Più di seicento scienziati, agricoltori, ricercatori, organizzazioni di categoria ed enti non profit hanno inviato una lettera aperta alla Presidente dell’Unione Europea Ursula von der Leyen, per chiederle di mantenere la promessa di fornire la nuova legislazione sul benessere degli animali prima della fine del suo mandato. Come – peraltro – previsto dalla più ampia strategia Farm to Fork.
Secondo i firmatari, il pacchetto di norme esistente non riflette le attuali conoscenze scientifiche: basate su oltre 180 mila articoli, in materia. E, di conseguenza, non può garantire livelli accettabili di tutela agli animali. Senza dimenticare che a ciò occorre aggiungere l’impatto negativo – economico, per gli stakeholders e per l’opinione pubblica – derivante dallo status quo.
L’attuale situazione legislativa
Gli standard di benessere degli animali nell’Unione Europea sono tra i più elevati al mondo, dal momento che in tutti i Paesi vigono norme armonizzate che disciplinano diverse questioni di benessere per parecchie specie animali.
La direttiva 98/58 del Consiglio definisce norme minime per la protezione di tutti gli animali negli allevamenti, mentre altre norme inquadrano gli standard di benessere: durante il trasporto e al momento dello stordimento e della macellazione.
Direttive specifiche disciplinano inoltre la protezione di singole categorie di animali: come per esempio vitelli, suini, galline ovaiole e polli allevati per la produzione di carne. Oltre a quelli da allevamento, anche gli animali impiegati negli esperimenti di laboratorio e i selvatici degli zoo sono tutelati da appositi standard armonizzati a dimensione europea.
In Italia tutte le azioni a tutela in questo ambito sono state recepite nel Piano nazionale per il benessere animale (Pnba), che rende uniformi le modalità di esecuzione e la programmazione dei controlli. E pone maggiore attenzione alla necessità di una più adeguata formazione di medici veterinari e allevatori.
L’adozione di un piano nazionale nasce dalla necessità di armonizzare le norme comunitarie con quelle nazionali, mirando a:
- Individuare i criteri di controllo conformemente alle disposizioni della decisione 78/2006/CE;
- programmare annualmente i controlli sulla base della valutazione del rischio (regolamento (CE) n. 882/2004 e decisione n. 778/2006/CE);
- coordinare le diverse autorità competenti al fine di evitare da una parte inutili sovrapposizioni dei controlli e dall’altra il rischio di difformi interpretazioni applicative delle norme con conseguenti distorsioni di mercato;
- standardizzare ed informatizzare i flussi informativi, al fine di rendere disponibili i dati relativi ai controlli e consentire così alle diverse Autorità competenti di adempiere gli obblighi di rendicontazione previsti dalle norme vigenti;
- formare i medici veterinari e gli allevatori.
I servizi veterinari ufficiali sono gli organi preposti a effettuare i controlli. E, sulla base delle loro rendicontazioni annuali, viene effettuata (da parte del ministero della Salute e con il Centro di Referenza Nazionale per il benessere animale), una categorizzazione dei rischi, la nuova programmazione, linee guida e check list utili.
Fari puntati sulla zootecnia
L’interesse verso la protezione degli animali da reddito si è fatto più evidente dal momento in cui la Politica Agricola Comune, dall’1 gennaio 2007, ha inserito il benessere animale tra i criteri obbligatori da rispettare nell’ambito della cosiddetta “condizionalità” ai sensi del regolamento europeo 1782/03.
Le buone prassi per il benessere degli animali non soltanto riducono inutili sofferenze, ma contribuiscono anche a rendere gli animali più sani. Inoltre, il Trattato di Lisbona del 2009 ha riconosciuto esplicitamente che gli animali sono esseri senzienti e che l’Unione e i suoi Stati membri hanno la responsabilità da un punto di vista etico di prevenire maltrattamenti, dolore e sofferenza.
Il benessere degli animali destinati alla produzione degli alimenti dipende in larga parte da come vengono gestiti dall’uomo. Numerosi sono i fattori che possono influire sul loro benessere: il tipo di stabulazione e le zone di riposo, lo spazio a disposizione e la densità dei capi, le condizioni di trasporto, i metodi di stordimento e di macellazione, la castrazione dei maschi e il taglio della coda.
È fuori dubbio, tuttavia, che la tutela del benessere degli animali allevati può avvenire soltanto attraverso la realizzazione di un sistema che soddisfi da una parte le aspettative di ordine etico dei cittadini, dall’altra quelle altrettanto legittime di reddito e sviluppo delle aziende zootecniche.
Mantenendo in ogni caso inalterate le garanzie di sicurezza e di salubrità degli alimenti.
