I 200 quintali rubati alle Latterie Vicentine erano in un camion fermato dalla polizia stradale in Puglia. I responsabili dell’azienda hanno riconosciuto le forme trafugate. L’autista arrestato. Indagini per individuare il resto della banda
Rubati e ritrovati a tempo di record a settecento chilometri di distanza. Domenica, in tarda serata, la polizia stradale di Foggia ha fermato il camion che trasportava il formaggio sparito all’alba dalle Latterie Vicentine Scarl di Bressanvido. All’appello non mancava nulla, c’erano tutte le forme di Asiago, Morlacco e Bastardo del Grappa: duecento quintali di prodotti per un valore di almeno 150 mila euro. Il tir è stato fermato, l’uomo che lo guidava accompagnato in caserma, la merce controllata e sequestrata. Scoprire a chi appartenesse non è stato difficile e così, dopo una giornata decisamente amara, al presidente Gianni Pinton è stata comunicata la bella notizia. Ieri Renzo Pintore, responsabile dello stabilimento e Franco Loborgo, responsabile commerciale, hanno raggiunto Foggia e hanno potuto avere la conferma definitiva che quei formaggi erano proprio i loro e che, per fortuna, l’intero bottino era stato ritrovato.
IL FURTO. La banda era entrata in azione l’altra notte nella sede di via San Benedetto: aveva fatto sparire 200 quintali di prodotti. Era stato subito chiaro che i malviventi dovevano essere in tanti. Sei, forse sette persone, professioniste del crimine e che avevano studiato il piano nei minimi dettagli. Sapevano dove erano le telecamere e le hanno oscurate; sapevano dove fosse l’allarme anti-furto, sapevano infine cosa rubare e dove trovarlo. Tutta la sede delle Latterie Vicentine è protetta da un sofisticato sistema di sicurezza. La sirena era scattata più volte e, ovviamente, non si era trattato di una coincidenza: devono aver fatto in modo di farla partire per controllare in quanto tempo sarebbero arrivati gli addetti della vigilanza privata e creare scompiglio. Due falsi allarmi e poi il colpo. Avevano forzato il cancello d’ingresso e, quindi, con cacciaviti e piedi di porco, erano riusciti a manomettere una delle porte secondarie del magazzino, dove è iniziata la razzia, “snobbando” i formaggi che costavano meno e facendo man bassa delle forme più pregiate: l’Asiago fresco “Gallo nero”, il “Pan di formaggio” (una qualità affumicata che, in passato, era stato più volte premiata), lo stravecchio, il Morlacco e il Bastardo del Grappa, per citarne soltanto alcuni.
LA RICERCA. I ladri, dopo aver caricato le forme su un tir, erano scappati. L’allarme era scattato alle 6, quando il personale era arrivato al lavoro. Proprio questo aspetto deve essere stato determinante. «Credevano che lo avremmo scoperto solo ieri – ha considerato ieri il presidente Pinton – e, al quel punto, sarebbero stati ormai lontani. Invece ce ne siamo accorti dopo poco e le indagini dei carabinieri sono scattate immediatamente. Eravamo assicurati, quindi i nostri soci non avrebbero perso nulla ma è comunque grande la soddisfazione provata dopo il ritrovamento del carico». «Ora le forze dell’ordine stanno dando la caccia al resto della banda – ha concluso – che sembra aver colpito a distanza di poche ore altre due volte anche in città diverse. I nostri prodotti sarebbero stati probabilmente rivenduti al Sud, a pezzi o addirittura grattugiati per non essere rintracciati».
Una segnalazione al prefetto di Vicenza Melchiorre Fallica di “omessa consegna di documenti da parte del sindaco di Camisano Vicentino”. A presentarla sono stati i consiglieri di minoranza del gruppo Lega Nord-Camisano da Vivere. «Un episodio lesivo delle prerogative e dei diritti» dei consiglieri stessi, come si legge nel documento. «E non è la prima volta che succede», ribadisce il capogruppo Maurizio Facco, e che in questo caso l’argomento in questione era estremamente delicato. Nel consiglio comunale del 12 dicembre, in merito al riacquisto dell’area ex Consorzio, Facco chiese “in forma scritta” una serie di documenti “necessari a comprendere il complesso argomento”, chiedendo anche il rinvio della votazione. Richiesta respinta nonostante, come sottolinea l’opposizione, fosse “già previsto un successivo consiglio comunale in data 15 dicembre”. Dei documenti, intanto, nessuna traccia; il 24 gennaio Facco si è rivolto al segretario comunale, che si è detto “non informato della cosa”, ma che in 24 ore l’ha comunque risolta. Da lì la critica al “comportamento omissivo” del sindaco Renzo Marangon, anche presidente del consiglio comunale, e la segnalazione al prefetto, “con l’auspicio che il suo intervento possa ristabilire un comportamento rispettoso delle norme e del civile confronto”. «Il ritardo sarà stato causato sicuramente da un disguido burocratico – assicura Marangon -. Mai e poi mai come amministrazione abbiamo cercato di mettere paletti tra le ruote o ostacolare qualcuno».
Il Giornale di Vicenza – 3 aprile 2012