Sulle applicazione delle direttive su medicinali falsificati e prevenzione da ferito da taglio in ambito sanitario l’Italia avrà due mesi di tempo per recepire le misure Ue. Questo il warning lanciato oggi dalla Commissione europea. Si rischia il deferimento alla Corte di Giustizia Ue.
Medicinali falsificati e prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario. Queste le due direttive Ue su cui l’Italia è in ritardo e avrà tempo due mesi per adeguarsi.
Medicinali falsificati. La Commissione europea ha inviato una richiesta formale all’Italia, alla Polonia, alla Slovenia e alla Finlandia, esortandole a garantire il pieno rispetto della direttiva sui medicinali falsificati. Tale direttiva mira a prevenire che i medicinali falsificati giungano ai pazienti. Essa stabilisce misure di sicurezza e di controllo armonizzate a livello paneuropeo, assicurando un’identificazione più facile dei medicinali falsificati e verifiche e controlli migliorati alle frontiere dell’UE e al suo interno.
Questi quattro paesi dell’UE non hanno ancora recepito questa direttiva nel diritto nazionale, nonostante il termine del 2 gennaio 2013. Essi dispongono di un termine di due mesi per notificare alla Commissione le misure adottate per conformarsi al diritto dell’UE. La mancata notifica di misure adeguate potrebbe portare la Commissione a deferire i casi alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario. La Commissione ha chiesto all’Italia di recepire nel diritto nazionale la direttiva dell’UE sulla prevenzione delle lesioni causate dagli strumenti medici taglienti nel settore ospedaliero e sanitario (2010/32/UE). La direttiva attua l’accordo quadro in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta concluso dalla European Hospital and Healthcare Employers’ Association ((HOSPEEM – Associazione europea datori di lavoro del settore ospedaliero e sanitario) e dalla European Public Services Union (EPSU – Federazione sindacale europea dei servizi pubblici). Il suo obiettivo consiste nel garantire la massima sicurezza possibile dell’ambiente di lavoro del personale sanitario e ospedaliero, combinando misure di pianificazione, sensibilizzazione, informazione, formazione, prevenzione e monitoraggio. La richiesta della Commissione è esposta sotto forma di parere motivato nel quadro dei procedimenti per infrazione dell’UE. L’Italia dispone ora di un termine di due mesi per notificare alla Commissione le misure adottate al fine di attuare appieno la direttiva. In caso contrario la Commissione potrà decidere di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea.
Su quest’ultimo punto è da notare come lo scorso 8 novembre il Consiglio dei ministri abbia esaminato in prima lettura il Dlgs di recepimento della direttiva.
21 novembre 2013