Con Classyfarm prevenzione più efficace
A questo scopo è nato Classyfarm, un sistema integrato che facilita la collaborazione e il dialogo tra allevatori, veterinari, autorità competenti. Inserito nel portale nazionale della veterinaria, consente la rilevazione, la raccolta e la elaborazione dei dati relativi alle seguenti aree di valutazione:
- biosicurezza;
- benessere animale;
- parametri sanitari e produttivi;
- alimentazione animale;
- consumo di farmaci antimicrobici;
- lesioni rilevate al macello
Questi dati vengono analizzati e utilizzati per attuare una classificazione degli allevamenti in base al rischio: migliorando la prevenzione delle malattie animali e la lotta all’antimicrobicoresistenza e rendendo più efficiente il controllo ufficiale da parte delle autorità competenti.
Ma nello stesso tempo offrendo agli allevatori le condizioni per tendere all’eccellenza. Negli anni la normativa si è arricchita, introducendo norme sempre più specifiche per settori, specie o situazioni specifiche, come trasporti e macelli.
Indicazioni per trasporto e macellazione
La protezione e il benessere degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate sono disciplinate dal regolamento 01/05, sulla base del quale il ministero della Salute ha elaborato apposite check list di controllo, che contengono le indicazioni generali (sia specifiche per specie e sia per tipologia di trasporto) tramite cui il personale di acquisire tutte le informazioni previste. Una check-list simile viene elaborata e allegata al Pnba per essere utilizzata dalle autorità competenti per la valutazione di:
- requisiti di carattere generale del macello, degli impianti e delle attrezzature;
- requisiti specifici per il settore delle carni rosse;
- requisiti specifici per il settore avicunicolo
Ma il benessere riguarda anche gli animali da compagnia
La tutela del benessere degli animali da compagnia ha una storia ancor più antica. La proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale svoltasi a Parigi nel 1978 ha aperto la strada a numerose altre leggi a tutela del benessere, fisico e mentale, dell’animale.
Questo concetto è stato ulteriormente definito attraverso le “cinque libertà” del Brambell Report:
- nutrizione adeguata;
- ambiente confortevole;
- prevenzione di dolore, malattie e traumi;
- espressione del comportamento naturale;
- assenza di paura
L’Europa ha sottolineato l’importanza della protezione animale attraverso varie convenzioni. Con il Trattato di Lisbona (2007), l’Unione ha riconosciuto la sensibilità degli animali, sottolineando la loro importanza e i loro diritti.
In Italia, la tutela degli animali da compagnia ha visto progressi significativi. La legge del 1991 ha riconosciuto il diritto alla vita dei cani e gatti randagi, proibendo la loro soppressione. L’Accordo Stato-Regioni del 2003 ha ulteriormente enfatizzato la responsabilità dell’uomo nei confronti degli animali da compagnia. Il ministero della Salute ha quindi istituito il Centro di referenza nazionale per il benessere animale (Cnba), in seno all’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna.
Al benessere è correlata anche la protezione animale. La Legge 189 del 2004 ha introdotto infatti sanzioni per chi maltratta o uccide animali. Attraverso una serie di ulteriori disposizioni normative, viene assicurata la loro protezione se impiegati per particolari finalità utili all’uomo, come l’uso in terapie assistite e la tutela degli equidi.
L’attività di modificazione del patrimonio genetico nella selezione di razze con particolari caratteristiche morfologiche e funzionali non deve tenere esclusivamente conto dell’utilità per l’uomo o di meri parametri estetici, sottovalutando gli effetti collaterali dannosi per la salute e il benessere degli animali.
Nell’ambito della protezione, pertanto, il concetto di maltrattamento deve essere esteso anche alle manipolazioni genetiche che causano agli animali problemi di salute e sofferenze, configurando l’ipotesi di “maltrattamento genetico”.
Tenere conto anche delle ultime evidenze scientifiche
Negli anni la normativa si è arricchita notevolmente, introducendo norme sempre più specifiche per settori, specie o situazioni specifiche (come trasporti e macelli). E l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha rivestito un ruolo sempre più preponderante nelle valutazioni di questo settore. I
l gruppo di esperti scientifici si avvale di specifiche linee guida (emanate nel 2011) che includono una metodologia per la valutazione dei rischi per il benessere animale, che comprende diverse componenti del benessere, quali la stabulazione, la gestione, il trasporto, la macellazione di ogni specie, per individuare metodi per ridurre il dolore, il disagio e altre forme di sofferenza negli animali e migliorare il loro benessere dove possibile.
