 miliardi di spesa in più rispetto al 2009».
ilsole24ore.com
7 dicembre 2010