Fanpage. La circolazione delle varianti del Covid-19 in Italia, in primis quella inglese e poi in misura minore quella brasiliana e sudafricana, è ormai un dato di fatto. In alcuni comuni rappresentano il ceppo attualmente dominante, e presto, come hanno sottolineato gli esperti della Cabina di Regia presentando i dati dell’ultimo monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute, lo diventeranno in tutto il Paese. Per questo, sono state istituite da un angolo all’altro della Penisola mini zone rosse locali per arginare la diffusione del contagio. Ecco, di seguito, dove si trovano le nuove varianti del virus e cosa è stato fatto per fermarle.
Alto Adige
A preoccupare in Alto Adige, che fino al 28 febbraio sarà zona rossa, è soprattutto la variante sudafricana del virus. In quattro comuni in particolare, e cioè a Merano, Rifiano, San Pancrazio e Moso in Passiria, le restrizioni sono ancora più dure per fermare l’avanzata del nuovo ceppo. Qui, fino al prossimo 7 marzo, vige il divieto di spostamento di uscita ed entrata salvo l’esibizione di una certificazione dell’esito negativo di un tampone antigenico o molecolare non anteriore alle 72 ore. Da mercoledì 24 e sempre fino al 7 marzo saranno interessati a questo obbligo anche altri cinque comuni altoatesini (Malles Venosta, Lana, San Martino in Passiria, Caines e San Leonardo in Passiria).
Piemonte
Casi di variante inglese sono stati individuati anche in Piemonte, che si trova al momento in zona gialla. La zona al momento più colpita dalla variante inglese è il Verbano-Cusio-Ossola, in particolare il Comune di Re che è entrato in zona rossa sabato. “In questo piccolo comune su circa 750 abitanti sono emersi 37 soggetti positivi negli ultimi 7 giorni. Non sappiamo ancora se questi casi siano dovuti a una variante, ma è comunque un’incidenza molto elevata”, ha spiegato il governatore Cirio prima di firmare la relativa ordinanza.
Liguria
In Liguria è collegato alla variante inglese il 21% dei nuovi casi di positività al virus. Tuttavia, mentre la regione è in fascia arancione e non ci sono zone rosse, arriva una rassicurazione da parte del presidente Giovanni Toti: “Il nostro sistema di rilevazione del virus ovvero la diffusione, il tasso di ospedalizzazione, l’Rt, l’incidenza nei vari territori è monitorato dai sistemi sanitari regionali e nazionale e l’Istituto superiore di sanità – ha sottolineato -. Le varianti vengono monitorate con quel sistema e all’interno di quel sistema. Quindi siamo in grado di comprendere quale oscillazione produrrà di qua a qualche settimana. Nel frattempo in tante regioni il tasso di ospedalizzazione sta calando”.
Lombardia
A preoccupare in Lombardia è la provincia di Brescia, dove sono stati raggiunti picchi di 700 contagi al giorno, collegati alla variante inglese. La Regione aveva già inserito 4 comuni (Viggiù, Bollate, Mede e Castrezzato) in zona rossa fino al 24 febbraio dopo che alcuni casi erano scoppiati in ambito scolastico. Per tanto è stata disposto anche “che le attività scolastiche e didattiche di tutte le classi delle scuole primarie e secondarie in questi comuni si svolgano esclusivamente con modalità a distanza. Tale sospensione riguarda anche asili nido e scuole materne”.
Umbria
L’Umbria è una delle regioni che per prime hanno fatto registrare il maggior numero di casi legati alle varianti del virus, sia quella brasiliana, collegata all’ambito ospedaliero, che quella inglese, collegata all’ambito scolastico. Sono stati confermati dall’Iss 63 casi totali causati da varianti, 41 dalla brasiliana e 22 dall’inglese, sui 77 campioni inviati. Nella Regione, che sta ora aspettando altri risultati di oltre 100 tamponi, è stata stabilita la zona rossa su quasi due terzi del territorio, tra la provincia di Perugia e quella di Terni.
Veneto
In Veneto la presenza della variante inglese è intorno al 17% del totale, come ha confermato il presidente Luca Zaia. Trovati in regione anche due casi di variante brasiliana, isolati, in provincia di Padova e Venezia. Ma al momento la regione resta in zona gialla e non è stato preso nessun provvedimento restrittivo.
Emilia Romagna
In Emilia Romagna la presenza della variante inglese è in crescita: i dati preliminari di uno studio del 12 febbraio indicano una percentuale del 41%. Nel Bolognese ci sono alcuni focolai in Appennino, in particolare nel comune di San Benedetto Val di Sambro, poco più di 4mila abitanti, dove sono in vigore misure straordinarie, in particolare la chiusura di tutte le scuole, e soprattutto si procederà a tamponi a tappeto a tutta la popolazione, anche se non è stata decretata la zona rossa.
Marche
La situazione è sotto osservazione soprattutto nell’area di Ancona dove “la variante inglese sta galoppando”, come ha detto l’assessore comunale a Protezione civile e sicurezza Stefano Foresi. Pertanto, è stata prorogata fino al 27 febbraio l’ordinanza che limita gli spostamenti in entrata e uscita dalla Provincia. “I risultati sono stati positivi già in quattro giorni, quindi portare le misure a un’altra settimana è stata una decisione che condivido. Spero che i nostri cittadini – ha aggiunto – rispettino le regole che ci sono: si devono rispettare le regole sulle mascherine, il lavaggio delle mani, i limiti di assembramento e si può fare a meno di fare l’aperitivo tutti insieme attaccati come succede spesso in qualche posto”. Da domani altri 20 Comuni passano in zona arancione.
Abruzzo
In provincia di Pescara, che insieme a quella di Chieti è in zona rossa fino al 28 febbraio, la variante inglese è ormai quella dominante nei nuovi casi di positività al Covid registrati. Si segnala anche il caso di un operatore sociosanitario in forza all’ospedale dell’Aquila, vaccinato con richiamo, che è risultato positivo alla variante brasiliana. Sarebbe stato contagiato in famiglia: nel nucleo familiare si è sviluppato un focolaio con circa 6 contagiati sui quali sono in corso approfondimenti per verificare se si tratti di variante brasiliana. Nei giorni scorsi, nel comune aquilano di Poggio Picenze, sono stati scoperti tre casi di variante brasiliana in tre cittadini brasiliani residenti nel centro a pochi chilometri dal capoluogo.
Sardegna
Alcuni casi di variante inglese del virus sono stati individuati nei laboratori Covid e di Ematologia dell’ospedale San Francesco di Nuoro. Un caso è stato rilevato a Nuoro e un cluster è stato registrato a Bono, paese del Goceano in provincia di Sassari. La scoperta del cluster ha indotto il sindaco Elio Mulas a predisporre un’ordinanza per il lockdown totale fino al 6 marzo: vietato spostarsi se non per lavoro e studio o motivi di salute. Chiusi parchi, aree gioco, giardini pubblici e il cimitero, è consentita solo l’attività edilizia. Sospesa l’attività didattica in presenza, chiusi bar e ristoranti ma permessa la consegna a domicilio. Infine stop al commercio ambulante.
Lazio
Oltre ad alcuni casi di variante inglese segnalati nelle scuole di Roma, Nel Lazio “si sono affacciate le varianti”, spiega l’assessore alla Salute Alessio D’Amato. Il comune di Roccagorga (Latina) è zona rossa. Per l’alta incidenza di casi di variante ingleseè stata disposta il 20 febbraio la zona rossa anche per Colleferro e Carpineto, due comuni in provincia di Roma. Casi accertati di variante inglese anche nel Viterbese, al confine con l’Umbria.
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