Erano nascosti in mezzo all’erba a Roncà e la macchina falciatrice li ha sfiorati: un agricoltore li ha presi, curati e allattati.
La madre li ha abbandonati dopo aver fiutato la presenza dell’uomo Vengono nutriti col latte di capra e a settembre saranno liberati
Graziati dalla lama rotante di un trattore, sono ora nutriti con il latte di capra e seguiti notte e giorno da due agricoltori e dagli agenti della polizia provinciale di Verona. Sono due piccoli di capriolo, due «Bambi», un maschio e una femmina, che hanno da poco compiuto un mese, e che, una ventina di giorni fa, erano stati trovati in mezzo all’erba, in un campo a Roncà.
«Il 23 maggio un agricoltore quarantenne, che preferisce restare anonimo, stava tagliando il fieno, quando ha visto una femmina di capriolo fuggire. Si è insospettito, è sceso dal trattore e, avvicinatosi al mucchio d’erba, ha trovato i due piccoli caprioli, che potevano avere 5 o 6 giorni poiché questi animali nascono tra il 15 maggio e il 15 giugno», spiega il vice commissario Daniele Ferrais, c! he giovedì scorso, con il vice comandante Damiano Cappellari, era alla cascina dove i due animaletti sono accuditi. «Non appena li ha trovati, l’agricoltore mi ha telefonato», prosegue Ferrais. «Era molto preoccupato perché li aveva feriti. Gli animali avevano però solo leggere abrasioni sul fianco. Ho consigliato di spostarli dal campo al prato vicino, rimanendo di vedetta fino a sera a controllare se la madre fosse tornata. Cosa è che poi avvenuta: l’animale si è avvicinato ai suoi piccoli ma, dopo averli annusati, è scappata avendo avvertito l’odore del contadino che li aveva già presi tra le mani», sottolinea Ferrais, che fa notare: «In questo caso sarebbe stato molto difficile agire diversamente, tuttavia se a qualcuno capitasse di trovare i piccoli di qualsiasi animale selvatico in campagna o in montagna, raccomandiamo di non sfiorarli nemmeno. Non sono abbandonati, la madre è nelle vicinanze, e torner&#! 224;. Ma se sentirà l’odore dell’uomo li lascerà al ! loro destino».
Così è accaduto in questo caso, anche se l’agricoltore non ha colpe poiché non poteva agire diversamente temendo di aver fatto del male ai caprioli. «Li abbiamo recuperati e fatti visitare da un veterinario di Roncà che ci ha assicurato che le ferite erano solo abrasioni superficiali e che i piccoli sarebbero presto guariti», ricorda il vice commissario Ferrais. «Abbiamo quindi interessato un altro agricoltore trentenne, che abita nei pressi e alleva capre, il quale si è impegnato a fornire il latte e ad accudire personalmente i piccoli, dando loro il biberon ogni tre ore».
Lo ha fatto con la pazienza infinita e l’amore di una mamma e, anche di notte, si è preso l’impegno di nutrirli. «Un lavoro che è stato autorizzato a svolgere dalla nostra Polizia provinciale, che ha emanato il provvedimento di autorizzazione temporanea alla custodia della fauna in difficoltà finalizzata allo svezz! amento, essendo i caprioli patrimonio indisponibile dello Stato in quanto fauna selvatica», precisa Cappellari.
Nel frattempo le bestiole sono cresciute, hanno iniziato a brucare erba medica e trifoglio e anche a leccare la terra, dove trovano elementi nutritivi per loro importantissimi. «Sono in perfette condizioni di salute», precisa Cappellari. «Sono già velocissimi e sono stati abituati benissimo. Vengono solo per pochi istanti a prendere il latte dal biberon e poi si nascondono. Sono rimasti molto schivi, come se fossero ancora selvatici, e questo è importante per limitare l’effetto del cosiddetto “imprinting”, che rende più difficile il successivo inserimento in natura. Continueremo a far dare loro da bere del latte fino a settembre, quando cercheremo di introdurli in un sito idoneo, protetto, che sarà indicato dal Settore faunistico ambientale della Provincia, a cui compete la gestione del territorio. Potrebbero essere liber! ati in un’oasi del Baldo o nel Parco regionale della Lessinia previa au! torizzazione dell’ente», chiude Cappellari. Un reinserimento non facile, che prevede una ben precisa procedura.
L’Arena – 26 giugno 2011