Nel contesto della strategia per il benessere degli animali 2012-2015, inoltre, sono stati sviluppati una serie di indici misurabili (misurazioni basate sull’animale) da incorporare nelle valutazioni.
Le rilevazioni possono essere individuate sia mediante l’osservazione o l’ispezione dell’animale (misure dirette come il comportamento, le condizioni del corpo, la presenza di lesioni) sia includendo registrazioni ottenute con metodi automatici (come il consumo di acqua). E tengono conto delle diverse modalità di risposta dei singoli soggetti in base alle proprie caratteristiche, agli stimoli fisici o ambientali dell’allevamento.
Sulla base di ciò, sono stati pubblicati pareri specifici sul benessere al macello di pollame (2019), conigli (gennaio 2020) e maiali (giugno 2020). Nel febbraio 2022, l’Efsa ha poi avviato una consultazione pubblica sulla bozza di una guida metodologica da utilizzare per una serie di pareri scientifici sul benessere degli animali da allevamento, che ha pubblicato poi a luglio, sulla base della quale sono stati rapidamente emanati ulteriori pareri quali:
- Raccomandazioni per il benessere dei suini (agosto 2022);
- Pareri scientifici sul benessere di vacche da latte, anatre, oche, quaglie (maggio 2023);
- Parere sul benessere dei vitelli in allevamento (marzo 2023);
- Pareri sul benessere di polli da carne e galline ovaiole, in particolare per evitare la pratica della mutilazione, restrizione alimentare e l’uso di gabbie (febbraio 2023);
- Cinque nuovi pareri per il benessere lungo il trasporto (settembre 2023);
- Rapporto per il benessere di cani e gatti in allevamento, con raccomandazione di evitare l’uso di box, gabbie, gabbiette (2023)
Queste nuove evidenze scientifiche possono essere di ausilio ai politici che devono assumere decisioni su quali siano le condizioni accettabili per gli animali d’allevamento e possono essere utilizzate come supporto ai programmi di monitoraggio e di controllo attuati a livello di azienda, per garantire standard di salute e benessere degli animali e per contribuire alla lotta contro le malattie.
Peraltro anche altre organizzazioni internazionali hanno emanato raccomandazioni e linee guida in tema di benessere degli animali, come l’Organizzazione mondiale della salute animale (Whoa) e il Consiglio Europeo.
Perché una revisione della legislazione sul benessere animale?
Il benessere degli animali è parte integrante della nuova strategia Farm to Fork (dal produttore al consumatore) dell’Unione Europea, che mira a rendere le pratiche agricole in Europa più sostenibili attraverso una politica alimentare integrata che coinvolge l’intera filiera produttiva.
Nel contesto, è previsto che l’Unione effettui una valutazione della propria legislazione sul benessere degli animali. Da qui la richiesta all’Efsa di una nuova consulenza che rifletta le ricerche e i dati scientifici più aggiornati.
I mandati ricevuti dall’Autorità riflettono anche la crescente preoccupazione dell’opinione pubblica per il benessere degli animali, in particolare per l’uso delle gabbie negli allevamenti. Un’iniziativa dei cittadini europei – End the Cage Age (fine dell’epoca delle gabbie), che chiedeva la fine dell’uso di tali gabbie – è stata sottoscritta da oltre 1,5 milioni di cittadini e caldeggiata da circa 170 organizzazioni.
In generale, oggi l’opinione pubblica è particolarmente attenta a questa tematica: l’ultima indagine Eurobarometro ha rilevato che il 92 per cento (54mila persone) dei partecipanti non ritiene l’attuale normativa garante di una protezione adeguata e uniforme delle specie, e di essere particolarmente sensibili alla tematica.
La proposta di legge attesa entro la fine del 2023
Il rilascio di una legislazione aggiornata sul benessere degli animali pare dunque necessaria e urgente. Mantenere l’impegno in tempi brevi eviterebbe costi ulteriori per gli agricoltori e le imprese alimentari europee, che devono prendere decisioni a lungo termine sugli investimenti da fare, alcuni dei quali già hanno preso degli indirizzi sulla base di quanto atteso.
Inoltre, rappresenterebbe anche gli interessi ambientali, sociali, etici ed economici espressi dai cittadini, dalle imprese e dai governi europei. Per questi motivi la European PetFood Industry (Fediaf) e altre sigle, in aggiunta ai seicento scienziati, hanno firmato la lettera aperta inviata alla Commissione Europea.
Chiara la richiesta: mantenere fede agli impegni presi nella strategia Farm to Fork e rispettare la scadenza della pubblicazione della normativa aggiornata entro l’ultimo quarto del 2023.
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