«L’Eurozona ha bisogno di dare segnali immediati nel breve termine per recuperare la fiducia dei mercati». Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, presentando all’Europarlamento il rapporto annuale 2010 della Banca centrale europea.
Secondo Draghi le tensioni sui mercati «si sono ancora intensificate con ricadute molto avverse su fiducia e finanza» e cio ha anche portato un aumento dei «rischi al ribasso per la crescita economica».
I governi devono recuperare credibilità
Secondo il presidente della Bce, i governi dei paesi dell’area euro «devono recuperare la credibilità sui mercati» sia singolarmente sia a livello collettivo. I recenti cambiamenti negli Esecutivi dei paesi della zona euro più colpiti dalla crisi – ha precisato Draghi – «non hanno ancora prodotto molti risultati» per far fronte alla fragilità dei mercati.
Unione fiscale indispensabile per ristabilire la credibilità
Draghi ha comunque aggiunto di essere «ottimista» sul ritorno della fiducia e ha anche detto che «non va escluso un cambiamento» dei trattati Ue: «Bisogna lasciarsi aperte tutte le possibilità sul come procedere al riassetto dell’area euro per rispondere alla crisi sui debiti pubblici. Non andrebbero escluse modifiche di lunga portata ai trattati europei, ma sono ipotizzabili anche processi più rapidi». Il presidente della Bce ha detto che serve una «nuova unica compatta struttura di bilancio europea». Oltre a una Bce indipendente, spiega Draghi, «una struttura unica europea potrebbe custodire l’essenza delle regole di bilancio e degli impegni di governo presi finora. Si tratta di un elemento molto importante per recuperare credibilità». L’Eurozona ha insomma bisogno «di un nuovo patto di bilancio» che la porti verso l’unione fiscale. Tale nuovo patto di bilancio, ha aggiunto, «sarebbe il segnale più importante» che i governi possono dare per dimostrare di «essersi avviati verso un complessivo approfondimento dell’integrazione economica».
Bce ultimo baluardo dell’euro, tre pilastri per ricostruire la fiducia
Rispondendo alle domande degli europarlamentari, Draghi ha detto che la Bce è «l’ultimo baluardo dell’euro» e ha sottolineato che la ricostruzione della credibilità nei confronti della valuta unica «si fonda su tre pilastri». Il primo é «ridisegnare le regole fiscali dell’unione»; il secondo é la creazione di meccanismi finanziari (il presidente della Bce ha citato l’esempio del fondo salva stati e la «necessità di creare fiducia nel fondo europeo per la stabilità finanziaria»); il terzo pilastro sono «le risposte nazionali»: a questo proposito «i paesi più in difficoltà si stanno rimettendo in marcia ma in questa fase ciò che più conta sono i risultati».
Acquisto di bond limitato nel tempo
Draghi ha anche ricordato che la Bce «ha perseguito e persegue il mantenimento della stabilità dei prezzi nel medio termine» sia attraverso la politica dei tassi di interesse sia attraverso l’esecuzione di misure non convenzionali nel corso della crisi. Le misure non standard sono state «importanti, ma tali interventi possono essere solo limitati». Il programma della Bce per l’acquisto di bond di paesi della zona euro in difficoltà sarà, insomma, «limitato» nel tempo.
Bce consapevole della difficoltà delle banche
Il numero uno dell’Eurotower non ha invece fornito alcuna nuova indicazione sulle scelte prossime di politica monetaria limitandosi a indicare che la Bce «è consapevole delle difficoltà continue delle banche a causa dello stress dei bond sovrani, della ristrettezza dei mercati di finanziamento e della scarsità dei collaterali eleggibili in alcuni segmenti finanziari». Inoltre Draghi si é riferito ai problemi di gestione dei bilanci bancari, alle “sfide” dovute all’aumento dei livelli del capitale e ai «rischi ciclici relativi al rallentamento dell’economia».
Ilsole24ore.com – 1 dicembre 2011