Il Rasff, il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi, lo scorso 27 luglio ha diramato un’allerta in tutta Europa e pubblicato un documento di rischio “grave” (Notification details-2023.5103) nel quale segnala, in un lotto di formaggio di malga prodotto in Italia, la presenza del batterio Escherichia coli STEC, sierogruppo 026, in grado di causare gravi patologie. Le autorità sanitarie hanno ordinato ai grossisti che riforniscono ristoranti e catene di supermercati italiani di formaggi di alpeggio (o di malga) di interrompere la commercializzazione del prodotto. L’allerta si è focalizzata su questo prodotto caseario dopo che una bimba trentina di circa tre anni è stata colpita da Sindrome emolitico uremica e ricoverata in gravissime condizioni nel reparto di terapia intensiva infantile dell’ospedale di Padova.
Che cos’è la Sindrome emolitico uremica
La Sindrome Emolitico-Uremica (SEU) è una malattia acuta rara che rappresenta, tuttavia, la causa più importante di insufficienza renale acuta nell’età pediatrica, in particolare nei primi anni di vita. Ha una eziologia multipla e una patogenesi complessa che si esprime primariamente a carico degli endoteli vasali degli organi target causando un quadro di microangiopatia trombotica. Sul piano clinico è caratterizzata dalla comparsa di tre sintomi: anemia emolitica, trombocitopenia e insufficienza renale (a causa della quale molto spesso i pazienti colpiti devono ricorrere alla dialisi). Può avere un decorso grave, in alcuni casi con esito fatale, e può essere causa di sequele (conseguenze) a lungo termine. Tra le più frequenti, ipertensione, insufficienza renale cronica, conseguenze neurologiche. La SEU ha un notevole impatto sanitario poiché è causa di morbidità e mortalità prematura.
Nella sua forma tipica (circa l’85% dei casi), la SEU rappresenta la più grave complicanza di un’infezione intestinale batterica, sostenuta da ceppi di Escherichia coli (STEC) produttori di una potente tossina detta Shiga-tossina (Stx) o vero-citotossina (VT).
La trasmissione all’uomo può avvenire attraverso il consumo di alimenti contaminati, come carni e prodotti a base di carne (es. hamburger) crudi o poco cotti, ma in molti casi anche da latte crudo non pastorizzato e prodotti lattiero-caseari a base di latte crudo. Meno diffusi i casi di vegetali e frutta non lavati e consumati crudi. Può avvenire anche per contatto diretto con animali infetti o indiretto attraverso superfici contaminate dalle loro feci come terreno o scarpe oppure l’ingestione di acqua accidentalmente contaminata.
I dati del Registro Italiano Sindrome Emolitico Uremica aggiornati – Rapporto / 1 luglio 2022 – 30 giugno 2023
In Italia tra il 1° luglio 2022 e il 30 giugno 2023 sono stati registrati 73 casi di SEU. I pazienti con SEU provenivano da 16 Regioni (per un caso l’informazione non era disponibile), mentre per quattro casi la malattia si è manifestata al rientro da un viaggio all’estero. Come largamente atteso anche nel periodo considerato, la maggioranza dei casi di SEU è stata registrata nei pazienti in età pediatrica (<15 anni di età) con 70 casi (95,9 % del totale). In questa fascia d’età, negli ultimi 12 mesi il tasso medio di segnalazione della SEU è stato di 0,9 casi per 100.000 residenti, con importanti variazioni per Regione. Il range di variazione tra le Regioni che hanno registrato almeno un caso di SEU variava tra 0,14 e 1,8 casi per 100.000. I valori più elevati sono stati riscontrati in Abruzzo con 1,8 casi di SEU per 100.000, sebbene la maggioranza dei casi sia stata registrata in Campania e in Emilia-Romagna (10 casi). Negli ultimi 12 mesi, le Regioni in cui il tasso di segnalazione dei casi di SEU era superiore alla media nazionale comprendevano Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Marche, P.A. Bolzano, Piemonte, Puglia, Sardegna e Veneto.
Nel primo semestre del 2023, il numero dei casi di SEU segnalati al Registro Italiano SEU appare inferiore all’atteso, passando complessivamente da una media di 24,7 casi, registrati nello stesso periodo dei 10 anni precedenti, a 18,0 casi osservati (-6,7 casi). Questo corrisponde a una diminuzione relativa pari al 27,1% dei casi rispetto all’atteso. La diminuzione di casi è stata particolarmente marcata nei mesi primaverili di aprile e maggio 2023 durante i quali è stato segnalato al Registro SEU un solo caso rispetto agli 8,1 attesi. Questo corrisponde a un calo relativo dell’87,7%.
Nel bimestre estivo del 2022 (luglio-agosto), i casi osservati (34,0 casi) sono stati superiori all’atteso stagionale (22,6 casi). Questa corrisponde a un aumento relativo pari al 50,4%. Nel rimanente periodo del 2022 (settembre-dicembre) il numero i casi di SEU appare sostanzialmente in linea con l’atteso stagionale osservato negli anni precedenti.
La SEU colpisce in modo particolare la popolazione pediatrica (<15 anni) nella quale i casi si concentrano nei primissimi anni di vita. L’età mediana dei pazienti all’esordio clinico della malattia per i casi riscontrati negli ultimi 12 mesi (1° luglio 2022-30 giugno 2023) e nei 10 anni precedenti era, rispettivamente, di 36,8 mesi e 32,0 mesi. Nello stesso periodo sono stati registrati 3 casi di SEU tra gli adulti. Complessivamente la distribuzione per sesso dei casi di SEU segnalati tra il 2012 e il 2022 appare sbilanciata a favore delle femmine con 392 casi (52,7%), rispetto ai maschi riportati in 352 casi (47,3%).
Negli ultimi 12 mesi è stato possibile esaminare campioni biologici da 72 dei 73 (98,6%) casi di SEU segnalati al Registro. In 64 casi (88,9%) con campioni di feci e/o siero esaminati, è stata riscontrata un’infezione da E. coli produttore di Shigatossina (STEC), attraverso il riscontro positivo ad almeno uno dei test di laboratorio. I test sono stati condotti presso il Laboratorio Nazionale di Riferimento per E. coli dell’ISS o dagli altri laboratori riconosciuti dal Registro Italiano SEU¹. In 56 casi positivi per STEC (87,5%) è stato possibile identificare ottenere informazioni sul sierogruppo STEC. In 2 casi c’è stata evidenza di infezione con ceppi appartenenti a due diversi sierogruppi. Tra questi, predominano i cosiddetti sierogruppi STEC top-5 (O26, O157, O111, O145, O103) a cui apparteneva l’87,9% (N=51) dei casi di SEU nei quali questa informazione era disponibile. È da sottolineare che, negli ultimi 12 mesi, il sierogruppo STEC O26 rappresentava il 46,6% (N=27) dei sierogruppi identificati. Anche nei 10 anni precedenti STEC O26 risulta presente nel 47,7% dei sierogruppi. Questa tendenza appare in linea con la situazione epidemiologica europea in cui il sierogruppo STEC O26 predomina tra i casi di SEU associati a infezione da STEC riportati dai Paesi membri nel 2021, come emerge dal report europeo sulle zoonosi, pubblicato da EFSA/ECDC nel 2022.
A cura redazione Sivemp Veneto
3 luglio 2023